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Nuova centralina sul But

Nuova centralina sul But

Si terrà lunedì prossimo 17 luglio, con inizio alle ore 20.30, presso la Sala Consiliare del Comune di Zuglio, una pubblica assemblea per discutere del progetto di una nuova Centrale idroelettrica sul But.
L’iniziativa è stata promossa da un Comitato spontaneo, preoccupato per le conseguenze di un’iniziativa della Società “Clean Energy”, piovuta improvvisamente sulla testa dei cittadini, che si va ad inserire tra due opere di captazione a scopo idroelettrico già esistenti.

Sul But, uno dei principali affluenti del Tagliamento, risparmiato dopo la nazionalizzazione dell’energia elettrica dai grandi progetti di sfruttamento della SADE, sono già presenti numerose opere di presa che sottraggono l’acqua dall’alveo, alimentando le turbine di altrettante centraline. A partire dagli anni Ottanta, mentre la parte superiore del fiume è stata interessata dalle opere della SECAB – una società cooperativa legata al territorio, che garantisce ai soci, tra i quali alcuni Comuni, energia a costi contenuti – nel territorio del Comune di Arta, a quella esistente subito a valle delle Terme, se n’è aggiunta recentemente un’altra a monte, mentre nel territorio di Tolmezzo, in località Sega, opera un impianto sempre realizzato da privati.

Per prelevare tutta l’acqua disponibile nei periodi di secca, queste società private non hanno esitato a realizzare dei veri e propri sbarramenti in alveo, utilizzando le ghiaie presenti, ma anche massi di scogliera, di solito impiegati per le difese spondali. Il caso più macroscopico – più volte segnalato dal circolo di Legambiente della Carnia –  è quello immediatamente a valle delle Terme di Arta, lungo oltre quattrocento metri e alto fino a tre. Curiosamente, mentre dopo la Tempesta Vaia la Protezione Civile Regionale ha investito ingenti risorse per inutili interventi di livellamento delle ghiaie presenti nel letto del fiume, questo sbarramento non è stato rimosso, nonostante abbia come conseguenza anche il mancato rispetto del deflusso minimo vitale previsto dalle leggi.

La foto allegata si riferisce proprio alla protesta organizzata, alla fine di giugno del 2019, dai giovani di Legambiente, impegnati in attività di manutenzione del territorio nell’ambito dei Campi di Volontariato. Muniti di cartelli, i volontari si erano piazzati sopra lo sbarramento artificiale che ha lo scopo di convogliare tutte le acque verso la presa di una centrale idroelettrica privata, creando non pochi problemi di carattere paesaggistico, ambientale ed idraulico, in particolare in caso di piene del fiume. Il riferimento a Massimiliano Fedriga nasce dalle dichiarazioni rilasciate all’epoca dal Presidente della Giunta Regionale, che, sulla scia dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, se l’era presa contro il “folle ambientalismo”, indicandolo come un sicuro responsabile dei disastri verificatisi alla fine di ottobre del 2018. Fedriga aveva criticato quegli ambientalisti che, “alzando la mano dal salotto”, avrebbero a suo dire il potere di impedire “di togliere la ghiaia dai fiumi”. Lui poteva farlo, ma, in questo caso, non l’ha ancora fatto!

Il risultato è che a valle delle opere di captazione tutta l’acqua scorre in un tubo e che il But è trasformato per lunghi tratti in una desolata distesa di ghiaie. Una ulteriore centrale idroelettrica non potrà che peggiorare la situazione.

Tolmezzo, 13 luglio 2023

Se il fiume scorre in un tubo

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