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Monfalcone fuori dal carbone

Monfalcone fuori dal carboneAssociazione “Comitato Rione Enel” |  Legambiente  Circolo “Ignazio Zanutto” | Comitato  “NO Carbone Isontino”

Monfalcone, 14 aprile 2016

 

Revisione dell’AIA nel 2017: fuori dal carbone per rispettare gli impegni del Piano Energetico Regionale e gli accordi della COP 21 di Parigi

Si è svolto mercoledì sera il dibattito organizzato dal Comitato Stop Carbone Monfalcone presso il Palazzetto Veneto.

Filippo Giorgi, climatologo, Responsabile della Sezione di Fisica della Terra presso il Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, ha illustrato i dati sul riscaldamento climatico e i drammatici effetti che questo sta comportando a livello globale. La conclusione tratta da Giorgi è stata l’urgente necessità di ridurre le emissioni dei GAS SERRA prodotte delle attività umane.

Una necessità che ha reso ancor più evidente l’impatto della centrale di Monfalcone che, in base alla “DICHIARAZIONE AMBIENTALE” pubblicata dalla stessa A2A, emette annualmente 1,78 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera.
Incrociando questo dato con il recente “RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE 2015” di ARPA FVG si deduce che la centrale emette da sola il 15% di tutta la CO2 prodotta in Regione.
Una quantità estremamente rilevante, pericolosa per il Clima. Le rinnovabili producono ormai il 40% di energia elettrica in Italia e il carbone non è da tempo un’opzione sostenibile per produrre energia.
Successivamente, in collegamento da Savona è intervenuto un esponente del Comitato “Uniti Per la Salute – Rete Savonese Fermiamo il Carbone -” protagonisti della lotta che ha portato al sequestro da parte della magistratura della centrale di Tirreno Power a Vado Ligure.
E’ stato illustrato il lungo percorso che, a partire dalla richiesta di Tirreno Power di installare un nuovo gruppo a carbone, attraverso la mobilitazione di associazioni e cittadini, ha invece portato alla luce gli effetti sulla salute della presenza della centrale e il conseguente sequestro.

Infine l’intervento di Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente nazionale, ha chiamato in causa Regione e Governo nazionale i quali, tramite coerenti decisioni politiche, dovrebbero dare attuazione al Piano Energetico Regionale e agli impegni assunti alla Conferenza di Parigi COP21 e procedere alla decarbonizzazione della produzione di energia.
Un processo che inevitabilmente non può che iniziare dalla chiusura delle centrali a carbone che, come detto, sono tra le maggiori fonti di emissione di CO2 della regione e dell’intero paese.

Comitato Stop Carbone Monfalcone

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