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Relazione attività 2014 e 2015

Relazione attività 2014 Circolo Legambiente MonfalconeAssemblea annuale degli iscritti 2015

RELAZIONE ATTIVITA’ 2014 E PROGRAMMA 2015

Trent’anni di Legambiente su questo territorio sono stati una presenza necessaria o quantomeno utile a determinare le politiche ambientali, a sensibilizzare e coinvolgere l’opinione pubblica e la politica, e a impedire od ostacolare interventi di cementificazione del territorio. Possiamo rivendicarlo e possiamo testimoniarlo percorrendo nel tempo le innumerevoli vertenze che abbiamo affrontato, le infinite operazioni di sensibilizzazione ambientale, il costante impegno sul fronte dell’elaborazione tecnico scientifica quando si è trattato di studiare, valutare e presentare proposte e osservazioni su studi e progetti.

Credo che un territorio senza la presenza di Legambiente e delle persone che la sostengono sia molto più a rischio sul fronte ambientale e più debole in relazione alla crescita di una cultura ambientale.

Pensiamo a ciò che abbiamo scampato: una zona industriale al posto del Biotopo “Schiavetti”, una centrale a carbone di ben altre dimensioni dell’attuale, una centrale a Biomasse a Staranzano (qui bisognerebbe approfondire. E’ vero che a determinarne il fallimento sono stati anche altri fattori, ma è anche vero che a Gorizia, una centrale analoga è stata realizzata più o meno in quel periodo e più o meno in sordina. Forse anche per questo, successivamente a Gorizia, è nato un circolo di Legambiente), perforazioni del Carso con il progetto della TAV, un centro commerciale ancora al palo a S. Canzian, un progetto di cementificazione a Grado ancora fermo…

Per contro possiamo rilevare che, oltre al già ricordato Biotopo Schiavetti, abbiamo una rete di piste ciclabili significativa e in espansione, il mantenimento della gestione dei rifiuti con il sistema del Porta a porta, una centrale che ha dismesso 640 MW a olio combustibile…

Non tutto va iscritto alla capacità di intervento di Legambiente, ci mancherebbe, ma il fatto di “esserci”, di intervenire in modo propositivo, di “testa” e non di “pancia”, di per sè crea le condizioni perché si realizzi un diffuso clima di attenzione negli interventi che vengono prospettati su questo territorio.

C’è poi un fatto da sottolineare, piuttosto spiacevole, ma che non possiamo ignorare: la crisi della vocazione all’impegno nel volontariato ambientale mette costantemente a rischio la possibilità di intervento ragionato in quest’ambito; sembra una contraddizione, se pensiamo che sempre più se ne parla a livello diffuso sui media (con qualche confusione, nel senso che parlare di sensibilità ambientale, per alcuni, può significare anche magnificare una mostra di tulipani…) e finalmente con una trasmissione in prima serata, “Scala Mercalli”, dedicata alle tematiche più nostre (energia, cambiamenti climatici), le quali hanno urgente bisogno di affermarsi per far nascere/crescere la consapevolezza su questi temi.

Nonostante tutto questo e, se vogliamo aggiungere, le difficoltà economiche che impediscono, in particolare al regionale, di garantire un assetto stabile alle infinite esigenze organizzative, di progettazione e di mobilitazione, oltreché di servizio ai circoli territoriali, guardiamo avanti.

Organizziamo le campagne nazionali riuscendo a caratterizzarle e adattandole alle problematiche locali (collaborazione con i richiedenti asilo del CARA a Gradisca), come “Puliamo il Mondo” perché incontriamo un sacco di studenti e adulti e possiamo “dare l’esempio”, sporcandoci le mani e dimostrando che siamo capaci, oltre che di ragionare e intervenire nell’ambito della politica ambientale, anche di raccogliere bottiglie di plastica e i materassi abbandonati, restituendo un lembo di territorio più pulito alla comunità.

E affrontiamo problemi specifici e complessi, come la riconversione della centrale a carbone o l’insediamento di un rigassificatore; possiamo contare sul contributo di tecnici ed esperti che ci permettono di intervenire con l’autorevolezza e la serietà indispensabili per essere accreditati con sostenitori ed avversari.

Credo che, guardando a tutto questo, si debba cercare una più automatica connessione con il regionale, in una logica di visione aperta sulle prospettive più ampie con le quali ci si deve confrontare (PRTA, Piano paesaggistico, Piano energetico…) ma anche in riferimento al quadro descritto dal nazionale che vede una Legambiente per così dire, una e trina, un’organizzazione a triangolo con ai vertici il Nazionale, il Regionale ed i circoli.

La maggior efficacia della nostra azione deve scaturire dalla consapevolezza che la “militanza” in Legambiente richiede continuità nell’impegno, assunzione di responsabilità nell’assumere funzioni/compiti, saper stare insieme vincendo reciproche diffidenze. Anche per questo ultimo aspetto sono state utili e vanno in qualche modo riprogrammate, le visite guidate alla scoperta del territorio che abbiamo organizzato nel 2013 e 2014.

Non mi dilungherò nella descrizione delle numerose iniziative organizzate nel corso dello scorso anno, ne cito solamente alcune:

  • La questione legata agli insediamenti energetici, in particolare Centrale termoelettrica e Rigassificatore Smart Gas. Su questo argomento, su cui si incardina una fetta consistente della nostra attività, abbiamo espresso chiaramente l’ipotesi di prevedere la chiusura della centrale a carbone, creando le condizioni per una riconversione ecologica delle attività in quell’area; per quanto riguarda Smart gas, siamo in attesa di conoscere le prescrizioni poste dalla Regione, ma soprattutto le risposte dell’imprenditore alle nostre osservazioni che, per quanto ci riguarda, sono pregiudiziali. La questione energetico/climatica è uno degli argomenti su cui Legambiente ha deciso di impegnarsi nel 2015, che dovrà investire in modo trasversale tutta l’iniziativa programmata, fino ad arrivare alla Conferenza sul Clima di Parigi, prevista nel prossimo dicembre.

  • Aree naturali/aree protette: le iniziative intraprese con il gruppo di lavoro sull’Isonzo, culminato con l’avvio di una petizione per chiedere maggiori tutele per il fiume, vanno di pari passo con l’impegno a sostenere, insieme al Comune, la candidatura a Patrimonio dell’Unesco del Carso, con le numerose iniziative su Biodiversità, difesa della Laguna e delle zone umide.

  • Gestione dei rifiuti: argomento di costante attenzione, considerato che la questione è ancora in una fase non ben consolidata, soprattutto a Monfalcone e Gorizia. Le campagne come PIM ci aiutano a mantenere l’attenzione sull’argomento e a breve è prevista una sorta di replica dell’incontro pubblico che ha avuto molto successo a Staranzano; questa volta con la collaborazione dei Comitati di Rione monfalconesi.

Ci sono poi le iniziative rivolte a far conoscere aspetti ambientali e culturali del nostro territorio, la questione urbanistica di Grado, sempre oggetto di tentativi di ordinaria speculazione con i progetti “Lido dei Moreri”, “Zamparini city” aumento volumetrie condomini …, l’adesione alle campagne nazionali, opportunamente adattate alle questioni territoriali (Festa dell’albero, alcune rivolte alle scuole che abbiamo forse sottovalutato, come “Nontiscordardimè).

Tutto questo cercheremo di realizzare, per fare in modo che questi 30 anni siano solo la tappa intermedia di un lungo percorso di crescita ambientale e culturale che proponiamo per questa terra.

Michele Tonzar – Monfalcone, 27 marzo 2015