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Grazie Don Pierluigi Piazza

Legambiente FVG esprime dolore per la scomparsa di Don Pierluigi Di Piazza che vede così mancare una guida dotata di umanità esemplare e  di “intelligenza etica” (come l’ha definito Don Luigi Ciotti durante l’omelia). Tutta Legambiente si unisce al cordoglio ed esprime la vicinanza ai famigliari, alla comunità del “Centro di accoglienza E. Balducci”, alla Parrocchia di Zugliano, alla Diocesi e a tutti coloro che hanno collaborato e condiviso il ricco percorso proposto, nella condivisione, da Pierluigi.

Egli lascia un vuoto, non solo nella comunità regionale, per il mondo della cultura, della solidarietà verso chiunque sia in stato di bisogno, verso la Persona fragile a causa dello stato sociale o dalle avversità provocate dalle dittature, dalla miseria, da eventi climatici avversi.

 

Interpretava il Vangelo con le opere. Si dichiarava uomo e prete. Un Cittadino umile. Non ha mai vantato i riconoscimenti ricevuti. Verso tutti, con umiltà, si poneva in ascolto, sia che fossero personalità illustri, sia che fossero Persone con fragilità, bisognosi di cure. Richiamava il motto di Don Milani: “I CARE”, mi prendo cura. Diceva che bisogna avere un cuore compassionevole, ossia avvicinarsi  al prossimo “con-passione”; entrare in empatia; farsene carico. Senza questo moto del cuore non è possibile costruire relazioni vere e costruire una società di convivenza, la Pace.

Lo sosteneva  anche l’esempio di Don Ernesto Balducci, il “profeta dell’Uomo planetario”.  Il mondo, il creato è di tutti o non sarà di nessuno senza Pace.

Non ha realizzato soltanto Il “Centro Balducci”. Esso  è sorto da una esigenza di accoglienza di mettere in pratica il Vangelo e per il senso di giustizia. Pierluigi rivolse ai cittadini la richiesta di partecipare a questo progetto in modo fattivo. La comunità rispose generosamente. Da prima si acquistò i terreni , poi crebbe l’edificato come ora lo vediamo completato anche con fondi della Regione. Nel cammino il “Centro” è diventato un punto di riferimento culturale importante, sicuramente di rilievo internazionale. Infatti qui sono passati a testimoniare esperienze e i pensieri, personalità provenienti da ogni angolo della terra, del mondo accademico a quello della ricerca, delle arti visive a quelle della letteratura, dai statisti ai perseguitati. 

Un posto particolare qui è riservato agli ultimi, in specie ai profughi che scappano da guerre, persecuzioni, miseria o da sconvolgimenti climatici. 

Tra i primi ad essere ospitati furono i scarcerati in attesa di un loro nuovo inserimento sociale. Poi donne e uomini in difficoltà della regione.

Don Pierluigi era sempre disponibile verso chiunque lo chiamasse. Sosteneva chi aveva bisogno di supporto spirituale specie nei momento salienti della vita come la nascita e le difficoltà attraversate o la morte.  È stato presente nel portare supporto verso chi tratta il problema manicomiale o delle carceri o della salute. Assumeva posizioni anche intransigenti quando difendeva “l’umanità”, la giustizia, la dignità della Persona.

 Ha portato il suo generoso contributo ogni qualvolta veniva chiamato. Prima approfondiva l’argomento, poi ascoltava ed infine parlava fornendo sempre motivi di riflessione e suggerimento di possibili soluzioni condivise entrando in empatia.

Era parte integrante di LIBERA fondata da Don Ciotti, come pure del movimento per la Pace. Su questi argomenti si rapportava con le scuole coinvolgendo insegnanti e studenti. 

Ogni anno organizzava una marcia vicino la base aerea di Aviano che si concludeva con momenti di riflessione e una messa. Ricordava il rischio nucleare e denunciava l’immoralità delle ingenti spese in armamenti. Esecrava la mortifera ricerca e l’impiego delle nuove tecnologie nelle  armi. Tutte risorse, diceva,  distratte ai bisognosi e alla Pace. Citava con entusiasmo le encicliche papali, specie la “LAUDATO SII” e “FRATELLI TUTTI” sottolineando il dovere del rispetto di tutti gli esseri  viventi del Creato.

Assieme a diverse associazioni regionali e singole persone attente alle questione migratorie è stato ispiratore della “Rete DASI” (Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale) proprio per tutelare i Diritti violati di ogni profugo e per la loro accoglienza e integrazione. Pierluigi era persona  mite, ma sapeva essere determinata all’occorrenza. Così, ad un incontro della “Rete DASI” con le istituzioni regionali, all’offerta di cospicui contributi a favore del “Centro” egli ha risposto che la Giunta regionale avrebbero potuto  offrire anche un milione di Euro o due o quanti altri volesse, la richiesta della Rete non era di ricevere elemosina ma di una possibile politica di accoglienza diffusa, rispettosa dei Diritti della Persona, di tutti i migranti. 

Ha offerto l’ospitalità a moltissimi soggetti (associazioni, enti, istituzioni, sindacati, singole persone)  per realizzare i loro incontri. A quasi tutti, potendo, restando in disparte, ha partecipato restando in ascolto, dall’inizio alla fine, anche quando gli stessi membri del convivio si dimostravano disabituati al doveroso attenzione verso chi interveniva e egli argomenti trattati. Questa disponibilità gli era connaturata e destava ammirazione anche per questo.

Diceva: “Fa riflettere ogni giorno la complessità delle vicende umane Questa complessità sollecita la comunicazione chiede coinvolgimento, ascolto, ulteriore disponibilità. Disponibilità che è decisiva per essere e diventare ogni giorno il mio essere Prete e Uomo”

Durante l’omelia nel funerale l’arcivescovo ha ricordato la grande opera di Don Pierluigi testimoniata dal “Centro Balducci” che lascia in eredità alla Curia. L’amato fratello ha ricordato che Pierluigi non ha accumulato per se averi e che la sua eredità è l’insegnamento spirituale e morale rappresentata anche dalla laurea onoris causa assegnatagli dell’Università di Udine. Don Ciotti, suo amico, ha ricordato:“Ti sei laureato in teologia a Roma, ma questa laurea non è ai stata utilizzata dalla Chiesa locale”. Poi ha aggiunto: “ho asciugato con lui tante volte le lacrime” durante le difficoltà trascorse auspicandosi  che  a qualcuno venga anche un dubbio specie dopo i grandi riconoscimenti giunti a Don Pierluigi il quale rimarrà un faro per tutti. Per ritrovarlo non bisogna andare sulla sua tomba ma tra la gente dove lui vive.  Dichiarazioni che hanno sollevato significativi applausi di approvazione da parte della moltitudine dei partecipanti alla cerimonia, mentre i sacerdoti accoliti alla funzione dietro l’altare rimanevano controllati nello svolgimento del rito.

Pierluigi coglieremo i tuoi insegnamenti, rimarrai sempre nei nostri cuori.

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