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Presentazione del “Parco del Mare” : la risposta delle associazioni

Ieri abbiamo assistito all’ennesimo spot da campagna elettorale organizzato da parte di soggetti che ricoprono posizioni importanti nelle istituzioni della città.

Quest’anno a Trieste si è svolto il festival ESOF, nel quale è stato evidenziato il limite del modello di sviluppo in cui viviamo e ipotizzato di insediare nella nostra città un importante Istituto per studiare la sostenibilità ambientale, e qui al contrario si ripropone un tipo di museo abbandonato in molte parti del mondo. Grazie alle nuove tecnologie è possibile ora garantire un’interazione con la natura senza costringere essere viventi del mondo animale a vivere in cattività. Il voler ostinarsi a proporre, pur se in dimensioni diverse, il progetto dell’Acquario Parco del Mare dopo 15 anni dalla prima presentazione, costringe ancora una volta le sottoscritte Associazioni e Comitati ad intervenire per ribadire la totale contrarietà al progetto di costruire un Acquario e riproporre la restituzione alla piena fruizione pubblica di tutta l’area della Lanterna una volta rimossi gli edifici precari ed abusivi con un intervento di minima per la sua messa in sicurezza.

Nella presentazione di ieri, senza contraddittorio come evidentemente piace al Presidente Paoletti, sono stati evidenziati alcuni dati in merito ai tempi di esecuzione dell’opera, dei costi e dei finanziamenti, delle superfici e dei volumi da realizzare, del nuovo assetto urbanistico dell’area. Si è però taciuto sul fatto che il progetto, per essere approvato e avviato, ha necessità di avere a monte uno strumento attuativo, come prescritto dalla Regione approvando la Variante al Piano Regolatore del Porto. Questo significa che i tempi per predisporre i provvedimenti progettuali ed autorizzativi non saranno brevi, posto che dovranno essere valutati attentamente gli impatti ambientali e paesaggistici come le normative in vigore prescrivono.

Per quanto riguarda i costi da sostenere, gli scarsi elementi forniti non consentono al momento di analizzare il piano finanziario, l’unica cosa certa è che la parte pubblica concorrerà con 20 milioni di euro su una spesa prevista di 45. È stato affermato che la sostenibilità della spesa per la realizzazione del progetto e la sua gestione saranno garantite solo con un afflusso di 600.000 visitatori. Come si può rilevare i numeri ogni volta cambiano anche se il contesto geografico e demografico rimane sempre lo stesso e i flussi turistici sono soggetti a variazioni notevoli in un settore che, non solo causa la pandemia ma soprattutto per la situazione economica, presenta grande discontinuità. Va rilevato che il Provvedimento di modifica del vincolo esistente sull’area della Lanterna, predisposto dalla Soprintendenza, non solo elimina il divieto di edificare nel raggio di 130 m dal vecchio Faro, ma consente che i volumi degli edifici oggi presenti, per un totale di 31.000 mc, mai autorizzati e quindi abusivi, concorrano alla nuova costruzione, che a sua volta aggiunge ulteriori 15.000 mc.

Siamo molto preoccupati dal modo di operare della Soprintendenza, che, caso unico in Italia, elimina un vincolo di inedificabilità in un’area di grande pregio ambientale e paesaggistico, seppur mai fatto rispettare, con la possibilità di incrementare ulteriormente le volumetrie. Se questo è il suo modo di procedere, cosa succederà in Porto Vecchio, dove già si vedono proposte di stravolgimento del paesaggio con la proposta della Ovovia in mezzo ad edifici di grande pregio architettonico e modifica delle prospettive nell’ambito ex portuale e del versante collinare con i cavi, piloni e le cabine che passeranno, bora permettendo, a pochi metri dal Faro della Vittoria.

In merito all’assetto urbanistico dell’area in oggetto, che presenta un degrado notevole anche per le parti contigue al molo F.lli Bandiera, al di là di una diversa sistemazione dei parcheggi e dell’accesso, nulla si sa sul futuro della piscina terapeutica e sulla definitiva destinazione dell’ex centro meccanografico ora di proprietà del Comune.

È stato annunciata dal Sindaco la costruzione di un nuovo parcheggio sotterraneo davanti alla Stazione Marittima, sotto la statua di Nazario Sauro, e un altro sotto l’ex Mercato ortofrutticolo, riproponendo così una soluzione per eliminare la sosta delle auto sulle rive. Precedenti proposte di parcheggi sotterranei in piazza Unità, e davanti il teatro Verdi, sono rimaste sulla carta: oltre a presentare criticità dovute ai mutamenti climatici con maree sempre più alte e a creare grossi problemi di stabilità agli edifici circostanti, i parcheggi sono attrattori di traffico e ciò mal si concilia con la necessità di ricongiungere l’edificato sul fronte mare con il mare stesso. Una ultima considerazione riguarda l’operato della Presidenza della Camera di Commercio Giuliana, che a fronte di una consistente disponibilità finanziaria, derivante dai proventi del Fondo benzina e dalla sovrattassa agli iscritti, non ha ritenuto di partecipare ad altre iniziative in favore della città.

L’impiego delle risorse finanziarie per il Parco del Mare, invece di costruire un ulteriore Acquario (quello esistente è in fase di manutenzione straordinaria), dovrebbero essere impiegate a supporto delle categorie economiche che stanno subendo una crisi devastante che una volta terminata, ci consegnerà una città diversa nel suo assetto di botteghe artigianali, negozi, bar, osterie, tutti servizi di vicinato, probabilmente per sempre chiusi, modificando profondamente le relazioni e i rapporti sociali nei quartieri compromettendo la qualità della vita di tantissime persone.

C’è ancora tempo per ripensare al modello di sviluppo di questo territorio che si deve basare su parametri di sviluppo che premiano la qualità e non la quantità, impiegando le risorse finanziarie disponibili per progetti che si inseriscano in un’economia che persegua obiettivi di sostenibilità.

Comitato La Lanterna
CamminaTrieste
Triestebella
Legambiente
WWF
Unaltracittà
Adesso Trieste

Per informazioni: Andrea Wehrenfennig 3887219510; arch. William Starc 3489022201

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