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Ferriera: verso un nuovo accordo di programma

Ferriera: verso un nuovo accordo di programma

ferriera 12.7.2012Il Circolo della stampa di Trieste in collaborazione con Legambiente, l’associazione Sinistra per Trieste, l’associazione NoSmog organizza il dibattito pubblico Ferriera: verso un nuovo accordo di programma venerdi’ 16 febbraio alle 17.00 presso la sede del Circolo della Stampa in Corso Italia 13. La collocazione in ambito portuale, che vede un forte sviluppo dei traffici commerciali, potrebbe aprire nuovi percorsi di riconversione sia nella logistica che in attività manifatturiere alternative e innovative negli ampi spazi disponibili anche all’interno di aree free zone.  

Presenta e modera Pierluigi Sabatti, presidente del Circolo della Stampa di Trieste Relazione introduttiva di Waldy Catalano dell’Associazione Sinistra per Trieste.

Interventi di: Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità portuale di Trieste; Alda Sancin, associazione NoSmog; Lino Santoro, Legambiente. Segue dibattito.  

Sono invitati: la Presidente della Regione FVG, Debora Serracchiani; l’assessore regionale all’ambiente Sara Vito; il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza; l’assessore comunale all’ambiente Laura Polli; i parlamentari del territorio di Trieste; i capigruppo in Consiglio regionale; i capigruppo in Consiglio Comunale di Trieste; le organizzazioni sindacali del territorio.  

Porto: il valore si fa con l’attività logistica e la manipolazione delle merci. Parole di Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico orientale che intende condurre lo scalo giuliano a diventare uno dei porti italiani in maggiore crescita. Un percorso che passa attraverso lo sviluppo dell’intermodalità, con un sempre maggiore utilizzo della ferrovia, e dei punti franchi, ovvero zone dell’area portuale triestina dove si può operare, e fare attività industriali, in regime extradoganale (free zone). Sviluppi che permettono di stimare un forte incremento dell’occupazione di mano d’opera. In questo interessante contesto come è possibile immaginare un futuro per la Ferriera in cui sia prevista la dismissione dell’area a caldo risolvendo da una parte l’impatto ambientale e dall’altra prevedendo spazi occupazionali per i lavoratori della Siderurgica Triestina? Sull’area a caldo lo stesso Arvedi afferma nel Piano industriale e finanziario 2014-2016 che con l’eventuale dismissione della cokeria si renderà disponibile un’area di circa 50 mila mq che sarà riconvertita ad area retro portuale; la vecchia banchina dello Stabilimento prospicente i carbonili sarà attrezzata con gru mobili gommate e consentirà una capacità di scarico aggiuntiva di 400 mila ton/anno di rinfuse e prodotti finiti, portando la capacità complessiva del hub portuale multipurpose a circa 2,5 Mton di rinfuse. Di fronte al costoso adempimento previsto dall’Accordo di programma del 21 novembre 2014 (Accordo di programma del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’area della Ferriera di Servola) della copertura dei parchi minerale e carbone (durata prevista per la realizzazione 4-5 anni e costi dell’ordine dei 40 milioni di euro) e davanti alle problematiche sanitarie e ambientali, è necessaria una svolta politica che è possibile realizzare esclusivamente attraverso un nuovo Accordo di Programma concordato fra le parti in un’apposita conferenza dei servizi che preveda la chiusura nell’arco di 2-3 anni dell’area caldo facendo quindi decadere l’obbligo della copertura dei parchi. Automaticamente, con la modifica dell’assetto industriale dell’area, decadrebbe l’attuale AIA. Il ruolo dell’Autorità portuale può rappresentare il tassello risolutivo in questo percorso.