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Prima risposta del Parlamento europeo sulla petizione per la protezione dell’Isonzo-Soča

Prima risposta del Parlamento europeo sulla petizione per la protezione dell’Isonzo-Soča

fiume Isonzo SocaNei giorni scorsi la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo ha inviato una prima risposta al gruppo di associazioni, riunite nel comitato “Salviamo l’Isonzo” in merito, alla petizione europea n. 0121/2017, a favore di una gestione transfrontaliera sostenibile del sistema fluviale Isonzo-Soča. La petizione europea è la naturale prosecuzione di una precedente petizione, con la quale erano state raccolte un migliaio di firme tra Italia, Slovenia ed Austria, a favore della tutela del fiume.
In particolare la Commissione per le petizioni

ha inoltrato una lettera della Commissione Europea (l’organo di governo della UE) a cui era stato chiesto un parere tecnico sulla petizione in oggetto. La Commissione Europea ha ribadito che la Direttiva Quadro sulle Acque, che risale al 2000, ha introdotto l’obbligo giuridico a favore della cooperazione transfrontaliera nei distretti idrografici sovranazionali. Gli Stati membri devono coordinarsi al fine di predisporre un unico piano di gestione del bacino idrografico internazionale, nel caso in cui rientri interamente all’interno dell’Unione Europea.

La Commissione Europea ha rilevato però che non vi è stata alcuna cooperazione tra Italia e Slovenia e che, di conseguenza, non è stato prodotto alcun Piano di Gestione Internazionale del bacino idrografico del fiume Isonzo-Soča. Sebbene la Commissione mista permanente italo-slovena per l’idroeconomia, istituita con gli accordi di Osimo nel 1977, della quale fanno parte diversi funzionari e amministratori dei due Stati, sia stata designata quale organismo transfrontaliero in grado di promuovere la gestione internazionale del bacino idrografico, secondo il comitato “Salviamo l’Isonzo” essa non ha finora operato nel modo dovuto.

Questa Commissione, meglio se integrata da esperti in materie ambientali espressi dalle Regioni interessate, potrebbe in effetti essere la sede per avviare quanto prescrive la Direttiva Europea sulle Acque, ma a quanto risulta, stante la difficoltà di accesso ai verbali degli incontri, questo argomento non è stato mai trattato o, quanto meno, non ha portato a risultati concreti. Ciò porterà a serie ripercussioni sulla salute del corso d’acqua. Infatti, nel Piano di Gestione della parte di bacino dell’Isonzo ricadente in territorio italiano, è stato fissato al 2021 il termine entro cui lo stato ecologico del corso d’acqua debba risultare “buono”, ma ciò potrà verificarsi solo se si attenueranno le oscillazioni di portata provocate dalla traversa di Salcano, che si trova in territorio sloveno. Il comitato “Salviamo l’Isonzo” ora è chiamato a fornire ulteriori informazioni alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo, con lo scopo di descrivere meglio le problematiche. Nel frattempo il Comitato chiede a gran voce che la Commissione mista permanente italo-slovena sull’idroeconomia avvii la cooperazione tra Italia e Slovenia per giungere finalmente a una gestione transfrontaliera e sostenibile dell’Isonzo-Soča.

Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann
Associazione Fiume Isonzo
Legambiente Gorizia
Legambiente Monfalcone
Associazioni Save the Soča