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L’asfaltatura della pista dell’aviosuperficie di Osoppo: una deleteria occupazione di suolo.

L’asfaltatura della pista dell’aviosuperficie di Osoppo: una deleteria occupazione di suolo.

20180218 114418Una lunga striscia di nero asfalto si estende fra i verdi prati di Osoppo. E’ il risultato di un insano gesto del Comune di Osoppo, complice la Regione, che ha consentito l’asfaltatura dell’aviosuperficie dell’Associazione volovelistica di Rivoli. Il Circolo Legambiente ha tentato, assieme a molti cittadini del paese, di opporsi, ma inutilmente.

La pista originaria era prato e non presentava, sentendo anche degli esperti, problemi né di sicurezza né altri inconvenienti. Del resto anche a Campoformido le piste sono a prato. Non chiare ragioni hanno indotto l’Amministrazione comunale ad avviare la procedura, che è stata approvata dalla Regione FVG – Direzione del Servizio Valutazioni ambientali, nonostante la sua attiguità con l’area ZSC del Medio Tagliamento. La violazione degli obblighi dettati dalla direttiva Habitat era ed è evidente. Basterebbe citare la studio redatto dall’Ispra (Consumo di suolo 2015), dove si constata come le implicazioni negative della cementificazione si ripercuotono in un raggio di centro metri anche nel restante territorio: la ZSC Medio Tagliamento è attigua a meno di 20m. L’autorizzazione era condizionata dall’uso dell’asfalto drenante, pare non ci sia, e dalla costanza dei voli previsti. Ci si chiede: un investimento, che si presume non indifferente, non cambierà l’attuale assetto dei voli ? Il committente ed il comune assicurano. Allora perché non continuare con il prato?  Al Comune di Osoppo nell’estate del 2017 è stata consegnata la Bandiera Nera di Legambiente a sottolineare la gravità di quest’azione. Tale demerito va ascritto anche alla Regione, in particolare al Servizio valutazioni ambientali, ma non solo, pure la Direzione della Biodiversità ha le sue responsabilità e a nulla valgono le tante prescrizioni per la corretta gestione del sito contenute in varie centinaia di pagine (ora pubblicate) se poi all’atto pratico si consente questa disgrazia.