La Laguna di Grado e Marano è inquinata
La Laguna di Grado e Marano è inquinata, va tutelata e si deve ripensare l’economia costiera a partire dal riconoscimento dei suoi valori ambientali.
Pubblichiamo i documenti che lo comprovano e la sintesi della conferenza stampa tenuta venerdì 1° marzo a Udine.
Il Vicepresidente nazionale Stefano Ciafani ed il Presidente regionale Elia Mioni hanno presentato alla stampa i pareri dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), insieme alla relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, relativi alla situazione di inquinamento della Laguna di Grado e Marano.
Legambiente mette a disposizione questi documenti, che invierà anche ai parlamentari appena eletti ed ai candidati presidenti alle prossime elezioni regionali, ritenendo che si debba prestare grande attenzione attorno al futuro della Laguna.
Va al più presto stabilita la realtà di inquinamento della Laguna stessa, messa in dubbio dall’inchiesta avviata dalla magistratura udinese relativa alla gestione del commissariamento della stessa ai fini della sua bonifica. Per questo Legambiente, senza entrare nel merito dell’inchiesta stessa, si augura che, per questo specifico aspetto, l’inchiesta venga conclusa e si vada al dibattimento ed alla sentenza.
Infatti l’attuale caduta di credibilità della politica e delle istituzioni ha comportato e comporta l’assenza di reazioni ed azioni positive per il futuro della Laguna: chiusura degli Commissario Delegato; riduzione drastica del perimetro del Sito Inquinato Nazionale con esclusione di tutta la superficie lagunare; incertezza totale sulla possibilità e modalità di esecuzione di dragaggi e destinazione dei sedimenti; incertezza sul futuro di progetti di bonifica del sito chimico di Torviscosa pur approvati in sede ministeriale.
A tutto questo si accompagna l’assenza di idee di sviluppo dell’area coordinate e sostenibili, la presenza di ulteriori progetti di cementificazione “turistica” sia a Grado che a Lignano, la mancata approvazione da parte della Regione di strumenti, previsti dall’Unione Europea, per la gestione del prezioso ambiente naturale della Laguna.
Il futuro della Laguna e dell’economia costiera deve diventare un tema di confronto e deve avere nuove risposte dalla politica e dalle istituzioni regionali e locali.