L’insostenibile consumo di suolo
Comunicato stampa presentazione libro “L’insostenibile consumo di suolo”
Udine, 4/03/2014
Il consumo di suolo è la trasformazione irreversibile di aree agricole o naturali in aree urbanizzate. Si stima che nella nostra regione tra il 1980 e il 2000 sono stati persi oltre 6500 ettari di superfici agricole, trasformate in gran parte in capannoni, centri commerciali e aree residenziali. E’ come se ogni giorno fosse stata urbanizzata una superficie pari ad un campo da calcio.
Dati che sono emersi dalla presentazione del libro “L’insostenibile consumo di suolo” (EdicomEdizioni) durante il workshop organizzato dall’Università degli Studi di Udine lo scorso venerdì e dall’incontro organizzato da Legambiente a Gorizia.
Sono state così evidenziate non solo le dinamiche, ma anche le possibili misure di contrasto del consumo di suolo, fenomeno che ha causato e sta causando danni ingenti al paesaggio, all’ecosistema e che fa incrementare i costi di fornitura dei servizi pubblici. In particolare la cementificazione del territorio sta danneggiando i così detti Servizi Ecosistemici ovvero tutti quei benefici che l’uomo trae dall’Ambiente per il proprio sostentamento (produzione di biomassa, riciclo dei nutrienti e dell’acqua, biodiversità animale e vegetale…) e che sono fortemente legati al suolo. Senza considerare che si stanno riducendo pericolosamente le aree utilizzabili a scopi agricoli erodendo la nostra sovranità alimentare.
Ci si chiede dunque quale sia il senso di continuare a produrre aree commerciali ma anche residenziali quando il mercato risulta oramai saturo e dove chi ha effettivamente bisogno di una casa non se le può permettere e dove c’è anche un esteso patrimonio edilizio da riqualificare. Legambiente sottolinea per di più che vi sono diverse “iniziative” ad elevato impatto ambientale progettate o ipotizzate in regione, come il raddoppio dell’outlet village di Palmanova, l’autodromo di Lavariano, il centro golfistico internazionale di Castions-Bicinicco coi suoi 250 mila metri cubi di edificato, le espansioni turistiche di Grado per altri 150 ettari, e nuove urbanizzazioni a Lignano per oltre 800mila metri cubi fra alberghi, terme, residenze, ma anche la stessa TAV.
Una situazione dunque molto pericolosa, soprattutto perché è assente una adeguata pianificazione territoriale alla scala regionale. La realizzazione del nuovo piano di governo del territorio regionale è imprescindibile se si vuole fermare la cementificazione. La nostra regione gode per altro di potestà primaria nell’ambito dell’urbanistica, ed è quindi bene che preveda in tempi brevi una propria norma e di proprie politiche organiche per contrastare il consumo di suolo.
Scheda del libro: http://www.edicomedizioni.com/custom/sez_cms.php?menu_id=887121