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La presenza di ibridi di lupo nel tarvisiano

Le considerazioni di Legambiente FVG

La presenza nel tarvisiano di un ibrido di lupo proveniente dalla Slovenia che sembra aver figliato 7 cuccioli, pone interrogativi sulla complessiva gestione della biodiversità in questa importante area transfrontaliera.

Il cane e il lupo rappresentano la forma addomesticata e selvatica della stessa specie e le poche differenze si riscontrano prevalentemente a livello genetico e solo attraverso accurate analisi. Ma il colore nero ed altre differenze morfologiche riscontrabili a occhio nudo, sono indicatori sentinella della  presenza di lupi melanici frutto di ibridazione con il cane.

Nel caso soprarichiamato una task force, richiesta e coordinata dalla regione e autorizzata dal Ministero, doveva essere attivata appena avuta la notizia della presenza del presunto ibrido che sembra risalire al 2020. L’inazione delle autorità preposte rende ora più complessa e costosa l’identificazione e l’intervento tramite le modalità consentite quali ad esempio, la cattura con sterilizzazione e il rilascio.

In futuro, un supporto importante nella gestione del lupo, può venire dalle esperienze maturate in questi anni nei numerosi progetti Europei realizzati sugli Appennini e sulle Alpi (Wofnet, Ibriwolf, Medwolf, WolfAlps. Progetti che hanno messo a punto metodiche per la gestione coordinata della specie, per una  migliore coesistenza fra il lupo e le attività umane, per il controllo e la gestione dell’ibridazione. Tutto questo  richiederà  anche un coordinamento più stringente, anche normativo,  con le autorità di oltreconfine  nella gestione dei grandi carnivori ma anche una corretta informazione alla popolazione (le scuole, i giovani) per promuovere la conoscenza della biodiversità locale, evitare i comportamenti sbagliati nella relazione con la fauna selvatica, ad esempio la ricerca di contatto e di alimentazione a maggior ragione se questi sono grandi predatori oppure lo scarso controllo dei cani, affinché non si trasformino in cani vaganti che aumentano i rischi di contatto e ibridazione con il lupo.

Legambiente da tempo segnala l’importanza della riserva naturale statale biogenetica della Foresta di Tarvisio, una delle foreste più ricche di biodiversità in Italia, e l’urgenza di una gestione appropriata che può essere favorita dalla costituzione di una nuova e più ampia area protetta che coniughi la gestione forestale sostenibile, la tutela attiva della biodiversità e il coinvolgimento delle comunità locali attraverso il mantenimento degli usi civici e la realizzazione di pratiche di turismo sostenibile nelle aree consentite.

Con riferimento all’aggressione ad un abitante di Santa Caterina da parte di un “presunto” lupo o ibrido, condividiamo la nota dei Carabinieri forestali che afferma che in Italia, “tutte le segnalazioni di aggressione nei confronti di uomini si sono rivelate infondate”.

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