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Le “bandiere” di Carovana delle Alpi: nella nostra regione assegnate 5 “verdi” e 2 “nere”

Puntuali, come avviene ormai ogni estate a partire dal 2004, anche quest’anno sono arrivate le “bandiere verdi” che Legambiente attribuisce nell’ambito della sua campagna Carovana delle Alpi, con lo scopo di segnalare esempi virtuosi di iniziative e progetti nei territori montani.

 

A FRIÛL CASHMERE (UNA FILIERA SOSTENIBILE).

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Frisanco (comune nel Parco delle Dolomiti friulane). Le capre sono sempre state presenti nella montagna pordenonese ma con l’abbandono e lo spopolamento, quest’attività si è persa e le capre friulane si sono estinte. Paola Zaccone e Tatiana Sbaragli hanno avviato nel 2020 un allevamento di capre asiatiche da fibra cashmere, assieme alla collaboratrice Martina De Florio. Così è nata l’azienda Friûl Cashmere che oltre alla  produzione di fibra gestisce  dei trekking con le capre, per scoprire la selvaggia Val Colvera. 

Motivazioni alla bandiera: da un allevamento di capre nelle Dolomiti friulane nasce una rete di microstalle che permette di aumentare il numero di capi e la produzione, senza diminuire il benessere animale, coinvolgendo il territorio. La filiera circolare si chiude con una bottega artigianale a Udine. 

 

AL COMUNE DI MALBORGHETTO-VALBRUNA (TURISMO DI QUALITÀ RADICATO NEL TERRITORIO) 

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Malborghetto-Valbruna.  Nel comune convive una popolazione trilingue (tedesco, sloveno e friulano) che ha saputo trarre dal territorio alpino le risorse necessarie attraverso un’oculata cura dei prati e dei pascoli per l’allevamento e dei boschi per la raccolta del legname e di altri prodotti secondari, integrando la propria economia con l’accoglienza turistica. Il valore del territorio è arricchito da numerosi e caratteristici eventi della tradizione che, scanditi dal ritmo delle stagioni e dai riti religiosi, offrono al visitatore un intimo contatto con la natura e la cultura del luogo.

Motivazione: il Comune, coinvolgendo le associazioni di volontariato e l’imprenditoria locali, ha saputo nel corso degli anni utilizzare al meglio le risorse naturali offerte dal territorio che, arricchite dalle tradizioni e dalla cultura alpina, hanno favorito l’accoglienza di un turismo sostenibile . anche durante i mesi invernali. 

 

AI CRAMARS Soc. Coop sociale (LA VETRINA DIGITALE DI PROSSIMITÀ) 

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Il declino demografico, evidente soprattutto nella montagna interna è accompagnato da una progressiva riduzione dei servizi. Ultimi baluardi rimangono spesso i piccoli negozi di prossimità  erogatori di servizi a favore di chi vi abita. Per restituire centralità e forza a queste attività, la cooperativa per lo sviluppo locale Cramars di Tolmezzo e l’impresa sociale Melius hanno avviato un progetto inedito finanziato dalla Fondazione Friuli: Proxima, la vetrina di prossimità. ProXima è una piattaforma usufruibile tramite un totem a display verticale situato all’interno del negozio (bar o piccoli alimentari) che consente di accedere ad una vasta offerta di prodotti e servizi di prossimità strutturati, per residenti ed ospiti, costruiti su misura e funzionali al punto vendita. Il sistema consente di acquistare prodotti non disponibili al banco e reperibili nello stesso negozio nei giorni successivi.

Motivazione: l’integrazione di “vetrine digitali” (totem) per l’acquisto di prodotti e servizi con i prodotti al banco favorisce la permanenza dei piccoli negozi nella montagna interna.

 

AL COMUNE DI RESIA (ex provincia di UDINE) (UN PIANO COMUNALE PARTECIPATO)

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L’amministrazione comunale di Resia è impegnata a contrastare l’abbandono dei servizi e il decremento demografico (Vieni a vivere e lavorare in montagna), a creare occasioni di lavoro e a valorizzare in modo sostenibile le risorse ambientali e culturali della valle. Ha colto anche l’occasione delle risorse del PNRR per alimentare questi processi. Alla stesura del Piano comunale di ripresa e resilienza hanno partecipato 77 persone, aderendo ai vari tavoli, delineando i valori chiave, le strategie e le idee, proposte e ipotesi progettuali e ponendo la Val Resia uno dei primi comuni in Italia ad aver elaborato un piano in tal senso.  

Motivazione: Il Comune ha messo in campo innovative strategie e azioni a favore della comunità e, in quest’ottica, ha realizzato un percorso che ha coinvolto gli abitanti del Comune nel disegno futuro della valle. 

