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Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PREMOCI): le osservazioni di Legambiente FVG

  1. Si condividono le valutazioni positive emerse nel corso dell’incontro per il lavoro effettuato nella redazione del primo PREMOCI di questa Regione: un ampio lavoro di ricognizione dell’esistente tanto più valido nel momento in cui sarà accompagnato come detto dalla mappatura georeferenziata in corso. In particolare del PREMOCI abbiamo apprezzato l’attenzione e la quasi certosina mappatura dei nodi intermodali (situazione stazioni) e troviamo condivisibili le proposte di miglioramento, semplificazioni e completezza dei tracciati, di ricerca di ulteriori collegamenti intermodali, di punti di interesse e di uniformità grafica
  2. Si apprezza e si sostiene in particolare la richiesta di predisporre itinerari che tengano conto del principio secondo cui i percorsi devono essere ” brevi, diretti e sicuri” affinché la realizzanda rete di ciclovie regionali, nata con il dichiarato scopo di formare la rete per il cicloturismo, possa evolvere a tutti gli effetti in una dorsale regionale per la mobilità ciclistica ampia e integrata con le regioni e stati contermini
  3. Si condivide le proposte di FIAB di miglioramento dei tracciati (punto 2, Segnalazioni sugli itinerari della RECIR) quantomeno dal punto 2.1 al punto 2.6 avendo conoscenza diretta dei luoghi e condiviso tali suggerimenti in passate discussioni pubbliche e private
  4. Si programmi il completamento della ciclovia del Tagliamento e in particolare, per efficacia e semplicità, si realizzi in tempi brevi il tracciato in sponda sinistra, proposta che, come associazione, portiamo avanti da almeno 15 anni
  5. Si chiede di approfondire quali meccanismi di evidenza pubblica possano essere messi in atto in futuro affinché scelte così importanti per i territori come la realizzazione dei tracciati delle strutture ciclabili di importanza regionale possano essere condivise e valutate dai territori stessi (informazione, progettazione partecipata, …) senza peraltro perdere la connotazione di efficienza tecnica che deve obbligatoriamente contraddistinguerle
  6. Si chiede di integrare la tempistiche e programmazione delle opere da realizzare: il PREMOCI fotografa (bene) l’esistente e disegna (abbastanza bene) la rete del futuro ma non definisce i tempi di esecuzione; sono passati quasi 30 anni dalla prima legge regionale sulla mobilità ciclistica (1993) e 15 dalla prima RECIR (2006) e constatiamo come nessuna ciclovia può dirsi ad oggi realmente conclusa; diventa quindi a nostro avviso fondamentale che anche il fattore tempo venga preso seriamente in considerazione, non solo ipotizzando i tempi di realizzazione delle opere ma anche governando modalità e tempi di raccordo con tratti e segmenti di ciclovie parzialmente realizzate che necessitano di essere “collegate” (tabellazioni provvisorie, mitigazioni dei rischi dei tratti promiscui,…). Una condivisione nel web degli stati di avanzamento di tutta la rete può rendere il processo di realizzazione maggiormente trasparente; magari utilizzando il realizzando GIS
  7. Si migliori anche la governance nella gestione delle opere: l’immagine statica della rete della ciclabilità così come esce dalla programmazione del PREMOCI manca, a nostro avviso, di una seria riflessione in ordine al fatto che le ciclovie, soprattutto se di ampia valenza anche turistica, necessitano di una continua e permanente gestione. Tale gestione non si risolve a nostro avviso nella sola manutenzione ordinaria e straordinaria delle stesse (che comunque allo stato di fatto risulta carente e spesso frazionata in maniera conflittuale tra soggetti diversi) ma richiede l’individuazione di un chiaro soggetto responsabile che possa fungere da riferimento operativo per tutti coloro che, a vario titolo, operano e si rapportano con la “struttura ciclovia”. Un soggetto che sia in grado, nell’agire quotidiano, di relazionarsi con:
    – chi promuove l’immagine (promoturismo ma anche Pro loco e non solo),
    – chi cura i collegamenti intermodali (ferrovie e tpl),
    – chi a vario titolo interviene sul tracciato (enti locali, FVG strade,…),

Tale soggetto dovrebbe essere in grado di:
– promuovere le sinergie possibili tra enti pubblici e privati, in particolare coordinando e migliorando l’intervento degli operatori economici;
– gestire (anche attraverso i mezzi informatici, siti internet e social) le quotidiane informazioni che differenziano una mera infrastruttura da un più generale progetto di territorio in continuo divenire.

Detto in altro modo: fatta la ciclovia bisogna gestirla ed oggi non si vede un soggetto che ne abbia la competenza intesa come conoscenza e possibilità di intervento pronto, efficace ed immediato. È ovvio che potrebbe (e probabilmente dovrebbe) farlo la Regione ma pensiamo che per poterlo fare in maniera efficace dovrebbe quantomeno strutturarsi in maniera adeguata.

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