I risultati di Goletta Verde in FVG
Comunicato stampa
Monfalcone, 14 Agosto 2014
Foci e canali ancora una minaccia per il mare del Friuli-Venezia Giulia
Degli otto punti monitorati lungo i 111 chilometri di coste tre punti sono risultati “fortemente inquinati”: alle foci dei fiumi Isonzo e Stella e del canale di via Battisti a Muggia.
Legambiente: “Monitorare attentamente l’emergenza foci per ridurre non solo il rischio sanitario, ma anche e soprattutto per continuare a garantire la qualità ecologica dei mari e fiumi, coinvolgendo sia i comuni costieri che dell’entroterra”.
Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
In arrivo maxi-multa dall’Unione europea per la mancata depurazione e maglia nera in Italia: 66 milioni di euro di sanzione pari a 53,6 euro per ogni cittadino
E altri otto agglomerati del Friuli-Venezia Giulia rischiano multe per la nuova procedura di infrazione dell’Unione europea
Sono ancora le foci dei fiumi e di canali a mettere a rischio la salute del mare del Friuli-Venezia Giulia. Degli otto punti monitorati lungo i 111 chilometri di coste tre punti sono risultati “fortemente inquinati” e quindi con una presenta di carica batterica almeno del doppio rispetto ai limiti consentiti dalla legge: alle foci dei fiumi Isonzo e Stella e del canale di via Battisti a Muggia), che da anni continuano a immettere in mare sostanze che mettono a serio rischio il delicato ecosistema marino della regione. Fiumi e canali che raccolgono scarichi non depurati adeguatamente o addirittura che confluiscono a mare senza alcun tipo di trattamento. Criticità, quelle sul sistema depurativo, per le quali anche l’Unione Europea ci chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge anche otto agglomerati urbani del Friuli-Venezia Giulia nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Legambiente chiede quindi che Regione e amministrazioni comunali, sia dei centri costieri che dell’entroterra, si attivino immediatamente per risolvere i gravi deficit depurativi ancora presenti e non compromettere ulteriormente una delle principali risorse di questo territorio. Oltre il danno è in arrivo anche la beffa. Secondo il rapporto della “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche”, consegnato in questi giorni alla Camera dei Deputati, la regione più esposta alle multe in arrivo dall’Unione Europea per l’assenza di depurazioni è proprio il Friuli Venezia Giulia. Secondo i calcoli della stessa struttura, la multa in arrivo dal 1° gennaio 2016 sarà di circa 66 milioni di euro pari a 53,6 euro per ogni cittadino, sette volte la media nazionale (8,1 euro).
È questa la fotografia scattata dalla celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che chiude il suo tour 2014 proprio in Friuli-Venezia Giulia. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Monfalcone da Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde e Michele Tonzar, Legambiente Friuli-Venezia Giulia, alla presenza di Mara Cernic, vice presidente Provincia di Gorizia, Franco Sturzi, Arpa FVG e Massimo Schiavo, assessore all’urbanistica del Comune di Monfalcone.
“Il nostro Paese vive un vero e proprio deficit depurativo che purtroppo non risparmia neanche il Friuli-Venezia Giulia – afferma Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde-. Gli scarichi del 22% della popolazione non vengono correttamente depurati e rischiano di provocare l’inquinamento del mare, dei fiumi e dei laghi. È per questa battaglia di civiltà che il monitoraggio di Goletta Verde anche quest’anno è stato incentrato proprio su tratti di mare interessati da fenomeni di inquinamento legati a mancata o insufficiente depurazione, come le spiagge in prossimità a foci di fiumi e canali. Legambiente, è bene ribadirlo effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità. È evidente, però, che i punti critici evidenziati dai nostri monitoraggi meritano un approfondimento da parte degli enti competenti. Anche l’Unione Europea punta il dito sulla inefficienza della depurazione del Friuli-Venezia Giulia. Per l’ennesima volta rischiamo di pagare multe salatissime che graveranno su tutti i cittadini, soldi che potrebbero essere, invece, investiti sull’adeguamento dei depuratori”.
