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Procedure irregolari e progetti carenti per la TAV Venezia-Trieste

Procedure irregolari e progetti carenti per la TAV  Venezia-Trieste

TAV Venezia-TriesteCOMUNICATO STAMPA
Udine, 31 agosto 2013

Procedure irregolari e progetti carenti per la TAV Venezia-Trieste

Legambiente del Friuli Venezia Giulia denuncia la violazione da parte di RFI-Italferr delle procedure previste dalla VIA (valutazione di impatto ambientale) per aver escluso gli interessati (in particolare i cittadini e le associazioni) dalla consultazione sugli elaborati integrativi con cui RFI ottempera alle richieste della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale sul progetto della nuova linea Alta Velocità/Alta Capacità Venezia-Trieste.

La corposa documentazione, che comprende l’analisi costi-benefici che mancava nella documentazione del 2010 e nel 2012, è stata consegnata solamente alla Regione Friuli-Venezia Giulia, che a sua volta l’ha trasmessa ai Comuni ed alle Province interessate. In questi giorni gli enti locali si stanno pronunciando, in modo assai critico e spesso negativo, sulle integrazioni presentate da RFI, ma i cittadini e le associazioni sono state deliberatamente escluse da questo processo.

Per tale motivo Legambiente si rivolge ai rappresentanti politici e soprattutto ai ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali perché inducano RFI a rispettare la normativa vigente in materia di VIA.

In ogni caso, balza subito in evidenza il paradosso che nei documenti presentati, RFI continua ad ignorare quanto è noto a tutti, cioè che nel Veneto il progetto cosiddetto “balneare” del 2010 è stato respinto da tutti gli enti coinvolti (Regione, Province, Comuni) e soprattutto che lo stesso Commissario straordinario per la TAV Mestre-Trieste, Bortolo Mainardi, ha proposto una soluzione alternativa basata sull’ammodernamento della linea esistente e sull’eliminazione dei colli di bottiglia. E’ del tutto evidente che anche la parte del progetto riguardante la nostra regione deve tener conto delle scelte fatte nel Veneto.

Va sottolineato anche che la nuova linea AV/AC avrebbe una tensione di 25 kV ca, mentre quella esistente è a 3 kV cc. Una nuova linea a 25 kV limitata alla tratta Trieste-Portogruaro non avrebbe alcun senso.

Preoccupa inoltre il fatto che il progetto RFI preveda un esercizio misto merci/passeggeri, mentre sappiamo che dal 2005, cioè dall’attivazione delle prime linee AV o AV/AC in Italia, su tali linee non è mai transitato un solo treno merci o un carro merci, ma solo ed esclusivamente treni passeggeri. E’ noto che i binari per l’alta velocità devono essere sempre in condizioni perfette per garantire la sicurezza e l’uso di carri merci tradizionali avrebbe un impatto devastante sui binari; non pare ipotizzabile la costruzione ex novo di nuovi carri merci speciali da dedicare alle linee ad alta velocità.

Nonostante questi problemi e la probabile maggiore durata e complessità della manutenzione necessaria per i binari, RFI presenta studi trasportistici, e quindi previsioni di traffico e una conseguente analisi costi-benefici, che non considerano le possibili conseguenze dell’esercizio misto merci/passeggeri su linea ad alta velocità, il che rende poco credibili gli studi e le analisi stesse.

Il naufragio di questo progetto è palese, riconosciuto da tutti, in primis da coloro che poco credibilmente lo ripresentano ancora una volta e oltretutto sconfessato dallo stesso commissario straordinario Mainardi. Sia archiviato dunque al più presto e si dia inizio ad una nuova fase progettuale che tenga conto delle reali necessità di sistemazione della linea esistente, trovando soluzioni meno impattanti possibile per gli interventi sulle strozzature che, una volta risolti potranno garantire una portata più che adeguata alle necessità di traffico future.

Legambiente FVG

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