Porta a porta: per una Pordenone città del futuro
Di recente, Pordenone è stata premiata in quanto Comune Rifiuti Free nell’ambito del concorso regionale di Legambiente Comuni Ricicloni FVG 2020. La notizia ha dato nuova linfa al dibattito già esistente in città in merito al tema dei rifiuti. Come circolo di Legambiente siamo convinti della assoluta opportunità di passare dalla modalità di raccolta attuale al porta a porta spinto, che viene applicato nel centro città, così come anche in altri comuni del pordenonese, dove non si registrano particolari problemi, nonostante i condomini presenti. Così come ci siamo abituati alla raccolta del secco porta a porta una volta a settimana, prima, e una volta ogni due, poi, così possiamo abituarci a esporre sacchetti e bidoncini in maniera corretta. Riteniamo che sia uno sforzo che valga la pena di fare, da parte di tutte le parti in causa: cittadini, amministrazione comunale e Gea.
I vantaggi del porta a porta anche in una città come Pordenone sono molteplici: primo fra tutti l’eliminazione dei cassonetti stradali, ancora presenti in tutti i quartieri fuorché nel centro città. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che siano fonte di degrado. Nei cassonetti stradali viene conferito non solo il materiale per cui sono preposti. Quando va bene, il problema sono i sacchetti con cui viene conferito il materiale: vedi sacchetti di plastica o bio-plastica per la carta, plastica per l’umido, cartone e altro per il vetro, eccetera. Ma quando va male troviamo che alcuni cittadini confondono i materiali, per usare un eufemismo, e allora c’è di tutto, anche fuori dai cassonetti, senza alcuna possibilità di individuare i responsabili. Peraltro, lo scarto, ovvero ciò che gli impianti che trattano rifiuti differenziati estraggono dal materiale, viene inviato direttamente in discarica o al termoconvertitore, senza alcuna possibilità di recupero e con ulteriori costi per il comune. E non è possibile nemmeno conteggiarlo ai fini del concorso stesso di Legambiente Comuni Ricicloni, che si basa sui dati resi disponibili da ARPA FVG. Il valore, dunque, di secco residuo prodotto dai cittadini non sarebbe così basso se avessimo modo di calcolare appunto anche lo scarto.
In secondo luogo, e qui occorre molta lungimiranza e visione sul lungo termine, una raccolta differenziata fatta bene porterà in futuro ad abbassare i costi per la società e a limitare i danni sull’ambiente. Per il materiale pulito, cioè senza scarto, che esce dagli impianti viene riconosciuto ai comuni da parte dei consorzi di filiera un corrispettivo molto più alto. Inoltre, abbinata al porta a porta, i comuni possono introdurre la tariffazione puntuale, che incentiva i cittadini a produrre meno rifiuti per pagare meno. Quindi se è vero che sul breve periodo la TARI aumenterebbe, siamo sicuri che i costi verrebbero ammortizzati nel tempo. E nel frattempo, già esistono sussidi per aiutare le famiglie più in difficoltà, nonché incentivi per acquistare prodotti riutilizzabili, come pannolini lavabili per bambini.
Infine, rispetto alla possibilità di trasformare i rifiuti in calore, anche quelli riciclabili, sosteniamo che bruciare significhi sprecare materiali ancora preziosi, costringendoci a continuare ad erodere le risorse vergini del pianeta, aumentando al contempo le emissioni nocive. Non è questa l’economia circolare che sogniamo.