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SCATENA LE RINNOVABILI

SCATENA LE RINNOVABILI
In data 09 Giugno 2023 a Roma davanti al Ministero della Cultura con pannelli fotovoltaici e pale eoliche in segno di protesta

“Il Governo Meloni metta al centro della strategia energetica nazionale le fonti rinnovabili, acceleri gli
iter autorizzativi, aggiorni le linee guida per l’autorizzazione degli impianti e approvi il decreto sulle aree
idonee. Obiettivo finale: raggiungere la copertura elettrica nazionale 100% da fonti pulite entro il 2035.
Al ministro della cultura chiediamo di fissare regole chiare sulla semplificazione delle autorizzazioni per eolico e fotovoltaico (incluso l’agrivoltaico), favorendo la partecipazione dei cittadini”

Pannelli fotovoltaici e pale eoliche realizzati in cartone e posti davanti alla sede del Ministero della cultura, a Roma, in segno di protesta. Il 09 Giugno è partita da qui e in questo modo la mobilitazione “Scatena le rinnovabili”, organizzata nella Capitale e in tante altre città della Penisola, da oltre 20 associazioni, movimenti ecologisti e studenteschi per ribadire al Governo Meloni l’urgenza di accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, delle comunità energetiche e la realizzazione di nuovi impianti, sotto scacco di ritardi burocratici e ostacoli normativi. A pesare prima di tutto è la lentezza degli iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali, i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi.

Per questo motivo le oltre 20 associazioni, movimenti ecologisti e studenteschi – Legambiente, WWF, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Fridays For Future, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, RETE NO RIGASS NO GNL, Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile! Laudato Sì’, Alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale, Cittadini per l’Italia Rinnovabile, Ecolobby, Benkadi, WILPF, SiFerNoNuke, UDS, REDS, UDU, Link, Energia per l’Italia, Ecoistituto del Ticino, Abbasso La guerra OdV Punto Pace di Pax Christi di Tradatehanno scelto come luogo di punta della loro mobilitazione il Ministero della Cultura lanciando da Roma un messaggio chiaro e diretto al Governo Meloni e al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

L’Italia deve mettere al centro della sua strategia energetica le fonti pulite, e non i combustibili fossili, con progetti ben integrati nei territori e pensati per portare benefici diretti e indiretti, accompagnati da importanti investimenti su efficienza, reti, accumuli. Per far ciò, occorre in primis dire basta ai tanti blocchi e ritardi causati da burocrazia, ostacoli normativi, i troppi no immotivati delle amministrazioni locali e regionali, delle sovrintendenze, le opposizioni dei comitati Nimby e Nimto che frenano le rinnovabili. Bisogna accelerare gli iter autorizzativi, rinnovare l’impianto normativo ad oggi obsoleto aggiornando le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, rimaste ferme al 2010, favorendo al tempo stesso la partecipazione dei cittadini; si approvi il decreto sulle aree idonee e si rendano i territori protagonisti della transizione e dei cambiamenti da affrontare.

All’Esecutivo Meloni le oltre 20 associazioni, movimenti ecologisti e studenteschi scesi in piazza a sostegno delle fonti davvero pulite hanno chiesto infine di assumere come obiettivo improrogabile anche il raggiungimento della copertura elettrica nazionale 100% da fonti rinnovabili entro il 2035, attraverso una pianificazione industriale che parta dall’analisi dei potenziali, dei consumi e dai bisogni dei territori. Al ministero della Cultura hanno chiesto un cambio di atteggiamento nei confronti delle rinnovabili, non di avversione ma di apertura rilanciando in maniera coordinata e programmata la pianificazione paesaggistica regionale. La devastazione paesaggistica che rischiamo di vedere in modo permanente, in caso di rallentamento della transizione energetica, è quella causata dalla crisi climatica. Per questo le associazioni e i movimenti ecologisti e studenteschi scesi in piazza hanno chiesto al MIC di fissare regole chiare sulla semplificazione delle autorizzazioni come, ad esempio, il fotovoltaico integrato sui tetti nei centri storici, identificando in modo preciso e trasparente gli edifici e le aree da tutelare, perché altrimenti le Soprintendenze continueranno a dire sempre no. Un doppio messaggio che le associazioni hanno rilanciato anche sabato e domenica, 10 e 11 giugno, in tante altre città italiane dove sono scese di nuovo in piazza al motto “Scateniamo le rinnovabili”: da Sulmona a Torino, da Napoli a Bologna e a Lecce passando per Goia Tauro.

“L’unica strada per raggiungere gli obiettivi di indipendenza e di sicurezza energetica – hanno dichiarato le associazioni e i movimenti ecologisti e studenteschi scesi in piazza – è quella di investire nelle fonti rinnovabili, su grande e piccola scala, seguendo anche le vocazioni territoriali. Per fare questo non serve solo rimettere mano alla normativa nazionale, obsoleta rispetto agli obiettivi che abbiamo di fronte, ma anche dare strumenti a Regioni ed Enti locali.  Sono necessarie politiche energetiche e industriali, investimenti, ricerca e sviluppo tecnologico per la transizione energetica e lo sviluppo delle produzioni strategiche per la decarbonizzazione nel nostro paese. Ma anche piani, risorse e misure di giusta transizione, guidati da un confronto democratico e partecipato e dalla contrattazione con le organizzazioni sindacali. Senza dimenticare il grande ruolo che le fonti rinnovabili giocano e possono giocare nel portare pace nel Mondo”.
Alcuni passi avanti sono stati fatti con il Decreto sulle semplificazioni e quello sul PNRR, tra cui il potenziamento delle due Commissioni VIA-VAS per i progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; ma queste semplificazioni andrebbero allargate a tutti i progetti davvero green previsti dal PNIEC, visto che nessuna delle semplificazioni entra in modo strutturale sulle normative esistenti, e devono avere effetti anche sulle Regioni, oggi responsabili di 11 processi autorizzati sui 13 esistenti e che troppo spesso rappresentano veri e propri colli di bottiglia.

Le proposte delle associazioni: Per raggiungere la copertura elettrica nazionale 100% da fonti rinnovabili entro il 2035, è fondamentale che il Governo lavori su 7 azioni chiave:

● si rimetta mano alla normativa nazionale sulle fonti rinnovabili, ormai obsoleta e non in grado di rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione;
● venga istituito un iter autorizzativo chiaro, trasparente, univoco e con tempi certi in grado di dare certezze ai territori sulla qualità dei progetti, ma anche alle imprese;
● si acceleri la chiusura degli iter normativi riguardanti le comunità energetiche, spingendo un modello in cui l’energia autoconsumata possa essere scontata direttamente in bolletta al fine di massimizzare i vantaggi sociali ed economici di questi soggetti giuridici;
● garantire la contrattazione con le organizzazioni sindacali per individuare risorse e misure di giusta transizione, a partire dalla creazione di nuovi posti di lavoro nei settori a zero emissioni, riqualificazione professionale e formazione permanente, ammortizzatori sociali universali, ricollocazione dei lavoratori dei settori fossili che saranno dismessi;
● garantire la partecipazione dei territori nei processi decisionali e di co-progettazione dei progetti utily scale;
● garantire l’accesso a tutte e tutti alle fonti rinnovabili e alle politiche di efficienza energetica;
● avviare una seria e concreta politica di efficientamento di tutto il patrimonio edilizio, residenziale e non, istituendo un sistema incentivante che premi la qualità degli interventi e aiuti particolarmente chi ne ha più bisogno.

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