Mal’Aria o buon’aria a Gorizia?
L’inquinamento dell’aria è oggi tra i principali fattori che impattano sulla salute umana e la pianura Padana è tra le aree considerate più inquinate d’Europa, dove si stima che quasi 4 milioni di persone abitano in aree dove sono superati contemporaneamente e regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell’aria. Di queste, 3,7 milioni, cioè circa il 95%, vive nel Nord Italia. Il Friuli, anche se posto al margine, risente di problemi di inquinamento dell’aria periodici, che si verificano anche a Gorizia.
Legambiente da molti anni cura il rapporto Mal’Aria di città che raccoglie i dati relativi alle concentrazioni di polveri sottili biossido di azoto delle reti di monitoraggio delle Agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpa) dei capoluoghi di provincia. Le polveri sottili si dividono tra quelle con diametro inferiore a 10 µm (micrometri) e inferiori a 2.5 µm, e sono originate in prevalenza dalle combustioni (caldaie, veicoli…) generando sia effetti acuti che cronici con incrementi di mortalità e di ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie. Diversamente il biossido di azoto originato anch’esso in prevalenza dalle combustioni può avere effetti che vanno dalle irritazioni alle alterazioni della funzionalità respiratoria.
La prima informazione utile è relativa al fatto che gli attuali limiti di legge in vigore sono molto più alti rispetto a quelli consigliati dall’Organizzazione mondiale della sanità! Questo significa che spesso la cittadinanza è esposta a livelli di inquinamento elevati seguendo la normativa attuale non viene né informata.
A livello di città i dati dell’unica centralina disponibile indicano che la media annua per l’anno 2022 delle PM10 è stata 19 microgrammi al metro cubo di aria (limite OMS 15 µm/m3), e le PM2.5 14 µm/m3 (limite OMS 5 µm/m3). Diversamente il biossido di azoto ha un valore medio annuo di 19 µm/m3 e il limite OMS è di 10 µm/m3. Quindi pur in un quadro di progressivo miglioramento nel corso degli ultimi 11 anni, prima di raggiungere i limiti indicati dalle linee guida OMS serviranno comunque molti anni ancora.
Ma i problemi locali sono molteplici. Intanto andrebbe messo in evidenza che a Gorizia c’è una sola stazione di monitoraggio Arpa posta in zona semi-centrale e che non è in grado di rappresentare l’intero territorio comunale, considerata anche la presenza a 5 km dell’area industriale dove sono presenti diversi impianti energetici e industriali.
Legambiente Gorizia su questo tema si è attivata sviluppando un progetto di monitoraggio autonomo nell’ambito del progetto regionale Genki che ha visto anche il coinvolgimento di alcuni istituti superiori, l’Ordine dei medici e altre associazioni. Ma ha anche installato una decina di piccoli dispositivi di controllo delle polveri sottili per favorire una migliore informazione tra i cittadini, e da cui si evince che sono abbastanza frequenti i superamenti delle linee guida OMS in città. I dati sono liberamente consultabili qui tinyurl.com/ariagorizia. L’associazione sta inoltre seguendo con i comitati di cittadini Eko Štandrež e Civilna iniciativa di Vrtojba i problemi di inquinamento transfrontaliero che si verificano nella zona di Sant’Andrea e Vrtojba generato da un impianto industriale, e solo grazie alla nostra attivazione si è giunti ad un primo monitoraggio dell’area da parte di Arpa.
I problemi di inquinamento dell’aria proprio perché “senza confini” dovrebbero essere, insieme allo sviluppo di politiche per la riduzione, uno degli elementi cardini delle attività dei 3 comuni attraverso il Gect. Al momento però non solo l’argomento non viene affrontato evidentemente, ma anche lo stesso Comune di Gorizia è comunque fortemente arretrato rispetto alle politiche locali. Ricordiamo l’assenza de facto del Piano urbano del traffico (Put) di cui vige l’obbligo di aggiornamento ogni 2 anni, ed è fermo al 2005, l’assenza di un piano urbano per la mobilità ciclabile (Pums), per non parlare delle autorizzazioni concesse anni fa per l’installazione di due piccole centrali elettriche (industrie insalubri per legge) a ridosso delle abitazioni.
Legambiente ritiene che andrebbero fatti sforzi urgenti per ridurre quindi l’inquinamento e che vadano di pari passo anche con le politiche per la riduzione dei gas climalteranti e di adattamento al cambiamento climatico.