Stop al carbone: da Monfalcone un segnale per una svolta
Stop al carbone
Legambiente: da Monfalcone un segnale per una svolta alle produzioni di energia
Monfalcone, 23 luglio 2013
L’incontro pubblico di venerdì scorso sul futuro della centrale termoelettrica è stata un’ulteriore occasione per dimostrare alla società A2A che la riproposizione del carbone è una scelta sbagliata che il territorio non potrà mai accettare. Allo stesso tempo, il messaggio che ne vien fuori, che si aggiunge a quelli già lanciati in altri incontri pubblici organizzati da Legambiente e da Bisiacheria in Movimento, crediamo che sia arrivato forte e chiaro ai decisori politici che, sulla questione, dovranno formulare un loro parere.
La confusione sull’effettiva intenzione di prevedere, a regime, un solo gruppo o la conservazione dei due gruppi attuali accanto a quello di nuova costruzione (che vorrebbe dire poco meno di 700 MW), nonostante le successive rassicurazioni fornite dall’ing Tiberga sulla intenzione di chiudere i gruppi 1 e 2 al momento dell’entrata in funzione del nuovo gruppo, non tranquillizzano per nulla.
Come peraltro già dichiarato in tutte le precedenti occasioni di dibattito, Legambiente è assolutamente contraria alla riconversione a carbone della centrale, per gli evidenti effetti dannosi sul clima e sulla salute delle persone. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti e riconosciuti dal mondo scientifico, e spetta all’Europa, all’Italia e al Friuli Venezia Giulia dimostrare con esempi ed azioni concrete che si vuole dare una svolta energetica alle produzioni di energia, mettendo al bando il carbone, il più climalterante tra i combustibili fossili, responsabile in Italia di oltre 360 morti premature l’anno per effetto delle emissioni rilasciate in atmosfera.
Legambiente, oltre ad esprimere un deciso NO, ha formulato delle proposte di riconversione che vanno verso una decisa inversione di rotta, in quanto credono fermamente nella possibilità di coniugare sviluppo, ambiente, salute e lavoro.
Al tavolo istituito dalla Provincia, dal quale ci attendiamo un sostegno alle ipotesi di riconversione alternative al carbone, fa ben sperare la partecipazione di Massimo Scalia, docente di fisica all’Università “La Sapienza” di Roma e storico esponente di Legambiente e del movimento antinucleare, il quale, alla presentazione del rapporto di Greenpeace sugli effetti nocivi del carbone, in relazione alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, dichiarava:”Si tratta di una scelta che va contro la difesa dell’ambiente”.
La soluzione per la centrale di Monfalcone va quindi cercata in una più innovativa strategia, che guardi all’immediato miglioramento dell’impianto attuale, individuando le tappe per giungere alla chiusura dell’impianto a carbone ed alla sua contemporanea sostituzione con impianti ed attività produttive che portino tecnologie innovative.
A tal proposito, riassumiamo le proposte a suo tempo già avanzate, aggiornate con quanto emerso dal dibattito di questi giorni:
No alla realizzazione di un nuovo gruppo a carbone e relativa combustione di CSS
Smantellamento dei due gruppi ad olio combustibile e delle relative cisterne non più utilizzate e bonifica dell’area
Ambientalizzazione con Denox e abbattimento delle polveri dei due gruppi a carbone esistenti
Realizzazione di un piccolo gruppo alimentato a gas (100 MW), con allacciamento al gasdotto situato ad un km dalla centrale, per dare continuità alla produzione di energia (notte, momenti di scarsa efficienza della immissione in rete dell’energia da FV)
Definizione della data di dismissione della centrale a carbone nell’ambito della Strategia Energetica Regionale (SER), che la Regione intende attivare (entro 2020?)
Creazione di sinergie tra le istituzioni del territorio e coinvolgendo A2A, per favorire l’insediamento di realtà produttive innovative, come sta avvenendo, per esempio, con la Archimede Solar Energy, l’azienda del Gruppo Angelantoni che opera nel settore delle Energie Rinnovabili e che ha sede in Provincia di Perugia, che produce Tubi Ricevitori per centrali solari termodinamiche (progetto Rubbia) ed elementi per Solare a concentrazione
Realizzazione di un parco Fotovoltaico di 2-3 MW negli spazi liberati dalle infrastrutture del T.E.
Legambiente FVG