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Il dibattito sui costi della terza corsia autostradale deve essere pubblico

COMUNICATO STAMPA
Udine, 23 marzo 2013

Il dibattito sui costi della terza corsia autostradale deve essere pubblico. Rivedere il Piano regionale delle infrastrutture. Eliminare il progetto di “complanare all’autostrada” della Provincia di Udine e risparmiare sulle “strade inutili”.

Fin dalle prime battute della campagna elettorale la realizzazione della terza corsia autostradale è diventato uno dei nodi del confronto, perché si presta a facili ideologismi e fraintendimenti sullo “sviluppo” della regione e sulle opere pubbliche che oggi potrebbero sostenerlo.
Legambiente FVG si è già pronunciata in modo non ostile per principio alla terza corsia, salvo, appunto, una verifica del peso dei costi.
Ai candidati quindi chiediamo che, se eletti, si impegnino ad avviare una vera procedura aperta alla società regionale, e non solo “al Palazzo”, di conoscenza dei costi, di chi paga, di dove e cosa si taglia nel bilancio regionale a causa degli impegni per la terza corsia. Ma chiediamo anche di dichiarare una preventiva disponibilità a sospendere, se fosse necessario, la costruzione dell’opera o a rivedere il progetto, limitandolo agli interventi di messa in sicurezza non rinviabili.
L’elasticità nei tempi di costruzione ci sembra una indicazione utile se si tiene presente che, mentre Autovie Venete si è precipitata a diffondere gli esiti di un sondaggio su favorevoli e contrari alla terza corsia, non risulta abbia mai diffuso, ad esempio, documentazione relativa ai volumi di traffico passati ed attuali, magari con qualche proiezione sulle aspettative in rapporto all’evoluzione dei costi dei carburanti e delle tariffe.
Un ulteriore fattore di riflessione riguarda la qualità della crisi economica in corso, i modi con cui ne possiamo uscire, il ruolo “storico” di alcuni prodotti come l’automobile nei decenni passati ed in quelli futuri. È dato di fatto consolidato, ad esempio, che il mercato europeo dell’auto è in flessione anche perché nel nostro continente è cresciuta l’offerta e la qualità del trasporto collettivo, soprattutto sulle grandi distanze e nelle grandi aree urbane.
Altra considerazione è che – a questo punto – i valori tariffari di Autovie Venete diventerebbero parte integrante e costante per decenni della pressione fiscale regionale, al quale non corrisponde però alcuna certezza del rinnovo della concessione autostradale ad Autovie, partecipata dalla Regione, alla scadenza del 2017.
La Regione non può essere sola ad impegnarsi per quest’opera, così come con altri dovrà affrontare la ridefinizione dei corridoi europei est-ovest e nord-sud, che incideranno anche sulle modalità del trasporto merci attraverso la regione. Anche per è necessario rivedere il Piano regionale delle infrastrutture della logistica e della viabilità, nel quale asfalto e gomma la fanno da padroni.
Il rilievo, infine, dell’impegno finanziario che la terza corsia impone lo stop ad altre spese nel settore: Legambiente FVG rinnova la richiesta di bloccare la costruzione della Manzano – Palmanova lievitata oltre i 100 milioni di euro di spesa e perfettamente inutile per la viabilità e l’economia locale, così come di altre opere, fra le quali spicca un progetto di “complanare alla A4” predisposto dalla Provincia di Udine nel 1998!
Un progetto, del quale è avviato un primo stralcio a Palazzolo, certamente inattuale tecnicamente nel suo vecchio percorso dal casello di Ronchis a quello di S. Giorgio ma che va eliminato dai cassetti della Provincia, in nome del buon senso e di un coordinamento fra gli enti che operano nel settore e che evidentemente non esiste.

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