La calda estate dell’ovovia: il Comitato del NO annuncia i nuovi ricorsi e illustra le risposte di Ministero e Commissione Europea
Starc: «Ci siamo chiesti perché il Sindaco abbia affermato che la probabilità è del 75%. Gli atti esaminati continuano a dimostrare errori procedurali, vergognosa la mancanza di trasparenza»
A differenza del fisiologico calo dell’attenzione mediatica tipica del periodo estivo, quest’anno i mesi di luglio e agosto hanno visto come protagonista delle cronache cittadine il divenire del Porto Vecchio, con ampio spazio alle dichiarazioni del Sindaco e dell’Assessore responsabile sul destino prossimo di quell’ambito cruciale per il divenire di Trieste. Per la cabinovia, argomento che tiene banco da quattro anni, pochi accenni da parte del Comune: solo il Sindaco, in risposta a specifica domanda, formulata dall’intervistatore ha risposto che le probabilità che l’opera venga realizzata sono al 75%. Il Comitato NO ovovia si è interrogato su questa affermazione che, a differenza dei toni trionfalistici che hanno sempre accompagnato i vari passaggi dei procedimenti avviati dal Comune e puntualmente contestati dal Comitato, evidenzia che ci sono dei problemi per portare a casa il risultato atteso da questa Amministrazione.
«La mancanza di trasparenza di chi porta la responsabilità del progetto – afferma il Coordinatore del Comitato NO ovovia William Starc – conferma ancora una volta l’insensibilità e la mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini. Il fatto è grave, considerando che si tratta di una questione cruciale, visto che l’opera comporta oneri finanziari a debito e quindi a totale carico della collettività. Collettività che ha infatti dimostrato il proprio senso civico con la partecipazione e l’interesse all’evoluzione dei procedimenti che riguardano l’opera in questione. Il Sindaco ha ritenuto invece di non dover esplicitare il perché di quella percentuale sulle probabilità di realizzazione dell’opera. Noi ipotizziamo che ciò potrebbe essere originato dal fatto che il Ministero dell’Ambiente ha richiesto integrazioni in merito al formulario per la presentazione di informazioni alla Commissione Europea, allegato alla delibera della Giunta regionale, assunta dopo la sentenza del TAR». L’eventuale pronunciamento favorevole da parte del Ministero dell’Ambiente e la presa d’atto della Commissione Europea consentirebbe di concludere il procedimento di Valutazione Ambientale e Strategica, propedeutica all’approvazione della Variante n.12, e conseguentemente procedere con la raccolta dei pareri espressi dai soggetti che hanno titolo a pronunciarsi sul progetto definitivo per la sua approvazione.
«Sulla base del diritto di accesso agli atti – prosegue Starc – abbiamo preso visione della corrispondenza intercorsa tra Ministero e Regione e insieme ai rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste LIPU, Legambiente, WWF abbiamo ritenuto di impugnare la deliberazione di Giunta regionale con l’allegato formulario e la richiesta di integrazioni fatta dal MASE, presentando un nuovo ricorso al TAR. Parte delle ragioni di tale ricorso, trovano conferma pure in quello presentato dai residenti in luglio, che in particolare contesta ed evidenzia le incoerenze degli ultimi provvedimenti predisposti dal Comune, dalla Regione e dal Ministero sul procedimento che ha portato all’approvazione della valutazione d’incidenza di III livello. L’ultimo ricorso evidenzia puntualmente che la Regione e il Comune perseguono un continuo sovvertimento delle disposizioni di legge e normative vigenti in merito alle modalità con cui i progetti devono essere redatti e i parametri da rispettare per la predisposizione di quelli che usufruiscono dei finanziamenti PNRR. Il ricorso presentato dai residenti in luglio si basa sul fatto che la Regione, dopo aver ritirato la delibera di approvazione del III livello della Valutazione di Incidenza a seguito del pronunciamento del TAR, ri-deliberava non tenendo minimamente in conto quanto contestato e annullato la sentenza emessa. Il ricorso delle Associazioni ambientaliste si concentra in particolare sul mancato rispetto del principio del DNSH (non recare danno significativo all’ambiente) e sugli IROPI (motivi imperativi di interesse pubblico) per l’inconsistenza e irrilevanza dell’interesse pubblico della Cabinovia, argomento che il Comitato, grazie all’impegno costante dei componenti il Comitato Scientifico, ha dimostrato esaurientemente attraverso il suo Dossier tecnico e illustrato in numerosi eventi pubblici».
Il Comitato annuncia anche la risposta pervenuta da parte della Commissione Europea, su un esposto inviato alla medesima: «Nella nota la Commissione Europea ha invitato i responsabili dei procedimenti attinenti la valutazione dei progetti PNRR a verificare attentamente il rispetto del principio del DNHS – conclude Starc -. Inoltre abbiamo acquisito un documento, che ci riserviamo di utilizzare al meglio nelle sedi opportune, per quanto concerne l’impronta ecologica che il progetto di Cabinovia genera sul territorio attraversato. Elemento, questo, determinante per valutare il rispetto proprio del DNSH, e che conferma l’approssimazione con cui questo problema è stato affrontato da chi sta portando avanti il progetto».
per il Comitato NoOvovia | arch. William Starc
Trieste, 12 settembre 24