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“Impianti di cogenerazione SIOT”: le valutazioni di Legambiente

“Impianti di cogenerazione SIOT”: le valutazioni di Legambiente

Continua a destare interesse e crescente preoccupazione quello che oramai può ben definirsi il “Caso SIOT”.

A proposito di Cogenerazione ad Alto rendimento

La domanda di approvazione presentata alla regione per i 4 nuovi impianti di generazione di elettricità per alimentare le pompe dell’oleodotto transalpino non finisce di destare clamore. Infatti, si dimostra sempre più improponibile a mano a mano che il tempo passa e si approfondiscono i vari aspetti del progetto stesso. Come noto il progetto nel suo insieme riguarda le 4 stazioni di pompaggio di San Dorligo, Reana, Somplago e Paluzza-Cercivento ed è dichiarato nelle relazioni tecniche come “efficientamento energetico basato sulla Cogenerazione ad Alto rendimento”.

Però prende sempre più corpo la convinzione che non c’è efficientamento energetico, per lo meno se guardato dal lato delle emissioni. Infatti, anche se, come afferma SIOT, ci fosse una riduzione dell’energia complessiva, che non risulta affatto né dai calcoli dell’Agenzia per l’Energia dell’FVG né da altri calcoli indipendenti, questa dovrebbe essere paragonata alla componente di fonti rinnovabili della rete elettrica nazionale (38% nel 2020, in aumento), a fronte del 100% di metano con i nuovi progetti. SIOT, per contro, non spiega in nessun modo come otterrebbe questo efficientamento. E non c’è neppure Cogenerazione ad Alto Rendimento, sempre secondo APE, che darebbe diritto a ricevere contributi pubblici sotto forma di Certificati Bianchi. Milioni di euro all’anno a carico, ovviamente, dei cittadini.

Di nuovo c’è che ora anche l’Università di Udine ha fornito una sua relazione al Movimento per la Difesa del Cittadino che conferma in linea di massima i risultati della relazione di APE e i timori di Legambiente.

Ulteriore conferma proviene dal Prof. Mario Grassi di UNITS che ha fornito una dettagliatissima ed autorevole relazione a Legambiente. Da notare che queste 4 relazioni più quella di APE sono state redatte in modo completamente autonomo, indipendente e separato. Le motivazioni che dimostrano che questo progetto è semplicemente improponibile sono solide, documentate, provenienti dalla stessa Agenzia regionale preposta, oltre che validate da altri calcoli indipendenti, che, come detto, ne confermano la validità.

Gli aspetti ambientali e l’impatto sulla transizione energetica

Sicuramente nella norma (CO, NOx, ecc.), ma non vengono considerati gli effetti cumulativi in situazioni meteo particolari quali giornate invernali con forte inversione termica o nel caso del rumore, la vicinanza alle abitazioni.

Una idea pur grossolana dell’impatto ambientale, dato il consumo aggiuntivo di gas naturale stimabile dai dati dei progetti delle 4 stazioni e dalla relazione dell’APE, secondo le statistiche di ARERA, corrisponde al consumo domestico ed alle emissioni inquinanti e di gas climalteranti di circa 40.000 famiglie di 4 persone o più. Trattasi di 56 Mm³/anno aggiuntivi di gas metano che verrebbero consumati esclusivamente in Friuli-VG quantità corrispondente al 6,36% dei consumi regionali del settore civile (famiglie, servizi e PMI)

In altri termini ancora, se consideriamo l’obiettivo che la Regione Aut. F-VG si è impegnata a rag giungere di decarbonizzare tutta l’energia fossile che oggi si consuma in F-VG entro il 2045 (v. ad es. DdL RAF-VG n. 163 “FVGreen” art. 1, c.2), l’apporto aggiuntivo di 56Mmc/anno di energia fossile da metano da sostituire con energie rinnovabili, comporterebbe la necessità concreta di installare in Regione tra 180 e 220 MWp fotovoltaici su una superficie compresa tra 140 e 177 ha; tale  impegno di superfici e potenze aggiuntive annullerebbe, in pratica, lo sforzo fatto dai cittadini regionali, installatori di impianti fotovoltaici sui tetti, per un periodo stimabile tra 5,6 e 7,2 anni!  Come dire che la completa decarbonizzazione della Regione F-VG verrebbe ritardata di analoga durata per colpa di SIOT. Chi paga per tale grave ritardo?

Il procedimento di autorizzazione

A fronte di tutto ciò, appare quanto meno singolare che:

  • siano stati già autorizzati dalla Regione i progetti di 3 stazioni a fronte di Relazioni Tecniche incomplete e prive di qualunque dato o calcolo che dimostrino o per lo meno permettano di verificare che si tratta realmente di “efficientamento energetico basato sulla Cogenerazione ad Alto Rendimento” come dichiarato da SIOT TAL;
  • la Regione non abbia coinvolto la sua stessa agenzia durante il procedimento di valutazione dei progetti o quanto meno non abbia, dopo le prime contestazioni, chiesto i dati a SIOT e fatto fare una verifica ad un ente terzo.

Conclusione

Legambiente chiede che la Regione richieda a SIOT dati e calcoli solidi, completi e chiari che dimostrino il miglioramento energetico del lavoro di trasmissione del greggio all’interno dell’oleodotto e la natura veramente “cogenerativa ad alto rendimento” del processo che si vuole instaurare, in modo da poterli visionare, unitamente agli aspetti ambientali e strategici (transizione energetica) e poter presentare le deduzioni finali a valle di questa analisi.

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