Legambiente Udine si interroga: qual è lo stato reale dei depuratori in provincia di Udine?
Pur con una legge nazionale sugli scarichi che affonda le sue radici nel 1976, successivamente perfezionata nel 1999 ed infine aggiornata nel 2006 due tra i più conosciuti comuni friulani , si è a conoscenza che siano ancora privi di un depuratore adeguato. Questo aspetto acquista particolare importanza per il fatto che nellerispettive fognature convergono ingenti scarichi stagionali, scarichi industriali e sanitari (ospedalieri) di notevole consistenza. I ricettori finali sono poi il mare Adriatico, la laguna di Grado e Marano, la Roggia di Carpacco ed infine il Fiume Tagliamento.
Il rischio di minacciare oltre che l’ecosistema e la salute, anche l’immagine e l’economia della regione FVG è quindi reale, quanto pare non si tratti di casi singoli e questo può costituire un’ulteriore preoccupazione. In un mondo in rapida e continua evoluzione è necessario che qualcuno si faccia garante dei processi di tutela dell’ecosistema e della salute pubblica verificando che, chiunque preposto, adempia in modo corretto e trasparente ai propri compiti. Tutto ciò in un atmosfera collaborativa e propositiva che faccia del continuo miglioramento lo scopo del proprio agire. Alcuni articoli pubblicati recentemente , metteno in evidenza delle criticità sul fatto che in Regione sia in atto un sistema virtuoso in grado di garantire la tutela delle risorse naturali e di chi ne beneficia. L’evidenza di scarichi non conformi ai decreti di recepimento delle direttive europee ed ancor più alle leggi nazionali in alcuni casi più stringenti, impone la necessità di approfondimenti mirati a verificare eventuali responsabilità o male abitudini che potrebbero essersi insinuate nel sistema. Tutto ciò con lo scopo ultimo di accertare l’affidabilità e credibilità degli enti cui il cittadino ha affidato il controllo e la gestione dell’ambiente in cui vive. È noto che in Italia la prassi è risolvere i problemi con promesse, puntualmente disattese, che cadendo in dimenticanza contribuiscono così all’aggravarsi dello stato generale delle cose. Il Circolo Legambiente di udine intende concorrere a mantenere elevato lo stato di guardia facendo si che chi sbaglia paghi senza che a rimetterci sia sempre l’ambiente (la cui generosità potrebbe un giorno improvvisamente cessare)o il cittadino onesto che con i propri sacrifici economici pensa di partecipare alla salvaguardia dell’ecosistema. I casi di Lignano Sabbiadoro e San Daniele del Friuli così come descritti dalla stampa, in più occasioni risultano eclatanti, ma altri casi del medio e basso Friuli meno conosciuti,ma già chiacchierati,potrebbero forse risultare altrettanto se non più significativi.Tra questi ci sono giunte segnalazioni in merito a Codroipo, Campoformido, Fiumicello e San Giorgio di Nogaro solo per citarne alcuni. Analoga la situazione a San Daniele del Friuli dove una denunzia parla di scarichi tossici e di rifiuti ospedalieri non sottoposti a disinfezione: perché ancora non è stato comunicato alcun chiarimento ne una smentita da parte del gestore e del sindaco? È intenzione del Circolo Legambiente di Udine approfondire sul territorio questi aspetti confidando nella collaborazione dei cittadini. L’acqua è un bene prezioso per la vita secondo solo all’aria. In regione, poi, l’acqua è fonte di economia e benessere e chi deve controllarne la qualità e tenuto ad adempiere al proprio mandato senza risparmio di risorse o tentazioni di autoassoluzioni in caso di inosservanza come sembra invece accadere in tempi recenti, ma se si guarda al Piano di Tutela delle Acque (fino a qualche giorno fa vigeva ancora quello del 1982 che non recepiva nulla delle norme più attuali), sicuramente anche in passato. Emerge allora che ci si dimentichi per più di 10 anni di far osservare il limite allo scarico per la carica batterica e quando finalmente lo si impone e il gestore non lo rispettarebbe. Altri impianti messi a norma più sulla carta che nella sostanza che al primo sovraccarico entrano in crisi; oppure contesti apparentemente premiati da riconoscimenti quali EMAs, Bandiera Blu, etc. dove il depuratore non risulta nemmeno collaudato a fronte di svariati milioni di euro di investimenti già spesi e risultando già in possesso di regolare e definitiva autorizzazione allo scarico . Dalla stampa, si parla già di investimenti per la riduzione dei costi di gestione, quando la gestione attuale di un gran numero di impianti non sembrarebbero nemmeno in grado di garantire gli standard di legge. Sempre dalla stampa, si apprende che sia emerso dalla riunione urgente convocata dal gestore in merito agli sforamenti del depuratore di Lignano Sabbiadoro che risulterebbero continui e non dovuti ad accidentali malfunzionamenti. A tale proposito come mai in consiglio comunale a suo tempo fu detto e ribadito dall’amministrazione e dal gestore che tutto procedeva al meglio proprio nel momento di maggiore carico stagionale? Come si giustificano i successivi sforamenti anche fuori stagione? Gli enti preposti hanno appurato se le numerose ordinanze di divieto di prelievo di mitili siano riconducibili agli scarichi di depurazione? In conclusione, il circolo Legambiente di Udine si rivolge agli enti preposti, al fine di dare una risposta concreta ed effettiva ai cittadini della provincia di Udine che continuamente chiedono lo stato dell’ambiente, in particolare circa la qualità dell’acqua in previsione dell’imminente apertura della stagione balneare.
Il Circolo Legambiente di Udine