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Energia: la Regione continua a menar il can per l’aia su una seria pianificazione, mette al sicuro le scelte a favore dei poteri forti e inventa un originale sitema di “concussione” legale

COMUNICATO STAMPA                                                                                       Udine, 24 settembre 2012

Legambiente FVG chiede la moratoria alla realizzazione di nuovi distributori di carburante in zone agricole.

Questa settimana verrà discusso dal Consiglio Regionale il ddl 210 in materia di “energia e distribuzione dei carburanti”.
Si tratta di un provvedimento che vorrebbe definire in maniera organica la pianificazione energetica ed i provvedimenti autorizzativi di impianti di produzione e reti di trasporto.

Per quanto riguarda il tema della pianificazione energetica, il provvedimento ci pare, oltrechè tardivo, sostanzialmente un menare il can per l’aia rimandando a futuri atti decisioni che dovrebbero essere prese oggi: il Friuli Venezia Giulia è da anni privo di una pur minima politica energetica, di un Piano Energetico Regionale nuovo non c’è traccia, né c’è un percorso esplicitato per arrivarci in tempi definiti, non esiste una pianificazione territoriale per l’insediamento degli impianti energetici (e da questo discende anche una infinita serie di conflittualità locali che riguarda anche gli impianti a fonte rinnovabile).

L’unica attività dell’attuale giunta è stata la distribuzione a pioggia, spesso sovrapposta a quella nazionale, di microincentivazioni alle energie rinnovabili ed all’efficienza energetica; sostanzialmente uno spreco di denaro pubblico senza alcuna forma di controllo e di valutazione dei risultati.

Pertanto, la definizione di un complesso sistema di pianificazione, come quello previsto dal ddl 210, senza che ne esistano i presupposti ci appare più come un velleitario programma, o ancor peggio fumo negli occhi per occultare l’assenza totale di azioni serie e concrete. Per di più si inventa una nuova forma di aggregazione dei comuni per la redazione di Documenti Energetici Comunali che non ha alcuna relazione con altri atti pur attualmente in approvazione o discussione da parte della politica regionale, quali le proposte di “sistemi territoriali locali” per gestire la pianificazione territoriale, o le istituende unioni dei comuni montani, o il riassetto generale degli Enti Locali conseguente ad una riduzione o abrogazione delle provincie. Si può dire che lo stato di confusione è totale.
Questa confusione è ulteriormente amplificata per quanto riguarda il tema delle autorizzazioni spostando alle Provincie le competenze attualmente in capo ai Comuni. E’ evidente che non sappiamo di quali provincie oggi stiamo parlando, ma, se il problema è quello della difficoltà dei comuni ad affrontare tecnicamente questa competenza, bisogna innanzitutto affrontare la efficienza e la chiarezza delle procedure amministrative e gli aspetti organizzativi delle strutture per affrontarle.

Ma c’è di peggio. Con l’art.17 si introduce una fattispecie di “concussione per legge” che nulla ha a che vedere con una procedura aperta e precedente all’autorizzazione di inserimento delle opere in un contesto territoriale, sociale ed ambientale. Per gli impianti di competenza statale o regionale, tanto per chiarire gassificatori, grandi linee elettriche, centrali elettriche di potenza al di sopra di 30 MW , nel provvedimento legislativo compare un inedito potere di veto che la Giunta si attribuisce, una volta espletata la procedura autorizzativa di legge, obbligando i proponenti di impianti e infrastrutture energetiche ad accordi per negoziare compensazioni socio-economico- territoriali e ambientali. Ci troviamo di fronte all’apertura di un terreno scivoloso e viscido che riteniamo non possa essere accettato da nessun serio imprenditore.

C’è infine un altro terreno pericoloso : quello della possibilità della Giunta Regionale di dichiarare la pubblica utilità di un intervento anche oltre quanto previsto dalla legislazione esistente, permettendo quindi l’espropriazione di aree e la dichiarazione di urgenza e indifferibilità delle opere. E per non sbagliarsi all’art.18 questa possibilità viene chiarita per gli elettrodotti transfrontalieri, di fatto fotografando la proposta del collegamento Wurmlach_Somplago , per la felicità dei proponenti di una merchant line che non nulla a che fare con l’interesse pubblico.

Legambiente FVG ha presentato puntuali osservazioni e molte proposte modificative in sede di audizione da parte della Commissione Consiliare competente. Ma di ciò non c’è praticamente traccia nel testo approvato dalla Commissione e che verrà discusso dal Consiglio Regionale. Ce ne dispiace, ma dispiace ancor più il modo in cui è trattato un argomento, quello dell’energia, decisivo per il futuro della Regione.

Per quanto riguarda la materia della distribuzione dei carburanti Legambiente FVG fa una proposta al Consiglio Regionale. E’ noto che oggi si possono costruire ed insediare distributori di carburanti lungo le strade in deroga a qualsiasi previsione urbanistica. In futuro inoltre le necessità di distribuzione del metano per autotrasporto probabilmente porterà ad una ulteriore espansione di questi insediamenti.
Finalmente la “classe politica” sembra aver preso coscienza del drammatico tema del consumo di suolo e si stanno preparando strumenti legislativi ed amministrativi per farlo. Il nostro premier Monti lo ha annunciato e l’assessore Riccardi lo ripete in tutte le “conferenze di pianificazione” e “tavoli tecnici” relativi. Se effettivamente si vuole andare in questa direzione invitiamo il Consiglio Regionale ad approvare subito una norma di moratoria, fino all’entrata in vigore delle disposizioni specifiche, che impedisca di realizzare distributori di carburante in aree non urbanizzate ed in particolare in quelle a destinazione agricola e ambientale. In altre parole vorremmo chiedere “non fiori (parole) ma opere di bene”.

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