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Oltre 3000 firme contro il rigassificatore di Trieste

Oltre 3000 firme contro il rigassificatore di Trieste

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Oltre tremila firme contro il rigassificatore di Trieste. Gli ambientalisti al Governo: “Il progetto va tolto dall’elenco delle infrastrutture energetiche di interesse europeo e va annullato il decreto VIA del 2009.”

Sono oltre tremila (3.092 per la precisione) le firme raccolte da WWF, Legambiente e Italia Nostra contro il progetto del rigassificatore che la multinazionale spagnola GasNatural vorrebbe far costruire nel porto di Trieste. Le tre associazioni le hanno spedite nei giorni scorsi ai ministri dello Sviluppo economico, Zanonato, dell’ambiente, Orlando e dei beni culturali, Bray.

Le firme sono accompagnate da una nota, nella quale le tre associazioni sollecitano l’eliminazione dall’elenco delle infrastrutture energetiche di interesse comunitario del progetto di GasNatural, alla luce dei suoi pesanti impatti sull’ambiente e la sicurezza (per es. il rigassificatore sorgerebbe a poche centinaia di metri dalle abitazioni, in un’area dove già sono presenti numerosi impianti industriali a rischio di incidente), impatti non adeguatamente valutati dagli organi competenti.

L’inserimento in tale elenco era stato caldeggiato, in particolare, dall’allora ministro Passera, come è stato accertato dalle associazioni nei vari contatti avuti con le istituzioni europee. WWF, Legambiente e Italia Nostra chiedono quindi che il ministro Zanonato non prosegua sulla strada tracciata dal suo predecessore.

A ciò si accompagna la richiesta di annullare il decreto VIA del 2009 (firmato dagli allora ministri Prestigiacomo e Bondi), che sanciva il “via libera” ambientale al progetto del rigassificatore. La procedura seguita era stata però viziata da numerose e gravi illegittimità, evidenziate nei vari ricorsi che sia gli ambientalisti, sia gli enti locali, hanno presentato al TAR del Lazio, contro il decreto incriminato.
Illegittimità alle quali se n’erano aggiunte poi altre, come la scandalosa gestione – da parte di alcuni funzionari regionali (all’epoca della Giunta Tondo) – della procedura AIA sul progetto di GasNatural.
I successivi ministri dell’ambiente e dei beni culturali, Clini e Ornaghi, non se l’erano sentita di mettere fine a tutto ciò, limitandosi a “sospendere” il decreto VIA del 2009, per ragioni legate all’interferenza del progetto con le prospettive di sviluppo dei traffici portuali. WWF, Legambiente e Italia Nostra sottolineano però che, oltre all’impatto negativo sugli altri traffici nel porto di Trieste, il rigassificatore implicherebbe anche pesanti conseguenze negative sull’ambiente (specie quello marino) e sulla sicurezza degli abitanti; aspetti questi sottovalutati e in qualche caso addirittura ignorati dagli enti che avrebbero dovuto valutarli.
La sospensione di Clini e Ornaghi scadrà il 18 ottobre prossimo e a quel punto il decreto VIA riprenderà piena efficacia, permettendo al ministero dello Sviluppo economico di concludere la procedura per l’autorizzazione unica all’impianto, ultimo atto che consentirebbe agli spagnoli di cominciare a costruire il rigassificatore. Da ciò l’opportunità che i nuovi ministri annullino il decreto del 2009, senza attendere il giudizio sui ricorsi tuttora pendenti al TAR.
“Chiediamo in sostanza – concludono le associazioni ambientaliste – che gli esponenti del nuovo Governo italiano abbandonino il ruolo di sponsor del progetto di GasNatural, svolto dai predecessori, prendano atto delle gravissime carenze del progetto e delle valutazioni svolte sullo stesso e agiscano di conseguenza. L’incredibile vicenda del rigassificatore di Trieste si trascina dal 2004: è tempo di concluderla definitivamente.”
WWF, Legambiente e Italia Nostra ricordano nella nota l’opposizione al progetto espressa ripetutamente da tutti gli enti locali interessati – anche con importanti cambi di rotta (soprattutto da parte della Regione e del Comune di Trieste) rispetto al passato – e richiamano i propri documenti, che evidenziano le gravi carenze del progetto e le illegittimità riscontrate nei processi valutativi sullo stesso.
La nota delle associazioni è stata inviata per conoscenza anche alle Direzioni Generali Energia e Ambiente della Commissione Europea e alla presidente del Friuli Venezia Giulia, Serracchiani.

Recapiti:
WWF Friuli Venezia Giulia – via Rittmeyer 6, 34132 Trieste, e-mail: friuliveneziagiulia@wwf.it
Legambiente Friuli Venezia Giulia – via G. Leopardi 118/10, 33100 Udine, e-mail: info@legambientefvg.it
Italia Nostra Friuli Venezia Giulia – corso Italia 21, 34122 Trieste, e-mail: fvg@italianostra.org