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Tra terra e mare, un ecosistema in mutamento

Udine, comunicato stampa 24 luglio 2017

«Le lagune sono ambienti fragili, in evoluzione rapidissima, che diventano ancor più sensibili e a rischio, oggi, a causa del surriscaldamento globale e del progressivo innalzamento del livello del mare»: con queste parole Annelore Bezzi, geologa dell’Università di Trieste, ha introdotto l’esplorazione nella laguna di Grado, a cura di Legambiente FVG, nell’ambito del progetto per la divulgazione della cultura scientifica “Comunicare il cambiamento climatico”, che prevede, fino a febbraio 2018, diversi eventi in tutto il territorio regionale.

In questo secondo appuntamento alla scoperta del clima che cambia in Friuli Venezia Giulia, una particolare attenzione è stata rivolta alla riduzione della biodiversità che causano i cambiamenti troppo rapidi, di origine antropica, in corso oggi: siamo di fronte alla sesta estinzione di massa, dicono gli esperti. Oltre un milione di specie animali rischiano l’estinzione nel giro di pochi decenni.

Il biologo Stefano Sponza, di Legambiente Monfalcone, da anni studia l’avifauna della laguna, minacciata, oltre che dal mutare delle condizioni ambientali per il cambiamento climatico, anche dalla presenza in massa di natanti e bagnanti, in luoghi non consentiti e cruciali per la nidificazioni di specie fragili e a rischio come il fratino e il fraticello. Un comportamento irresponsabile che mette ancor più in pericolo questi animali. «Le specie come il gabbiano reale, molto più adattabili, invece, stanno esplodendo numericamente, ai danni di quelle più delicate, che dipendono, per la loro sopravvivenza, da parametri ambientali molto precisi», prosegue Sponza. «Altre specie in aumento sono il gruccione, la volpoca e il fenicottero rosa». Francesco Boscutti, botanico dell’Università di Udine, aggiunge che ciò che accade nel mondo animale, cioè la scomparsa di moltissime specie, è in corso anche per le piante. Passeggiando tra le dune, è possibile osservare la presenza fortissima di alcune specie aliene e invasive come l’Amorpha fruticosa e l’Ambrosia. «La loro espansione è favorita dal cambiamento climatico», spiega Boscutti, «perché la loro fioritura dura più a lungo, quindi è in grado di resistere a condizioni climatiche diverse, occupando lo spazio che prima era riempito da specie autoctone, che oggi arretrano».

La biodiversità, dunque, dipende dalla conservazione degli ambienti in cui vive. Ecco perché, commenta Annelore Bezzi, «è tanto più importante tutelare la laguna, la cui sopravvivenza dipende anche dal continuo apporto di sedimenti. Arrestarlo con nuove costruzioni, per esempio, potrebbe comprometterne l’esistenza stessa. Per garantire il futuro della laguna e della sua biodiversità è necessario avere uno sguardo ampio. Pensare alla tutela solamente di questo spazio non basta, bisogna guardare anche all’entroterra». L’escursione è proseguita a Valle Noghera, una delle ultime valli da pesca, che mantengono in vita un’attività tradizionale, portata avanti dall’uomo da sempre in equilibrio con l’ambiente. Claudio Furlanut è uno degli ultimi vallicoltori, che a fatica continua a esercitare quest’attività: «L’uomo qui è intervenuto talmente tanto nel modificare l’ambiente che l’abbandono di questi spazi, oggi, significherebbe una perdita di biodiversità: per questo serve una gestione attiva e rispettosa», dice Furlanut. Ciò che mette in pericolo la vallicoltura tradizionale è soprattutto il crollo del prezzo del pesce sul mercato, data la diffusione degli allevamenti intensivi e del pesce a basso costo, prodotto con forte impatto ambientale.

L’ultima tappa non poteva che essere a Mota Safon, un isolotto vicino a Porto Buso, nella laguna ovest di Grado, detta “laguna della rondine”, luogo caro a Pierpaolo Pasolini, che vi ambientò il film “Medea”, con Maria Callas. Qui ha sede l’associazione dei Graisani de Palù. I cambiamenti climatici sembrano un problema ancora lontano da noi, sia temporalmente che geograficamente. Con queste due escursioni, invece, si sono toccati con mano alcuni degli effetti del surriscaldamento globale in ambienti a noi familiari, come le montagne e il mare del Friuli Venezia Giulia. Il progetto è realizzato con il sostegno della Regione FVG, in collaborazione con i Comuni di Grado, Udine, Gradisca d’Isonzo, San Vito al Tagliamento, Mereto di Tomba, Rivignano Teor, San Dorligo della Valle, Università di Lubiana e con Agenzia per l’Energia del Friuli Venezia Giulia, Time for Africa, Scuola secondaria di I grado Caprin di Trieste, Istituto statale Magrini Marchetti di Gemona del Friuli, Istituto Paolino d’Aquileia di Cividale.