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Le “bandiere” di Carovana delle Alpi

Nella nostra regione assegnate quattro “verdi” e quattro “nere”

Puntuali, come avviene ormai ogni estate a partire dal 2004, anche quest’anno sono arrivate le “bandiere nere” e le “bandiere verdi” che Legambiente attribuisce nell’ambito della sua campagna Carovana delle Alpi, con lo scopo di segnalare esempi negativi e positivi di iniziative e di progetti specificamente rivolti ai territori montani.

Nonostante le difficoltà dovute ad un anno davvero particolare, in Friuli Venezia Giulia, sulla base delle segnalazioni giunte, sono state assegnate quattro bandiere verdi e quattro bandiere nere. Tra le attività meritevoli di incoraggiamento figurano quelle avviate dalle Amministrazioni Comunali di Tramonti di Sotto e di Pinzano al Tagliamento, quelle di Friul Dane, una rete di imprese che operano nella filiera bosco-legno e quella del Consorzio delle Valli e delle Dolomiti Friulane. Tra i comportamenti e gli interventi da biasimare, invece, quelli della Direzione Regionale delle Foreste e del Servizio Difesa del Suolo, quello dell’Amministrazione Comunale di Pontebba e quello della Parrocchia di Zuglio. Per un approfondimento delle motivazioni rimandiamo alla lettura delle specifiche schede. Qui ci limitiamo ad alcune considerazioni di ordine generale.

Come hanno evidenziato Alessandro Ciriani e Marco Lepre, nel corso della conferenza stampa che si è svolta ad Udine lo scorso 16 luglio, c’è un tema comune che unisce quest’anno le varie assegnazioni: quello della cura del territorio e della sua corretta gestione e valorizzazione. Diverso però è il “peso specifico” delle bandiere verdi rispetto a quelle nere. Se nel primo caso si possono apprezzare iniziative in un ambito tutto sommato limitato, ben diverso è l’impatto delle decisioni di istituzioni e organismi regionali che operano a livello più ampio.

In un momento in cui la Regione punta molto sulla riscoperta della nostra montagna in chiave turistica, esaltandone la “natura incontaminata” e la grande “valenza culturale”, attraverso una costosa campagna caratterizzata da inserzioni pubblicitarie sui principali quotidiani nazionali, colpisce poi una gestione dell’ambiente e un comportamento nei confronti del territorio che vanno esattamente nella direzione opposta. Eppure, chi si occupa appena un po’ di turismo sa quanto sia controproducente propagandare un’immagine che poi non corrisponde alla realtà.

Negli anni Settanta un albergatore di una nota località della Carnia pensò bene di attirare turisti annunciando nel suo depliant pubblicitario che la sua struttura era dotata di piscina e campi da tennis che in realtà non c’erano o erano solo in previsione. La prima stagione gli andò tutto sommato bene, perché chi aveva prenotato, una volta giunto sul posto si rassegnò ad adattarsi, ma a partire dall’anno successivo, per effetto dell’esperienza e del “passa parola”, i clienti calarono drasticamente e la “cattiva fama” fu associata all’intera località, con conseguenze negative che si protrassero nel tempo. Ora, i visitatori attratti dalle idilliache e parziali descrizioni del nostro territorio cosa diranno quando troveranno fiumi senz’acqua, sentieri e mulattiere sostituiti da anonime strade forestali e beni storico-culturali trattati come la Pieve di San Pietro a Zuglio?

ALLEGATI:

Amministrazione Comunale Pontebba

Comune di Pinzano

Consorzio Valli e Dolomiti

Direzione Regionale Foreste

Friuldane

Idraulica Regione

Pieve di San Pietro

Tramonti di Sotto

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