Fine corsa per il progetto della funivia sul Pramollo
Che sia il capitolo finale del progetto della funivia sul Promollo? Sembra di si! Lo ha certificato la giunta regionale. L’assessore Regionale Santoro infatti ha dichiarato:
Stop della Regione Fvg alla cabinovia Nassfeld/Pramollo
“La Regione su Pramollo non ha mai cambiato idea – ha affermato l’assessore a Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Mariagrazia Santoro, ma il tempo della pazienza è finito ed è venuto il momento delle scelte definitive. A fronte di reiterate richieste ed incontri che si sono succeduti negli ultimi anni
-ha evidenziato Santoro- e alla stessa mediazione del Land Carinzia, abbiamo constatato con amarezza che la procedura per la pubblicazione del bando di gara per la realizzazione non poteva essere portata a termine. Mancano, infatti, sia le garanzie economiche del privato sia un piano economico e finanziario aggiornato asseverato da una banca”.
Nel 2016 Legambiente aveva assegnato la bandiera nera alla Regione e insieme al CAI e Mountain Wilderness aveva trasmessso alla Seracchiani questa lettera di cui riportiamo le parti salienti:
…. Le associazioni sottofirmatarie riconfermano la loro preoccupazione per tale progetto in quanto:
- la funivia, le piste, i sistemi logistici e tecnologici di supporto impattano su un’area di rilevante interesse ambientale, uno scrigno di biodiversità (sono presenti 2 siti di importanza comunitaria, una zona di protezione speciale e 2 IBA, “important bird areas” e un biotopo regionale);
- le politiche incentrate sui poli turistici invernali nell’ultimo decennio si sono dimostrate dispendiose e inefficaci per l’economia di chi vive in montagna. Ciò è confermato dal fatto che le località che hanno beneficiato di investimenti in piste ed impianti di risalita hanno segnato un decremento demografico superiore alla media dei Comuni della montagna (vedi Tarvisio, Ravascletto e Chiusaforte);
- la realizzazione del progetto Pramollo, esercitando una forte e inevitabile concorrenza sugli altri poli sciistici regionali, già in affanno, costituisce dal nostro punto di vista un’ulteriore criticità per la gestione di un’economia turistica che abbia ricadute concrete e durature nella comunità, la quale difficilmente verrà compensata da nuovi flussi provenienti da est o da altre regioni italiane;
- già in passato l’espressione della nostra contrarietà è stata espressa e le nostre osservazioni per la costruzione della nuova viabilità verso Pramollo non sono state ascoltate, tanto che, com’era prevedibile, la galleria costruita in siti geologicamente sensibili è poi franata ed è ormai irrecuperabile;
- il sito e i cambiamenti climatici in atto richiedono una profonda rivisitazione delle tradizionali politiche turistiche; le aree montane saranno maggiormente esposte agli effetti già evidenti di tali cambiamenti;
- in questo quadro anche la sostenibilità economica del progetto nel tempo non pare dimostrabile, a fronte di un investimento di tale importanza e con la consapevole certezza dei costi crescenti di esercizio (riduzione della stagione sciistica, maggiori costi per l’innevamento artificiale,…).
Le associazioni sottoscritte concordano invece con la Regione sul fatto che Pontebba e le comunità limitrofe debbano essere sostenute, anche a titolo di risarcimento per la pesante infrastrutturazione subita dal territorio dopo il terremoto nonché per gli effetti della dismissione dei servizi (caserme, dogana, stazione…), che ha portato al dimezzamento della popolazione. Lo stesso iter ventennale del progetto per Pramollo non ha certo favorito la ricerca di soluzioni alternative a favore di uno sviluppo sostenibile e integrato per la valle.