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Trieste dice no al rigassificatore: la mobilitazione continua

Sabato 1 dicembre 2012 ore 17.00,  in piazza Unita’

Ancora tutti insieme, accanto all’albero di Natale, cittadini preoccupati ed indignati per manifestare la contrarietà della nostra città alla costruzione del rigassificatore. Realizziamo una marcia simbolica di protesta con destinazione Palazzo della Regione e Prefettura perché la voce di Trieste arrivi sino al Governo. Auspichiamo la partecipazione del sindaco di Trieste e degli altri comuni, della presidente della provincia e dei componenti dei vari consigli degli enti locali.

 

Questo nuovo mostro non s’ha da fare perché antieconomico ed antiproduttivo, dannoso e pericolosissimo per tutti noi di Trieste, Muggia, S.Dorligo, Capodistria, Pirano e Isola.

Iniziativa promossa da “Cittadini in rete” e dalle realtà frequentanti Multicultura Center di via Valdirivo 30.

Hanno aderito all’iniziativa varie associazioni, nonchè quelle ambientaliste e della rete di economia solidale – “RES-FVG”-, “Bioest”, “Italia Nostra”, Legambiente, come pure l’UDS (Unione degli Studenti) e “Multicultura center”.

Per aderire alla manifestazione: triestedicenoalrigassificatore@hotmail.it.
triestedicenoalrigassificatore.weebly.com

Pagina Facebook: Trieste dice no al rigassificatore.
tel. 338 211 8453

Venerdì 30 novembre ore 20 c/o Multicultura center in via Valdirivo 30 riunione preparatoria per il 1 dicembre e programmazione delle future iniziative.

– Il rigassificatore porterebbe lavoro ? E’ una balla! Al terminal petrolifero della Siot operano alcune decine di tecnici, idem sarebbe per l’ipotizzato rigassificatore.

– Esiste un rischio per la popolazione? Si, e non solo di guasti tecnici, ma anche di esplosione dei serbatoi a terra e della nave gasiera, sia per errori umani che per attentati all’impianto e ai sistemi di controllo: un danno ai serbatoi potrebbe liberare vapori di metano superfreddi e più pesanti dell’aria, letali per la popolazione coinvolta. Se poi i vapori si incendiassero finiremmo tutti arrosto!

– L’impianto di rigassificazione del gas liquefatto a -162° utilizza l’acqua marina, che deve essere clorata per impedire le incrostazioni nello scambiatore termico. Si formerebbero di conseguenza composti organici alogenati ecotossici nel mare, che si trasmetterebbero nella catena alimentare attraverso il pesce.

– Il sedimento marino nella baia di Zaule contiene metalli pesanti, tossici per gli organismi viventi. Soprattutto mercurio che verrebbe risospeso nell’acqua al passaggio delle navi gasiere, entrando nella catena alimentare.

– Il traffico delle gasiere (oltre 100 navi l’anno) ostacolererebbe il traffico commerciale in porto. Che ne sarebbe della progettata espansione dell’area e dei traffici portuali, essenziali all’economia della città ?

– La Regione incamererà l’IVA sul gas scaricato ? Forse, ma il mercato di gas liquido è al centro di una competizione internazionale. Sono in costruzione e potenziamento i gasdotti, il rigassificatore potrebbe risultare inutile.

– Anche se il gas liquefatto non arrivasse, Gas Natural avrebbe un guadagno assicurato pari a circa il 70% della potenzialità dell’impianto, spalmato sulle bollette del gas, ovvero sarebbero i cittadini a pagare.

– L’Autorità dell’energia elettrica e del gas propone di azzerare gli incentivi per gli impianti ancora da costruire, allora anche se il progetto fosse approvato la Gas Natural non avrebbe nessun interesse a realizzarlo, ma lo venderebbe ad altri in attesa che l’impianto fosse classificato come strategico. Una spada di Damocle sul futuro di Trieste!

– No se pol ? I rigassificatori a terra sono un esempio di tecnologia superata, oggi esistono navi gasiere con l’impianto di rigassificazione a bordo: scaricano lontano dalla costa e, fatto il lavoro, se ne vanno senza ostacolare l’attività portuale. Se pol ! se è indispensabile importare gas liquido !

– Il presidente della regione Tondo vuole il rigassificatore, e la procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale è stata forzata per raggiungere un risultato di approvazione, ignorando le posizioni contrarie del Comune di Trieste, della Provincia e dell’Autorità sanitaria espresse in Conferenza dei servizi. E la democrazia dove sta?

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