Più cemento o più naturalità?
Importante l’articolo pubblicato sul numero di settembre di Konrad, a firma Elia Mioni, sul doveroso ripensamento del turismo costiero in Friuli Venezia Giulia, perché continuare lungo la strada della cementificazione condurrebbe inevitabilmente in un vicolo cieco.
Turismo costiero: più cemento o più naturalità?
più rendita immobiliare per pochi o più economie diffuse reali?
La partenza dalla regione del tour 2013 di Goletta Verde, è stata occasione per fare un punto sulle politiche per la costa, in particolare quella lagunare.
Prendendo atto che ancora si discute di progetti al cemento. A Grado quelli di Sacca dei Moreri e Valle Cavarera, insieme ad altre lottizzazioni minori, valgono oltre 600 mila mc di nuovo edificato. A Lignano, tra il Tagliamento e Pineta, c’è un’idea, fortunatamente così non accettata dal Comune, da più di 800 mila mc su 200 ettari, compresa la riduzione di superficie del SIC “Pineta di Lignano”, che ospita la specie endemica stipa veneta. In mezzo, a Marano, la decisione comunale di far posto a Valle Grotari all’ennesima darsena da diporto nella Laguna. Vien da dire: la fantasia al potere, mentre le stesse cose ormai si fanno in ben altri luoghi del mondo, dal Kenya al Brasile, per i milioni di nuovi turisti che si affacciano sul mercato.
Non sono i posti letto a mancare nell’offerta turistica regionale, dicono gli addetti ai lavori. Queste nuove colate di cemento sarebbero private speculazioni edilizie e ulteriore consumo di suolo, non rilancio dell’economia turistica regionale.
Prossimamente l’UE aggiornerà le politiche comunitarie per la pesca e le attività marittime 2014-20, con una rinnovata attenzione all’economia costiera e alle aziende che dovranno essere multifunzionali per essere competitive: non solo acquacoltura ma pesca sportiva, vendita diretta, ecoturismo, attività educative. Un riequilibrio a salvaguardia di stock ittici vittime di una pesca non sostenibile.
Serve un cantiere territoriale per rivitalizzare energie sociali discutendo di quale nuova economia si voglia per la costa. E porsi il tema di quale governance debba assumersi la responsabilità di quest’area complessa.
Per Legambiente il punto di partenza non può che essere quello della rete di aree protette regionali e di siti di interesse comunitario che corre lungo tutta la costa regionale, ora senza coordinamento e gestione unitaria.
La passata maggioranza regionale, nonostante il proseguire di studi e ricerche, ha lasciato, per scelta culturale e politica, marcire i Piani di Gestione dei SIC, pochi dei quali vigenti, primo quello della Laguna di Grado e Marano.
Sembrano esservi nuovi atteggiamenti politici e amministrativi e il nostro impegno sarà affinchè siano gli strumenti tecnico-scientifici ad orientare le scelte economiche, sociali e politiche, diversamente da quanto è stato sinora e proprio perché riteniamo che l’economia, ed il turismo costiero, o sarà sostenibile o non sarà.
Per capirci: sembra che il Piano del Turismo, parte integrante del Piano di Gestione, presentato qualche mese fa, dica che un terzo delle barene oggi esistenti in Laguna è a rischio di distruzione in 20/50 anni a causa del moto ondoso provocato dai natanti. Il ritorno a ritmi erosivi naturali comporterebbe o significative riduzioni del traffico oppure il generalizzato rispetto dei limiti di velocità, che varrebbe tanto quanto la riduzione del 30% circa dei natanti in circolazione.
A partire da quali priorità si governerà la Laguna e le coste? La somma di particolari interessi privati, anche contradditori e contrastanti, quali l’affitto a peso d’oro di postazioni da caccia, il dragaggio a prescindere dei canali per i diportisti, la sicurezza degli allevamenti e dei prodotti ittici? Oppure un nuovo modello di offerta turistica che punti alla destagionalizzazione conservando, gestendo, coordinando e promuovendo la Laguna, l’ambiente, la fauna, il paesaggio e le risorse marine come la trezza?
Nel dibattito del 22 giugno a Lignano è stata anche avanzata la proposta al Comune ed alla Regione di valutare l’opportunità di un progetto LIFE per la Pineta di Lignano, in sintonia con quanto avviato sulla riva veneta del Tagliamento e proponendo un tavolo di confronto alla proprietà, per manutenere, valorizzare, e gestire l’area delle ultime dune costiere anche come fattore di integrazione dell’identità, dell’offerta e della promozione della località.
Un’altra idea di turismo può prevedere anche nuovi progetti e realizzazioni, come potrebbe essere un acquario-museo delle zone umide e delle lagune, che rappresenti sia la porta d’ingresso utile alla visita intelligente delle diverse aree protette e sia un biglietto da visita del diverso approccio turistico alla costa friulana.
Elia Mioni
Potete trovare Konrad a questo link konradnews.it