 

A TOMMASO, MATTEO E TOMMASO, 3 RAGAZZI IN GAMBA

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Betania di Tolmezzo. Fino al 2009 era un’area marginale degradata, dove venivano abbandonati i rifiuti e la vegetazione non curata, si è trasformata oggi in un bel percorso pedonale protetto, frequentato da famiglie e anziani, al sicuro dalla trafficata strada che attraversa il borgo, in quel tratto priva di marciapiede. L’intervento di sistemazione è avvenuto nel corso degli anni, per fasi successive, grazie all’impegno della Consulta Frazionale e dell’Associazione Polisportiva e Culturale di Betania, al quale hanno contribuito numerosi residenti e le scuole con la Festa degli alberi. Già durante l’esecuzione dei lavori,  alcuni ragazzi avevano notato la cattiva abitudine di alcuni “appassionati” di motocross ed enduro di attraversare, senza nemmeno rallentare, il “loro” sentiero, in occasione delle scorrerie verso il conoide di deiezione del Monte Amariana.

Motivazione: Tommaso e i due gemelli Matteo e Tommaso sono tre ragazzi di 13 e 14 anni che non solo hanno contribuito ad una meritoria attività di volontariato che ha permesso di dotare il quartiere in cui vivono di un bel percorso pedonale, ma si sono anche distinti per aver promosso un’originale iniziativa in difesa di quanto realizzato.

 

“Le 5 bandiere attribuite quest’anno, condensano diverse pratiche virtuose e innovative,” commenta sandro Cargnelutti, Presidente di Legambiente “quali il turismo sostenibile radicato nella cultura e natura dei luoghi, processi partecipati per  disegnare il futuro delle comunità, il digitale al servizio della prossimità nel favorire permanenza dei piccoli negozi della montagna interna, inedite filiere circolari, esempi di senso civico, creatività e cittadinanza attiva dei  giovani. Le bandiere nere mettono a fuoco 2 temi:  il sovradimensionamento, non giustificato   dal punto di vista tecnico di opere di protezione e autorizzazioni di strutture edilizie  che rappresentano una ferita al  paesaggio e all’ambiente in cui le comunità operano.”

 

Nella nostra regione assegnate 2 “Bandiere nere” 

 

Al COMUNE DI VERZEGNIS che ha autorizzato il progetto e al Servizio Opere Pubbliche della Conca Tolmezzina autore del procedimento autorizzativo. (OPERA DI PROTEZIONE SOVRADIMENSIONATA)

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Pozzis (Verzegnis) Il livello di esposizione al pericolo da caduta massi dell’ abitato è molto modesto: il versante che lo separa dai punti di distacco è costituito da un bosco di faggio adulto in grado di intercettare e stoppare la maggior parte dei massi in discesa, ed è attraversato per 4 volte dalla strada provinciale 1, la cui carreggiata larga 6m (ma fino a 12 – 18 m nei tornanti) costituisce una efficace fascia di arresto dei massi; le falde detritiche boscate sottostanti i possibili punti di distacco sono sporadicamente alimentate da piccoli volumi: nelle maglie della barriera paramassi sopra ricordata si ritrovano, infatti, massi di 0,1 – 0,3 m 3 che rappresentano la taglia media dei volumi in caduta. 

Motivazione: l’evidente sovradimensionamento di un’opera di protezione da caduta massi in località Pozzis, isolato testimone dell’antica architettura dei villaggi montani della Carnia ante-terremoto, ha generato un importante impatto paesaggistico in quel particolare contesto.

AL COMUNE DI CLAUZETTO (AUTORIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA PRIVATA SUL CRINALE DEL MONTE TAIET – ROSSA)

Clauzetto. Il comune ha rilasciato il permesso di costruire “per eseguire i lavori di realizzazione di una piccola struttura ricreativa in un punto panoramico dell’area di elevato interesse ambientale,…”. La struttura, che funge da riferimento di una riserva di caccia privata e domina il paesaggio in tutte le direzioni tanto da essere ben visibile dalla pianura, ha restituito una ferita dal punto di vista paesaggistico, ambientale e sociale. La struttura, che ha goduto del contributo del Piano di Sviluppi Rurale, si trova sulla sommità di un crinale sud del monte Taiet-Rossa al limite del bosco di faggio che occupa buona parte del versante nord (Prealpi Carniche). L’uomo della strada si chiede: “È una pratica estensibile a chiunque lo richieda e per tutti i crinali sommitali erbosi della montagna regionale con vista sulla pianura e, nelle giornate limpide, anche sul mare?”. Si sa, molti di questi crinali, un tempo falciati dalla popolazione locale, sono di proprietà privata.

Motivazione: il Comune ha autorizzato la costruzione di una struttura edilizia privata sulla sommità del Monte Rossa visibile a grande distanza, dalla pianura in un’area di rilevante interesse dal punto di vista faunistico e paesaggistico.