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Da TARSU a TIA? Chi “rifiuta” meno, deve pagare meno

Trasformazione da Tassa rifiuti (TARSU) a Tariffa (TIA):  dichiarazioni dell’assessore Martinelli condivisibili, ma serve garantire equità e informazione ai cittadini

Legambiente condivide quanto affermato dall’assessore al bilancio Martinelli in relazione alla necessità di procedere nella sostituzione della Tarsu sui rifiuti con la Tariffa Igiene Ambientale (TIA). E’ importante però che ci si avvii verso l’applicazione della TIA Puntuale, per affermare il principio cardine di questo metodo: chi produce meno rifiuti indifferenziati paga di meno.

 

Il passaggio dalla Tarsu, che viene stabilita in base alla superficie dell’abitazione, ad una che ha come elemento cardine la quantità di rifiuti effettivamente prodotti, è un passaggio che avrebbe dovuto essere applicato fin dal 1997 con l’emanazione del “Decreto Ronchi” e sarebbe un chiaro segnale di equità ed un modo per gratificare i comportamenti dei cittadini virtuosi. Nella sostanza accade che ad ogni famiglia viene dato un contenitore nel quale è collocato un microchip (transponder) che identifica con assoluta precisione quella determinata famiglia. Questo contenitore viene utilizzato esclusivamente per il rifiuto che non può essere riciclato (secco residuo). Ogni qualvolta il bidone verrà svuotato, a quel nucleo famigliare verrà conteggiato uno svuotamento. A fine anno la bolletta dei rifiuti che arriverà a casa, risulterà costituita da 2 voci: una quota fissa ed una variabile. La parte variabile sarà proporzionale al numero di svuotamenti effettuati (limitatamente, come detto, alla frazione del secco residuo). Questo fa sì che ci sia la massima cura a “far durare” il volume del bidone il più a lungo possibile, separando al massimo tutti i materiali riciclabili e compattando anche quelli non riciclabili.

 

Legambiente

Circolo “Green Gang”

Monfalcone

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