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Laguna: Legambiente FVG ribadisce la necessità di interventi di messa in sicurezza

COMUNICATO STAMPA
Udine, 29 novembre 2012

L’Istituto Superiore di Sanità suggerisce misure di cautela per le attività di pesca ed allevamento nella Laguna di Grado e Marano.
Legambiente FVG ribadisce che l’esclusione di tutta la Laguna dal perimetro del Sito Inquinato Nazionale non cancella l’inquinamento da mercurio e chiede progetti ed interventi di messa in sicurezza.

In relazione allo stato della Laguna di Grado e Marano l’Istituto Superiore di Sanità si è espresso, nel maggio scorso, indicando alcune misure da adottare in materia di tutela della salute della popolazione in rapporto alla contaminazione da mercurio nei sedimenti dell’area lagunare.

Nelle conclusioni la nota suggerisce di individuare tre aree nella Laguna nelle quali, a seconda del valore di inquinamento dei sedimenti, le diverse attività possono essere consentite o meno.
Una prima area è quella nella quale i valori massimi di inquinamento nei sedimenti non superano 0,8mg/kg negli strati superficiali fino a 5 cm. In quest’area si può esercitare sia la molluschicoltura che l’ittiocoltura. Si aggiunge che i controlli di routine delle Aziende sanitarie devono comunque garantire l’edibilità dei prodotti da qui provenienti.
Una seconda area con un valore limite di 2 mg/kg nei sedimenti superficiali nella quale consentire la molluschicoltura ma non autorizzare l’ittiocoltura e nella quale i controlli dell’inquinamento degli animali siano più frequenti e vengano eseguiti anche controlli per verificare la presenza del mercurio non solo nei sedimenti ma anche nella colonna d’acqua.
Infine una terza area dove le concentrazioni di mercurio siano superiori ai 2 mg/kg nei sedimenti di superficie, nelle quali l’Istituto raccomanda di non utilizzare le stesse per nessuna attività di allevamento di prodotti della pesca.
La nota aggiunge una raccomandazione a “non utilizzare misure di bonifica invasive che in un ambiente così delicato potrebbero comportare conseguenze nefaste sull’intero ecosistema lagunare con ripercussioni sulle attività di molluschicoltura ed ittiocoltura”.
Il riferimento di legge e scientifico per queste indicazioni è duplice.
Da una lato le norme comunitarie e statali che, in relazione alla pericolosità del mercurio per le sue caratteristiche di persistenza, bioaccumulo e tossicità, indicano l’obiettivo di eliminare questo elemento negli ambienti acquatici entro il 2021 e il raggiungimento di uno standard di qualità entro il 2015 per i corpi idrici come le lagune. Questo standard prevede nei sedimenti una soglia di 0,3 mg/kg.
L’altro riferimento è quello della situazione in Laguna e dei controlli effettuati per legge sul pescato. E, a questo riguardo, i “valori rilevati nei sedimenti sono ampiamente superiori ai limiti dello standard di qualità ambientale”.
La Laguna di Grado “è quella maggiormente contaminata”: da un minimo di 4,17 mg/kg ad un massimo di 9,95 mg/kg per lo strato superficiale e da 3,74 fino a 11,36 fino ai 5 cm di profondità.
Nella Laguna di Marano, dove sono presenti la maggior parte delle aree destinate all’allevamento, la contaminazione è minore: da 0,68 mg/kg a 5,13 nello strato superficiale e da 0,98 fino a 4,97mg/kg fino ai 5 cm di profondità.
Sono tutti parametri superiori allo standard di qualità mentre i dati relativi ai controlli sugli animali per vongole, molluschi e pesci fino a certe dimensioni, si attestano su valori conformi ai limiti normativi europei.
Ciò nonostante l’Istituto Superiore di Sanità suggerisce misure per regolamentare le attività che hanno un evidente carattere di precauzione e prevenzione, dovute alla complessità delle dinamiche di trasferimento del mercurio dai sedimenti agli animali, che possono variare in base a condizioni climatiche e stagionali.
Anche gli studi sul metilmercurio generato da queste condizioni mutevoli sono relativamente recenti. Infine la “valutazione degli effetti sulla salute umana dei sedimenti contaminati in relazione all’ingestione di prodotti acquatici edibili” non ha ancora criteri convalidati e comuni a livello europeo e internazionale. Ma il messaggio di cautela sulle condizioni della laguna sembra essere chiaro.
Per Legambiente FVG la riperimetrazione del Sito Inquinato Nazionale recentemente proposta dalla Regione al Ministero, e che esclude tutta la Laguna, non cancella l’inquinamento ed il rischio che questo comporta anche per la sicurezza alimentare.
Dopo la chiusura della struttura del Commissario straordinario le competenze sono passate alla Regione e Legambiente chiede un coordinamento fra le strutture sanitarie, scientifiche e quelle di tutela ambientale affinchè i finanziamenti trasferiti al bilancio regionale, una quarantina di milioni di euro, vengano utilizzati quanto prima per progetti ed interventi di messa in sicurezza, coordinati con il Piano di Gestione del Sito di Interesse Comunitario, visto che la Laguna è un bene naturale di rilievo europeo

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