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Autodromo di Mortegliano: ennesimo caso di consumo di suolo

Progetto MBT autodromo Mortegliano

COMUNICATO STAMPA
Udine, 22 aprile 2013

PROCEDE L’ITER PER LA REALIZZAZIONE DI UN AUTODROMO DI LIVELLO REGIONALE E ADDIRITTURA NAZIONALE NEL COMUNE DI MORTEGLIANO.

IL CIRCUITO SORGEREBBE IN PARTE SUL SEDIME DI UNA EX PISTA DI VOLO DELL’AERONAUTICA MILITARE NELLA FRAZIONE DI LAVARIANO, MA PARTE CONSISTENTE DELL’INTERVENTO ANDREBBE A CARICO DI AREE AGRICOLE COMPORTANDO ANCORA UNA VOLTA CONSUMO DI SUOLO. LA CONTRO-PROPOSTA DI LEGAMBIENTE: RIUTILIZZARE SOLO IL VECCHIO SEDIME PER UN CAMPO FOTOVOLTAICO DA 8 MW CON VANTAGGI DIFFUSI PER CITTADINI E AMMINISTRAZIONI DEL MEDIO FRIULI.

Si ripete la storia. Un anno fa l’approvazione del centro golfistico internazionale di Castions di Strada e Bicinicco, oggi invece quello dell’autodromo nel comune di Mortegliano. Stessa modalità: i comuni chiedono alla Regione di approvare una variante al piano urbanistico regionale per impianti turistici o sportivi, e la regione concede senza troppa difficoltà, riconoscendo un interesse regionale e addirittura nazionale (!) sulla base solo di una ipotesi progettuale. Per altro il tutto al di fuori di qualunque valutazione rispetto al nuovo Piano di governo del territorio approvato proprio dalla Giunta regionale una settimana fa, e senza il necessario coinvolgimento dei cittadini.

Un autodromo che richiederebbe, stando alle ipotesi progettuali, di sacrificare tra i 20 e 40 ettari di superficie, in buona parte al di fuori della vecchia pista di volo militare, andando a sottrarre terra vergine all’agricoltura, con conseguente ulteriore e inaccettabile consumo di suolo in una regione record come la nostra, prima in Italia per superficie urbanizzata pro capite. Insomma, ancora una volta un modello di sviluppo volto alla cementificazione, e all’uso di pratiche energivore.

Secondo Legambiente ci sono altre soluzioni per riqualificare, o meglio ridare un senso ad un’area come quella dell’ex pista di volo di Lavariano e produrre posti di lavoro. Innanzitutto magari anche grazie al settore aeronautico che già li opera con una piccola impresa, ma soprattutto mediante le risorse rinnovabili. Legambiente infatti sostiene la necessità di spingere l’acceleratore sullo sviluppo del fotovoltaico quale importante tecnologia in grado di contribuire significativamente alla riduzione della dipendenza energetica, e quale motore di sviluppo. L’area per la sua collocazione in pianura, priva di interferenze e con i 10 ettari – non agricoli – di dimensione ben si presterebbe per un campo fotovoltaico. Secondo i nostri tecnici si potrebbe realizzare un impianto da circa 8 MW.

Ma la peculiarità della nostra proposta sta nella modalità di realizzazione. Si potrebbe trattare di un’occasione per lo sviluppo locale mediante la costituzione di un impianto fotovoltaico collettivo, supportato da banche imprese e istituzioni locali. A questi gruppi potrebbero partecipare singoli cittadini – soprattutto chi per motivi vari non ha modo di realizzare un impianto sulla propria abitazione – ma anche amministrazioni al fine di ridurre drasticamente le spese energetiche degli edifici pubblici e permettere anche degli introiti.

Il costo stimato? 9,6 milioni di euro ovvero una cifra raffrontabile a quelle finora lette sui giornali relative al circuito automobilistico. Con alcune significative differenze; un campo fotovoltaico: non è rumoroso, non inquina, favorisce la sostenibilità energetica locale, e permette di avere vantaggi economici diffusi sul territorio per le amministrazioni, così come per i privati. Costruito con certi criteri permetterebbe persino lo sviluppo di attività connesse con l’agricoltura e l’artigianato. Un progetto ambizioso si dirà, ma che guarda al futuro. Un invito pertanto all’amministrazione di Mortegliano per meglio valutare possibili alternative di riuso dell’area.

Quanto all’autodromo sarebbe meglio individuare aree militari dismesse da recuperare esistenti in regione, ammesso che se ne ravvisi l’utilità e la compatibilità ai fini turistici, occupazionali e ambientali e che non si tratti della solita speculazione edilizia tipo campi da golf o marina (Lignano docet).