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Il pensiero di Legambiente FVG alla nuova derivazione sul Tagliamento

Il pensiero di Legambiente FVG alla nuova derivazione sul Tagliamento

In un recente articolo sul MV il direttore del Consorzio di bonifica pianura friulana informa sui vantaggi della realizzazione di una condotta di collegamento tra il ”Canale SADE” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago. La logica sottesa è che il progetto porti benefici a tutti, nessuno escluso: non ci sarà un aumento delle portate di concessione (per ora), anzi “una riduzione durante periodi di crisi idrica”.
Sotto il profilo ambientale il prelievo non amplificherà le oscillazioni del livello del lago di Cavazzo, i rilasci a valle della presa di Ospedaletto saranno più generosi, il torrente Leale che restituisce le acque dell’alto bacino non avrà mai una portata inferiore a 5 mc/s e si escludono le interferenze negative con il sistema delle falde. Sarà garantita inoltre una quantità d’acqua di soccorso per gli usi idropotabili a Molin del Bosso e anche la produzione idroelettrica, a valle della derivazione, ne trarrà beneficio.

Tutto bene dunque? Mi permetto di argomentare rispondendo, per semplificare, ad alcune domande chiave.
1) Ci sarà una sottrazione d’acqua sul Tagliamento a seguito della condotta? La risposte è si. Durante le estati siccitose per garantire la portata di concessione alla presa di Ospedaletto il gestore della centrale è obbligato a rilasciare sul torrente Ambiesta che si immette nel Tagliamento a Cavazzo, una congrua portata. Il 40% si infiltra in subalveo, il 60% viene derivato. Con il prelievo dal canale Sade viene meno l’apporto in subalveo, stimato nell’estate siccitosa del 2022 in circa 15 – 17 milioni di mc. Sappiamo che le falde contengono le riserve strategiche di acqua e che il loro livello è in costante diminuzione
2) Il sistema attuale è resiliente? La risposta è si. Nell’estate del 2022, uno degli anni più siccitosi dal secolo scorso, con temperature che durante l’estate hanno superato alla stazione di Gemona ben 56 volte i 30° e con soli 264 mm di pioggia, al nodo idraulico di Andreuzza (Buia) è transitato una portata superiore all’82% della portata massima di concessione (25,5 mc/s), lasciando in asciutta solamente alcuni canali secondari
3) Possiamo stare pertanto tranquilli? La risposta è no. La crisi climatica, alla luce degli studi attuali intensificherà sia i fenomeni siccitosi sia i fenomeni alluvionali, soprattutto sui piccoli bacini, unitamente alla progressiva riduzione della neve in montagna e all’aumento all’evapotraspirazione; alcuni interventi lo stesso Consorzio li ha già messi in campo: l’ammodernamento delle reti irrigue e dei canali di adduzione, tramite i fondi PNRR, che ridurrà le perdite che il consorzio stima essere del 20%; la rimodulazione della tariffa in funzione degli effettivi consumi che stimola tecniche di irrigazione più efficienti il ravvenamento delle falde, mediante apposita e previa sperimentazione o la collaborazione a un progetto di riuso dei reflui ben depurati e affinati per renderli compatibili con l’uso anche in agricoltura. Sullo sfondo rimane la domanda chiave: cosa produrre, per garantire reddito agli agricoltori e mitigare nel contempo gli effetti della crisi climatica e della perdita di biodiversità e fertilità dei suoli nelle aree rurali.

Al di fuori del campo di operatività del Consorzio è utile ricordare il ruolo del PSR nell’ammodernamento delle tecniche di irrigazione, il Regolamento sul ripristino della natura per migliorare la biodiversità anche nelle aree rurali, necessaria per garantire fertilità nel tempo ma anche il ruolo che l’agrivoltaico potrà avere nella produzione di cibo e di energia rinnovabile, sostenendo così il reddito delle imprese agricole e nel contempo, tramite l’ombreggiamento, riducendo l’evapotraspirazione del suolo.

Quali conclusioni possiamo trarre dalle considerazioni sovraesposte? Molte ma riportiamo due in particolare che attengono più al metodo che al merito dei problemi:
– Accettare il senso del limite (no ulteriori prelievi dal Tagliamento) stimola l’innovazione all’interno del complesso sistema socio-ambientale
– Alle grandi opere che hanno un impatto sull’ecosistema fluviale e costano parecchio al contribuente mettere in campo una pluralità coordinata e sinergica di azioni non invasive come quelle (e non solo) soprarichiamate.

Il Presidente di Legambiente FVG