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Rete Ferroviaria Italiana peggio di Attila

Strage di alberi alla stazione di RedipugliaMonfalcone, 10 agosto 2015

Stazione di Redipuglia: Rete Ferroviaria Italiana peggio di Attila

Chi passa in questi giorni lungo la Strada Regionale 305 e guarda verso la Stazione di Redipuglia si potrà accorgere degli effetti che una mano pesante ha causato a danni della natura, quasi a voler emulare la devastazione provocata in zona nel corso del primo conflitto mondiale. Il taglio a raso di decine di conifere ha riportato infatti l’orologio indietro di quasi cent’anni, quando i cittadini di Fogliano Redipuglia, rientrati dalla profuganza durata dal 1915 al 1919, rientrarono nelle proprie case.

A parte queste analogie, sorprende come RFI abbia potuto impunemente intervenire dall’oggi al domani con un taglio indiscriminato delle piante, stravolgendo così tutta l’area della stazione, bene da tutelare per le sue caratteristiche architettoniche e storiche e impreziosito dalla presenza di piante di alto fusto.

E’ incomprensibile il motivo per cui un patrimonio arboreo di più di ottant’anni è stato annientato senza un preliminare approfondimento tecnico per capire se le piante potevano costituire un effettivo rischio di caduta. Piante che per la loro caratteristica costituivano un paesaggio unico, insieme all’edificio della Stazione, costruito negli anni 30.

Ci si chiede anche quale sia stato il ruolo dell’Amministrazione comunale, che forse avrebbe dovuto intervenire per tempo chiedendo a RFI di sospendere i lavori in attesa di sollecitare un intervento nel merito alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia. In via preliminare si sarebbe dovuto valutare l’impatto visivo successivo all’intervento, totalmente trasformato per i residenti e per i visitatori, che sarà così diverso e piatto per decine e decine di anni, a prescindere da qualsiasi intervento si metta ora in atto.

Da ultimo RFI dovrebbe rispondere ai cittadini del mancato rispetto del regolamento edilizio del Comune di Fogliano Redipuglia, che prevede il rilascio di un’apposita autorizzazione per il taglio gli alberi di una certa dimensione.

Ci si sarebbe aspettato, da un soggetto come RFI, una diversa sensibilità! Se fosse stato necessario, si sarebbe potuto procedere con un taglio selettivo di quelle sole piante effettivamente pericolose per il transito dei treni o per le linee elettriche.

Adesso purtroppo non resta che constatare che anche questa volta hanno pagato gli alberi, i quali non protestano, non parlano, non votano. Piante che in silenzio se ne sono andate in chissà quale impianto, con tutta la loro storia e parte di quella del nostro territorio.

Legambiente circolo “Ignazio Zanutto”

Nota: la foto qui pubblicata e un piccolo reportage è stata pubblicata da Il Piccolo