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L’acqua pubblica minacciata in FVG

L'acqua non si vende

PER UNA GESTIONE DELL’ACQUA PUBBLICA, PARTECIPATA E SOSTENIBILE

APPELLO DEI CITTADINI, SINDACI e COMITATO REFERENDARIO A RIVEDERE LA LEGGE REGIONALE

Al via la raccolta di firme on-line del Comitato Referendario FVG

Firma anche tu!!

A poco più di 3 mesi dalla straordinaria vittoria democratica del SI al referendum del 12 e 13 giugno scorso, quando i cittadini del Friuli Venezia Giulia hanno detto un chiaro e netto SI per l’acqua pubblica e la sua gestione fuori dal mercato e dai profitti, la gestione del servizio idrico del FVG rischia di essere sottratta al controllo diretto dei Comuni e alla partecipazione dei cittadini, per essere consegnata a società private.

La Giunta Regionale ha approvato lo scorso 9 settembre un Disegno di Legge, peraltro non ancora reso pubblico nemmeno ai Consiglieri regionali, in cui mette in capo alle Province (la cui stessa esistenza è ora messa in discussione) la gestione dell’acqua e privilegia l’affidamento del servizio attraverso le regole del mercato.

Questo avviene in totale disattesa della volontà popolare e dei recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale, che ha sancito l’abrogazione delle norme a cui la Giunta fa riferimento. Il Comitato referendario 2 Sì per l’acqua bene comune hanno reso pubblico il testo della legge (sul blog http://perlacqua.wordpress.com alla voce materiali), condividendo anche la posizione contraria di ANCI regionale, denunciando l’operazione truffaldina con cui questa Giunta vorrebbe far rientrare dalla finestra ciò che i referendum hanno abrogato, cancellando così la volontà popolare.

“E’ per questo” – ha dichiarato Marco Iob, a nome del Comitato referendario – “che i movimenti, le associazioni e i comitati di cittadini che si sono impegnati nella Campagna referendaria, riprenderanno la mobilitazione con l’ “Appello per una gestione dell’acqua pubblica, partecipata e sostenibile” cui tutti i cittadini possono aderire, firmando l’appello on-line dal blog http://perlacqua.wordpress.com.
Chiediamo alla Regione di rivedere il disegno di legge regionale sulla base delle “linee guida” contenute nell’Appello e che delineano in cinque punti una normativa coerente con l’esito referendario nell’ottica di una gestione totalmente pubblica, della riduzione degli sprechi e della tutela del diritto di tutti all’acqua.”

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