Brook Preloader

Il documento di Pietratagliata

Le associazioni e comitati promotori della manifestazione di Pietratagliata per la tutela del Fella, hanno condiviso e pubblicato il testo che sotto riportiamo

 

“Un ragazzo si avvicina al fiume, in una calda giornata d’estate ma non ode più il suono ritmico dell’acqua che schiva o rimbalza sulle pietre arrotondate”.

Le organizzazioni che hanno promosso il 5 luglio 2020 la manifestazione a Pietratagliata, per tutelare l’integrità del Fiume Fella lungo l’omonima valle, condividono il seguente documento e lo inoltrano a chi di dovere, affinché si proceda a fare quanto dovuto.

Preludio

  1. Gli ultimi corsi d’acqua montani ancora liberi vanno salvaguardati. La riduzione della nevosità, l’aumento delle temperature e dell’evapotraspirazione, la riduzione delle precipitazioni estive, unitamente alla sottrazione d’acqua negli alvei, non possono che determinare un progressivo degrado del loro stato ecologico;
  2. Gli incentivi al minidroelettrico alterano significativamente il rapporto tra benefici prodotti e i costi ambientali generati a favore dei primi. Spesso benefici riguardano singoli soggetti e non le comunità e le c.d. compensazioni sociali sono servite a coprire opere con rilevante impatto ambientale e risibile impatto positivo sulle comunità. Miglioramenti si possono attuare solo con l’efficienza degli impianti esistenti o intervenendo su condotte artificiali;
  3. Il Fella ha uno stato ecologico appena sufficiente. Cambiamento climatico e sottrazione d’acqua, magari con impianti a cascata, allontanano l’obiettivo di qualità “buono” posto al 2027. L’acqua in movimento è sì energia, ma è anche vita plurale e servizi ecosistemici, costruzione di paesaggi e di culture, un tempo, coevolutive.

La cronaca

La Società Idroelettrica Fella srl di Venzone ha unilateralmente iniziato i lavori di costruzione di una centrale sul fiume Fella in Comune di Pontebba nonostante sulla stessa sia in corso una serie di vertenze giudiziarie sulla legittimità della stessa che coinvolgono la Regione, il Comune, il Consorzio Vicinale di San leopoldo e la stessa società.

Nel contesto di questo intreccio di conflittualità si sono verificati casi di intimidazioni nei confronti di cittadini della valle che esercitavano correttamente la tutela dei legittimi interessi personali e di comunità. Intimidazioni regolarmente denunciate agli organi di polizia.

Tali denunce pare siano rimaste nel cassetto senza seguito, tant’è che sul muro dello slargo al ponte di Pietratagliata, dove domenica 5 luglio 2020 si è svolta una manifestazione contro la costruzione della centrale, durante la notte qualcuno ha fissato un pannello intimidatorio contro un locale organizzatore della manifestazione, al quale va tutta la nostra solidarietà e sostegno. Fatto pure denunciato agli organi di polizia. La tolleranza verso le intimidazioni, quand’anche denunciate, induce sfiducia nelle istituzioni e dimostra che la prepotenza paga!

Noi continueremo con fermezza, senza farci intimorire, nella legalità ad opporci a questa centrale, a pretendere che si faccia subito chiarezza sulla legittimità della stessa e che sulle denunciate intimidazioni si proceda come previsto dalla legge.

Le proposte:

  1. Blocco immediato del cantiere in attesa degli esiti delle verifiche amministrative e delle indagini in corso

    Più in generale un riesame della politica regionale, che valorizzi la propria autonomia e fissi alcuni punti fermi su:

  2. lo stato delle concessioni in essere e una moratoria nel rilascio di nuove autorizzazioni fino alla definizione di nuove regole, di scelte di pianificazione strategica (es. dove non si può intervenire, perché contrasta con gli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva acque e dalle criticità locali) e di riassetto dell’ indirizzo e dell’ organizzazione dell’assessorato,il cui compito prioritario deve essere la tutela dell’ambiente;
  3. la costituzione di un nucleo tecnico operativo per il rilievo dei dati sulle portate, la valutazione dei progetti e controllo operativo del DMV o DE. Attualmente le competenze sono in capo ad ARPA e a diversi Uffici regionali. Un sistema che è poco efficacie.

Lo sviluppo sostenibile e la creazione di lavoro, il green deal per le aree interne che desideriamo non può avvenire a spese della contrazione e degrado delle risorse naturali (che poi sarebbe un ossimoro). Questo modello di sviluppo lo abbiamo già visto. Vanno aiutati i comuni che preservano le risorse, come valore in se’, i servizi ecosistemici a godimento di tutti, la cura dell’ambiente e della comunità.

 

Le organizzazioni firmatarie
Legambiente FVG, i circoli di Legambiente della Carnia – Canal del Ferro-Valcanale e della Pedemontana Gemonese, Free Rivers Italia, CEVI, il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, il Comitato salvalago, il Comitato per la forra del Leale, il Comitato spontaneo “NO centralina Ponte Rop” – Resia, Comitato PAS (per altre strade) – Carnia.