Assalto al fiume Fella
La gestione delle acque diverrà un tema sempre più cruciale e importante nel prossimo futuro anche alla luce dei cambiamenti climatici che alterano il ciclo idrologico, estremizzano i fenomeni, allungano i periodi siccitosi, riducono la nevosità e innalzano il livello del mare.
Se consideriamo l’acqua ai fini idroelettrici, diverse sono le novità e i rischi in essere:
- La nuova disciplina per le concessioni di grandi derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico (dighe sul bacino dell’alto Tagliamento, del Meduna e del Cellina) contenuta nella LEGGE 12/ 2019, affida alle Regioni le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni delle stesse. Le regioni devono legiferare entro il mese di ottobre 2020. L’associazione insieme ai circoli interessati al problema presenterà a breve una propria visione sul tema.
- L’aggressione, mai conclusa, alle ultime acque libere nelle aree montane a fini idroelettrici. Certo la l’idroelettrico è una fonte rinnovabile. Ma è evidente la sproporzione tra quantità di energia prodotta e danni provocati all’ecosistema fluviale. Un efficientamento delle centrali esistenti sarebbe auspicabile e sufficiente.
Uno degli ultimi fiumi oggetto di attenzione è il fiume Fella che nasce a Comporosso, scorre per 55 km in Val Canale e Canal del Ferro fino all’immissione nel Tagliamento in comune di Venzone.
Diverse sono le pressioni esercitate sul Fella: scarichi della depurazione, grandi infrastrutture, canalizzazioni, arginature a scopo antierosivo, che influenzano la fascia di vegetazione perifluviale e riducono l’interscambio con l’ambiente circostante. È già presente una centralina a San Leopoldo e in diversi immissari. L’ARPA FVG ha classificato lo stato ecologico del fiume per gran parte del percorso solo come “sufficiente”.
Una nuova centrale però incombe sul Fella. È stata autorizzata nel 2015 per una potenza installata di 2,47 MW con annessa cabina di trasformazione per l’immissione in rete ad alta tensione dell’energia prodotta. Tale cabina era prevista in costruzione su terreno del consorzio vicinale di Laglesie San Leopoldo. Una buona notizia: l’autorizzazione unica all’impresa Idroelettrica Fella è scaduta per decorrenza dei termini per l’inizio lavori (5 anni) e così pure la pubblica utilità dell’opera.
Nonostante ciò i decreti di esproprio sono stati inviati dal Comune di Pontebba. Da qui il ricorso del Consorzio al TAR; a seguire il comune di Pontebba si è costituito in giudizio (a favore della realizzazione) e l’impresa ha presentato nota ulteriore nota in cui un tecnico dichiara che per la cabina non ci sono siti alternativi, che non apporta danno in quanto il Consorzio non persegue attività sull’area e l’eventuale “non realizzazione” dell’opera rappresenterebbe un nocumento per la comunità di Pontebba.
Tre considerazioni ci sembrano opportune:
- Le Comunioni Familiari Montane già peraltro vincolati ad un regime giuridico di tipo parademaniale sono beni inalienabili, indivisibili, inusucapibili e caratterizzati dal vincolo della comproprietà intergenerazionale e pertanto non espropriabili;
- E quanto mai necessario che il Fella rimanga “centraline free” e ci si adoperi invece a portare lo stato ecologico in qualità buono, come previsto dalla direttiva acque;
- I piccoli comuni nelle aree montane dovrebbero essere aiutati (anche economicamente) a valorizzare le risorse e i servizi ecosistemici del territorio senza degradarli.
Lunedì 25 maggio Legambiente del Friuli Venezia Giulia e il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento organizzano una conferenza stampa sul tema IDROELETTRICO ASSALTO AL FIUME FELLA.