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La gestione delle risorse idriche: domande alla politica

La gestione delle risorse idriche: domande alla politica

Acque domande alla politicaLe  brevi note che seguono sono condivise Legambiente FVG E dal CEVI e riportano in sintesi  riflessioni e quesiti rivolte ai  candidati Presidente alla guida della prossimo governo regionale. Il tema è l’acqua e  la sua gestione. 

Subito uno sguardo sul futuro. Gli effetti dei cambiamenti climatici impatteranno sul ciclo idrologico e di riflesso sul ciclo integrato dell’acqua. La previsione di un aumento della temperatura di 2 – 5 gradi (scenario ottimista / pessimista RCP2.6, RCP8.5), la   riduzione significativa di apporti nevosi e  di precipitazioni estive, creeranno probabili situazione di stress e di deficit idrico. L’impatto, come tutti sappiamo sarà pervasivo e sistemico.  La tutela della risorsa, il suo risanamento come previsto dalla apposita direttiva, la riduzione delle pressioni sono  una   priorità per garantire resilienza e continuità dei servizi ecosistemici e idrici.  

 

1.PRODUZIONE DI ENERGIA. Le nuove installazioni dell’idroelettrico sono prevalentemente riconducibili ad impianti di piccole dimensioni, ad acqua fluente, con potenza inferiore a 1 MW, distribuiti quasi sempre su corsi d’acqua in bacini montani (rii e torrenti). Nelle more di una auspicata revisione nazionale degli incentivi a favore dell’idroelettrico si propone di: Determinare il Deflusso Ecologico a partire dalla formula migliorata  per il calcolo del Deflusso Minimo Vitale che consenta di mantenere inalterate le caratteristiche del biota del corso d’acqua  Effettuare una valutazione strategica a monte delle VIA sui singoli progetti per l’installazione delle centraline.  Infatti procedendo per singolo progetto non si tiene conto di effetti cumulativi per valutare l’alterazione morfologica e la limitazione del trasporto solido, l’impatto sul biota, etc. Inoltre diversi fattori di pressione si manifestano (e quindi cumulano con altri) a scale diverse, più o meno ampie. Analogamente a quanto fatto dalle Province di Trento e Bolzano la nostra Regione avrebbe potuto dotarsi (e può ancora farlo) di una Società in grado di gestire gli impianti, le derivazioni, le reti elettriche allo scopo di garantire o ripristinare il deflusso ecologico, gestire risorse derivate al fine di valorizzare le esperienze cooperativistiche storiche locali, sviluppare politiche energetiche a favore delle comunità locali e a vantaggio del sistema produttivo montano. Ricordiamo in tal senso:

– l’odg accolto con voto unanime nella seduta del 15 aprile 2015 in cui veniva  richiesta l’istituzione di un “canone ambientale” a favore dei comuni rivieraschi; l’odg che non ha  prodotto  risultati

– la proposta di legge n. 193 presentata da 9 consiglieri appartenenti a  diverse forze politiche il 27 febbraio 2017  che chiede la Costituzione  della Società Energia FVG, con capitale interamente pubblico  

2. CICLO INTEGRATO DELLE ACQUE. L’Amministrazione uscente ha disciplinato il sistema idrico con l’istituzione di un’unica Autorità regionale, denominata AUSIR, che ad oggi si è costituita con fatica nella governance politica  mentre, per quanto riguarda la struttura operativa vera e propria,  è stato nominato il Direttore. Non si conosce  quale sia  l’organigramma e  il funzionigramma di tale autorità. Sospeso è pertanto la valutazione di merito riferita alle funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato che l’AUSIR, per legge, deve esercitare. Passi avanti la Regione li ha  fatto sottoscrivendo nel 2014 siglando  l’Accordo di programma quadro (APQ) per l’attuazione del piano straordinario di tutela e gestione della risorsa idrica, finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani ed evitare le sanzioni comunitarie. Il 9 marzo ’18 è entrato in funzione,  in esercizio provvisorio, il nuovo  impianto di depurazione di Servola a Ts. Nonostante questi risultati positivi sul versante depurazione la strada da percorrere è ancora lunga. Diverse sono le questioni che l’ Autorità e la nuova amministrazione regionale dovranno affrontare. Citiamo quelle che riteniamo essere le più importanti:

• L’insufficiente estensione della rete fognaria • Impianti di depurazione non adeguati ed obsoleti

• Reti fognarie miste con notevoli problemi di acque parassite

• Rete acquedottistica non presente in vaste aree della regione, con alcune situazioni critiche per la presenza di inquinanti (vedi atrazina e suoi metaboliti e potenziale presenza di glifosato) e per gli eccessivi  quantitativi emunti dalle falde,  mediante i pozzi artesiani

• Vetustà della rete acquedottistica con casi di collasso delle tubazioni  

Gran parte delle acque superficiali a sud della linea delle risorgive rischiano di non raggiungere gli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva quadro acque. Al fine di raggiungere tali obiettivi, oltre a intervenire sui problemi soprarichiamati  sarà utile programmare interventi e sperimentazioni che utilizzino in forma integrata  tecniche diverse:ad esempio quelle “naturali” quali la riqualificazione fluviale (anche per mitigare gli effetti sui dissesti)  e la fitodepurazione.  Si applichino inoltre  gli approcci e le pratiche dell’economia circolare  per sistemi di riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, il recupero dei nutrienti, dei fanghi di depurazione unitamente a riconsiderare  modelli colturali più resilienti e meno idroesigenti, soprattutto durante la stagione estiva.  Da ultimo promuovere il recupero delle acque piovane a supporto dei fabbisogni idrici dell’orticoltura non professionale. Su queste brevi note chiediamo ai candidati Presidenti  come intendono  operare nel prossimo futuro?  

LEGAMBIENTE FVG e IL CEVI  

Udine 22 marzo 2018, in occasione della giornata mondiale dell’acqua