Centro commerciale di Pieris: le osservazioni di Legambiente allo studio di VAS
le osservazioni di Legambiente allo studio di VAS relativo al progetto del Centro commerciale di Pieris
Monfalcone, 04 giugno 2016
Nei giorni scorsi, come anticipato in un recente incontro pubblico, il circolo “Ignazio Zanutto” di Legambiente ha puntualmente presentato le osservazioni allo studio di VAS per il nuovo centro commerciale di Pieris. Il giudizio è una sonora bocciatura del progetto ma anche dello studio di VAS, ritenuto dall’associazione, evasivo, viziato da conclusioni arbitrarie e carente nella stesura delle motivazioni.
Legambiente sottolinea l’evidenza che la pianificazione e programmazione dei servizi e delle attività non possa essere limitata al singolo Comune, bensì valutata alla luce dei mutamenti in corso relativamente alla struttura e alle competenze degli enti locali. L’alternativa va eventualmente ricercata nell’ambito sovra comunale, anche se, per quanto riguarda la grande distribuzione, si può dire, senza timore di smentita, che il territorio abbia da tempo raggiunto la saturazione.In particolare si mette in evidenza:
- la mancanza di un’analisi commerciale sull’attrattività dell’area commerciale:considerando la saturazione di offerta con analoghe caratteristiche ed, anzi, l’abbandono e la grave difficoltà in cui versano strutture analoghe
- l’arbitrarietà dell’affermazione secondo cui la modifica urbanistica sia da considerarsi “Variante non sostanziale”: embra evidente che, la radicale trasformazione di un’area classificata attualmente (in parte rilevante) come “Parco rurale urbano” (zona E5) in area dedicata al commercio per la grande distribuzione (zona H2gd) debba essere considerata come una modifica sostanziale del territorio
- la mancanza di un’analisi documentata sulle possibili alternative: la questione viene liquidata senza un’analisi approfondita relativamente a strutture non utilizzate che potrebbero essere sviluppate in una più ragionevole e “moderna” programmazione che dia sostegno ai “negozi di prossimità”
- la curiosa e paradossale l’ipotesi di collocare il mercato rionale al di fuori dell’ambito abitativo, in una zona decentrata che pone ogni sorta di dubbio sulla effettiva attrattività
- la mancata integrazione del progetto con il polo intermodale in fase di realizzazione a un km di distanza, che interferirà pesantemente sul traffico veicolare, con il risultato che, stante alle previsioni di afflusso al centro commerciale, in certe fasce orarie, potrebbe determinare il collasso della SR 14
- la contraddizione con la LR n°21 del 25 settembre 2015: “Disposizioni in materia di varianti urbanistiche di livello comunale e contenimento del consumo di suolo”: la finalità delle legge è di ridurre il consumo di suolo fino al suo azzeramento al 2050, come imposto dalle normative europee. Il consumo di suolo non è giustificato da impellenti e inderogabili necessità e non esiste alcuna compatibilità ambientale. L’insediamento si sostituirebbe ad un’area agricola, modificando in modo sostanziale e definitivo le caratteristiche del paesaggio.
- L’elusione dell’”ipotesi zero”: tale ipotesi ha lo scopo di verificare quale possa essere l’evoluzione dell’ambiente nel caso in cui non venga realizzato l’intervento, utilizzando metodi consolidati che non sono stati nemmeno presi in considerazione, eludendo in tal modo tutta una serie di effetti che, nell’un caso o nell’altro avrebbero influenza sul futuro del territorio in questione.
In conclusione, Legambiente ritiene che il rapporto di VAS sia del tutto inadeguato, e l’idea di un ennesimo centro commerciale sul territorio isontino del tutto inopportuna.
Legambiente circolo “Ignazio Zanutto”