Bulimia di cemento in Friuli Venezia Giulia
Legambiente commenta un emendamento alla finanziaria regionale 2012 che usa strumentalmente la categoria di “Comune turistico”
COMUNICATO STAMPA Udine, 27 gennaio 2012
In questi giorni il primo caso a Castions di Strada, noto Comune a vocazione turistica (!!!), nel quale un campo di golf “giustifica” 200 mila metri cubi di complessi residenziali e relativo consumo di suolo.
Una crisi di bulimia di cemento ha evidentemente colto il Consiglio regionale durante l’approvazione della legge finanziaria per il 2012, la L.R. 18/2011.
La diagnosi, purtroppo postuma, è confermata dalla lettura di alcuni commi dell’articolo 6, “Interventi in materia di infrastrutture, territorio, edilizia e lavori pubblici”, che, fin dal titolo, evidenzia che stiamo parlando di una delle più costanti tentazioni “mangerecce” di tanti ceti politici, ancora convinti che ingrassare significhi stare bene, ed esibire uno status sociale superiore. Cioè – fuori di metafora – ancora convinti che cemento e asfalto sia la dieta che serve alla “crescita”…
L’emendamento è stato firmato da consiglieri fra i più autorevoli di questa Legislatura, Galasso e Colautti del PdL, votato dalla maggioranza con l’opposizione che vota contro senza farlo sapere, e prevede due tipologie per aggirare le norme urbanistiche vigenti.
La prima consiste nell’allargamento a fisarmonica della categoria dei “Comuni turistici”: se un Comune è “limitrofo”, ma basta essere anche solo “viciniori” – perché farsi condizionare dalla geografia! – a un Comune già classificato turistico basta chiedere di diventarlo e lo sarai. Questo influirà positivamente sull’individuazione di zone omogenee G, il che vuol dire insediamenti turistici.
Ma poniamo che un Comune abbia la sventura di non essere nemmeno “viciniore” a altro Comune turistico. Che fare per evitare che la storia, la geografia, l’economia e l’urbanistica spezzino per sempre ogni speranza di crescita per queste disgraziate comunità? Ecco la soluzione, semplice ed efficace: se “viene proposta la realizzazione di impianti turistici-ricettivi rispondenti agli standard nazionali, europei o internazionali di settore” da parte di qualche benemerito imprenditore, ecco che, anche i “Comuni aventi caratteristiche anche diverse da quelle proprie dei Comuni montani e costieri” possono chiedere di diventare Comuni turistici!
Perché tutto ciò? Qual è la famosa “ratio”, la logica, che la legge dovrebbe sempre avere? Non certo consumare suolo, né favorire speculazioni edilizie, ma semplicemente, da amministratori pubblici che sanno essere prima di tutto “buoni padri di famiglia”, per “l’incentivazione delle possibili entrate” di quei poveri Comuni che non sono ancora turistici e quindi non hanno sufficienti entrate in questi periodi sempre più neri.
Questa è la norma approvata, che sembra fatta su misura per progetti che da anni non riescono a trovare casa: un autodromo, tre o quattro campi da golf, qualche altra darsena. Ma soprattutto le annesse ville a schiera, centri congressi, e via cementando.
Il tutto in una Regione nella quale si vorrebbero fare due bretelle autostradali, terza corsia e TAV, raddoppiare Grado e fare un nuovo villaggio turistico in quota al Pramollo con uno in costruzione allo Zoncolan.
Se non è bulimia questa…
Ah, una cosa ancora: non mancherà la “valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente” in conformità alle direttive comunitarie. Se non altro per un motivo: del buon senso, delle leggi regionali e nazionali si può fare a meno, di quelle europee no, perché il rischio che la “crescita” non ci sia è – come sanno ormai tutti – solo colpa dell’Europa.
Legambiente FVG