Proprio alla vigilia della stagione balneare, inoltre, l’Unione Europea ha nuovamente avviato una procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (procedura n. 2014/2059 del 31 marzo 2014) – dopo già due condanne a carico del nostro Paese – che coinvolge 8 agglomerati urbani del Friuli-Venezia Giulia (per un totale di 350.309 abitanti equivalenti) per i quali non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario o gli impianti non sono completamente conformi alla direttiva europea. Nel mirino dell’Ue sono finiti gli agglomerati urbani di Trieste-Muggia; Fiume Veneto; Maniago; Prata di Pordenone; Rivignano; San Daniele del Friuli; Pasian di Prato e Tricesimo.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 2 agosto scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Come detto sono tre i campionamenti, sugli otto complessi, che hanno ricevuto un giudizio di “fortemente inquinato”. Si tratta del prelievo effettuato a Muggia, in provincia di Trieste, alla foce del canale Battisti/Largo Caduti per la libertà (il cui agglomerato urbano come detto rientra anche tra quelli finiti nella procedura di infrazione dell’Ue); alla foce del fiume Stella, nel comune di Precenicco in provincia di Udine e alla foce del fiume Isonzo, nel comune di Grado in provincia di Gorizia. Per quest’ultimo punto è doveroso specificare che è in corso di realizzazione la cosiddetta “Dorsale goriziana”, maxi progetto da 40 milioni di euro che prevede la realizzazione di un unico, grande collettore fognario interrato da 25 chilometri che convoglierà tutti i reflui del territorio provinciale verso un solo impianto di depurazione, eliminando qualsiasi versamento nel fiume. È stato inoltre dato avvio ai lavori del mega depuratore da 50 milioni che sorgerà pochi metri oltre il confine, alle spalle del cimitero centrale di Gorizia, nel quale saranno convogliate a partire dal 2017 tutte le acque degli scarichi fognari di Nova Gorica che da anni finiscono nel torrente transfrontaliero Corno.
“Sono ormai diversi anni che chiediamo che si investa in maniera seria in questa regione per rendere finalmente i nostri corsi d’acqua una risorsa e non una minaccia per l’ambiente – dichiara Michele Tonzardi Legambiente Friuli-Venezia Giulia-. Le analisi della Goletta Verde non differiscono troppo da quelle dell’anno passato, a testimonianza del fatto, che qui siamo ancora lontani dal sanare definitivamente l’annosa questione della depurazione. A tal proposito, la nostra posizione è chiara, bisogna quanto prima estendere a tutti i cittadini il servizio di rete fognaria e monitorare attentamente l’emergenza foci per ridurre non solo il rischio sanitario, ma anche e soprattutto per continuare a garantire la qualità ecologica del territorio. Parimenti, frenare le colate di cemento nei comuni costieri, così come abbiamo denunciato ieri nel nostro dossier sul consumo di suolo, è un’altra priorità imprescindibile per ridurre il progressivo consumo di suolo e dare un futuro al turismo sostenibile della nostra regione. Bisogna invertire la tendenza che vede nella quantità la chiave dello sviluppo, vogliamo invece puntare sulla qualità e sulla tutela del territorio. Per la tutela dell’Alto Adriatico occorrerebbe, invece, avviare protocolli di intesa per una gestione integrata e coordinata delle politiche ambientali tra tutti gli Stati che affacciano su questo delicatissimo tratto di mare. Politiche che dovrebbero prendere in considerazione non solo la qualità delle acque, ma anche le attività di pesca, portualità e trasporto marittimo commerciale, senza dimenticare le infrastrutture energetiche”.
Proseguendo con i dati rilevati dal laboratorio mobile della Goletta Verde, è risultato nella norma il carico batterico rilevato a Trieste (al lungomare Benedetto Croce, in località Barcola); presso la spiaggia di Sistiana a Duino-Aurisina; alla spiaggia di Grado (presso incrocio viale del Sole/via Svevo); alla spiaggia sotto la terrazza a mare nel comune di Lignano Sabbiadoro. Infine discorso a parte merita il campionamento eseguito alla spiaggia di Marina Julia (via delle Giarrette) di Monfalcone. I valori di enterococchi intestinali riscontrati dai nostri tecnici sono di pochissimo al di sotto dei limiti di legge (190 UFC/100 ml rispetto al limite di 200 UFC/100). Per il punto in questione le acque di balneazione sono classificate ancora come di qualità “scarsa”. Vale la pena ricordare la direttiva europea (2006/7) quale stabilisce che, se le acque di balneazione sono di qualità “scarsa” per cinque anni consecutivi, è disposto il divieto permanente di balneazione, quindi entro il 2015 occorre raggiungere una qualità “sufficiente”. I divieti di balneazione che hanno interessato l’area, anche recentemente, non solo preoccupano i bagnanti e i cittadini, ma segnalano una criticità che va risolta al più presto.
Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Elena Susini, responsabile della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Friuli il COOU ha raccolto 3.780 tonnellate di olio usato, evitandone così lo sversamento nell’ambiente.
I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN FRIULI-VENEZIA GIULIA*
*prelievi effettuati il 2 agosto 2014
Il Monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.
Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml
Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
Goletta Verde è una campagna di Legambiente
Main partner: COOU
Partner tecnici: Novamont, Nau!
Media partner: La Nuova Ecologia, Rinnovabili.it
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