Piano Regolatore di Pasian di Prato: per Legambiente FVG “una variante di altri tempi”
Piano Regolatore di Pasian di Prato:
per Legambiente FVG “una variante di altri tempi”
“Legambiente FVG, commentando le recenti cronache politiche del Comune di Pasian di Prato, riguardanti varianti urbanistiche non apprezzate nella stessa maggioranza per il forte impatto e per il possibile crescente consumo di suolo, prende lo spunto per chiedere alla Presidente Serracchiani ed all’assessore alla pianificazione territoriale Santoro nuovi provvedimenti, legislativi ed amministrativi, per riqualificare l’utilizzo della Valutazione ambientale strategica nelle procedure urbanistiche comunali, per avviare un Osservatorio regionale sul consumo di suolo, e per una moratoria in materia in vista del nuovo Piano di governo del territorio e del Piano paesaggistico regionale.”
COMUNICATO STAMPA
Udine, 3 settembre 2013
La mancata adozione del PRGC di Pasian di Prato per dissensi all’interno della maggioranza che regge il Comune evidenzia come, ormai, il tema del consumo di suolo e della corretta gestione del territorio rappresenta una problematica sentita da un’ampia parte dell’opinione pubblica in grado di influenzare le scelte dei politici di ogni colore.
Anziché insistere nel tentativo di portare avanti idee di sviluppo basate sull’occupazione di territorio e sull’aumento del debito pubblico per fornire servizi in aree troppo grandi e senza un disegno logico,quell’Amministrazione comunale farebbe bene a cogliere l’occasione per unirsi a quella schiera, sempre più numerosa, di Comuni che stanno invertendo la rotta e puntano sul recupero e la riqualificazione dei centri dei paesi, e sulla razionalizzazione dei servizi ai cittadini per rendere più competitive ed economiche le aree centrali dei centri abitati rispetto a quelle periferiche.
Il dato più significativo della variante riguarda i 103.000 mq di nuove zone di espansione urbanistica a fronte di una superficie analoga già edificabile da anni e mai utilizzata. Undici nuove zone che si aggiungono alle dodici già previste. Tutte queste zone necessitano di specifici piani particolareggiati da approvare e della realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione, strade, fognature, reti tecnologiche. Oltre a questo anche le zone edificabili a iniziativa diretta, cioè singoli lotti in cui si può richiedere il diritto a costruire da subito, vengono incrementate di altri 20.000 mq.
Per quale progetto di paese? Semplicemente un paese che si vorrebbe crescesse ancora a macchia d’olio, come ha fatto negli ultimi decenni, incurante della crisi economica, delle modifiche demografiche e delle modifiche socioculturali. La relazione di piano lo dice candidamente: è più difficoltoso ristrutturare i centri storici che prevedere nuove espansioni e quindi lasciamo cadere in disuso i centri dei paesi e aumentiamo i dormitori di periferia. Altra affermazione che sottolinea come questa sia una variante che appartiene al passato riguarda l’affermazione che il modello della casa singola isolata rimane il preferito, e quindi è inutile pensare ai recuperi edilizi o a modelli che consumino meno suolo! Pare poi che il Sindaco, tardivamente pentito, abbia comunicato la volontà di cancellare alcuni comparti di espansione, come se fosse possibile accendere e spegnere le zone edificabili senza alcun razionale disegno urbanistico.
Si può comunque immaginare che 123.000 mq di espansione edilizia necessitino di una seria verifica ambientale, ma, invece, l’amministrazione ritiene che tutto ciò non crei alcun problema e quindi che non sia necessaria neppure l’attivazione della procedura di Valutazione ambientale strategica. Quanto suolo viene perso, quanto nuovo traffico viene generato, quanto inquinamento prodotto, quanta energia sprecata? Tutte domande alle quali l’Amministrazione non intende dare risposte.
Legambiente FVG, pur augurandosi che l’Amministrazione comunale riveda completamente le proprie politiche urbanistiche, puntando sulla qualità del vivere anzichè sulla quantità del cemento, ritiene che su questa trascuratezza, come su altre, la Regione, che dovrà valutare ed esprimersi su questa variante, debba porre rimedio.
Come si può continuare a prevedere espansioni edilizie a pioggia e autocertificare la non sostanzialità della variante ed evitare così il ricorso alla procedura di valutazione ambientale strategica, come si potrà affermare che tutto questo è coerente con lo sviluppo sostenibile?
Dopo anni di procedure di VAS viziate dal voluto e sistematico svuotamento delle finalità della legge (decreto legislativo 152/2006) è ora che la Regione intervenga con due azioni forti e necessarie in tempi utili: l’approvazione di una legge regionale sulla VAS coerente e conforme alla legislazione nazionale e alla direttiva comunitaria di riferimento; e l’avvio di un sistema di contabilizzazione del consumo del suolo che consenta di salvaguardare il nostro territorio, e sia la base conoscitiva per il proseguimento del lavori del Piano di governo del territorio e del nuovo Piano paesaggistico regionale.