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Legambiente e Comitato NOCarbone Isontino su Tavolo tecnico Centrale A2A

Legambiente e Comitato NOCarbone Isontino su Tavolo tecnico Centrale A2A

NO CARBONELegambiente e Comitato NOCarbone Isontino: bene il tavolo tecnico sulla riconversione della centrale a carbone. Si parta dalla nostra proposta. L’istituzione da parte della Regione, di un tavolo tecnico per lo studio di ipotesi credibili e sostenibili per la riconversione della centrale a carbone A2A è un atto dovuto che attendevamo da tempo.

Sarebbe imperdonabile se il 2025, termine entro il quale la centrale concluderà la sua oltre cinquantennale storia di forte impatto sulla città, trovasse istituzioni e popolazione impreparati a gestire una non semplice riconversione. Con un po’ di determinazione, lo stop al carbone potrebbe essere sicuramente anticipato di qualche anno. Resta la sorpresa di trovare nel gruppo di lavoro il nome di Chicco Testa, un passato da Presidente di Legambiente, convertitosi nuclearista e scettico nei confronti delle Energie Rinnovabili, al quale la stessa Legambiente, nel 2013, gli consegnò un sacco di carbone quando era Presidente di Assoelettrica. Una scelta davvero inopportuna! Inoltre, pur condividendo l’idea di fondo di un tavolo esclusivamente formato da tecnici, crediamo che il Comune di Monfalcone avrebbe dovuto essere coinvolto, magari con l’indicazione di un proprio rappresentante tecnico. Detto questo, crediamo che il gruppo di lavoro debba perlomeno esprimersi sulla proposta che Legambiente e Comitato NOCarbone hanno formulato nei mesi scorsi ed inviato in questi giorni all’Assessore Vito e al Sindaco Cisint. L’ipotesi degli ambientalisti, ad oggi l’unica sul tavolo, individua, dopo lo smantellamento della struttura e la bonifica completa anche dell’amianto contenuto nei gruppi a carbone, una serie di interventi che possono garantire un futuro di innovazione e di conservazione dell’occupazione sul territorio. Sarà necessario inoltre restituire agli abitanti del “Rione Enel”, quella vivibilità che è stata pregiudicata dalla presenza invadente della centrale per diversi decenni, prevedendo un’ampia fascia a verde, come richiesto dai residenti. In particolare, la proposta sulla riconversione si articola su tre settori:

1.Energie rinnovabili e sistemi di accumulo, cioè la realizzazione di un parco Fotovoltaico che può arrivare almeno a 3 MW di potenza installata (circa 3 ettari), abbinato ad un sistema di accumulo (Storage); tenuto conto che  dalla centrale partono importanti linee di trasporto di energia, questo può essere un  elemento molto appetibile per l’insediamento di una centrale di accumulo, utilizzando un import di batterie dei veicoli elettrici  non più idonee per l’alimentazione delle  autovetture ma con un 30% di carica residua da sfruttare.

2. Economia circolare, centrata su un centro di recupero per le batterie esauste ma anche lo sviluppo di un centro di raccolta e trattamento dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, che adesso vengono portate all’estero per il loro trattamento), con il recupero e riutilizzo di materiali di grande valore economico che diventano risorse seconde.

3. Sviluppo del Porto, considerando che l’area è molto appetibile per le attività portuali e possiede una banchina con circa otto metri di pescaggio ma, soprattutto, dispone di ampie aree retrobanchina (il carbonile e altre) che potrebbero ospitare, ad esempio, l’import di autovetture. La dotazione di una serie di servizi a contorno (lavaggio, montaggio di alcune parti, ecc) potrebbe garantire un’ulteriore opportunità occupazionale.

Tutto questo è perfettamente in linea con le prospettive di un nuovo assetto del territorio, che esclude ogni tipo di combustibili fossili, impianti a biomasse e inceneritori di rifiuti, privilegiando attività che portano insediamenti innovativi e un’occupazione di qualità, con un occhio attento alla salute dei cittadini ed al contenimento di emissioni dannose per il Clima.

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