4^Commissione del Consiglio Regionale: audizione sul progetto di derivazione del Consorzio di depurazione della Bassa Friulana.
Il parere di Legambiente
Il consorzio di bonifica della Pianura Friulana garantisce il servizio irriguo al comparto agricolo su una superficie di oltre 20.500 (Piana di Osoppo – Gemona e medio Friuli). Le acque vengono derivate dal Tagliamento alla presa di Ospedaletto (Gemona del Friuli) con una integrazione al nodo idraulico di Andreuzza, in Comune di Buia, delle acque del Ledra, per una portata max di concessione pari a 25,5 m³/s (Tagliamento + Ledra).
Cosa succede quando c’è poca acqua sul Tagliamento?
E’ previsto che il Consorzio possa richiedere al gestore della Centrale idroelettrica di Somplago (oggi A2A), il rilascio dal bacino artificiale dell’Ambiesta, tramite l’omonimo torrente, di una portata sufficiente a coprire il deficit di acqua alla presa di Ospedaletto. Non tutta l’acqua rilasciata arriva a destinazione. Una parte, il 40% circa, s’infiltra nel subalveo e va a ricaricare la falda freatica.
Cosa prevede il progetto del Consorzio?
Il progetto prevede la costruzione di un canale di derivazione, per lo più interrato, che preleva parte della portata dal canale Sade a valle del Lago di Cavazzo nel comune di Trasaghis, per trasferirla, dopo aver attraversato l’alveo del Tagliamento, nel canale sussidiario (in comune di Gemona del Friuli), immettendola così nel sistema derivatorio Ledra-Tagliamento. Con un vantaggio diretto di garantire sempre la portata di concessione al nodo di Andreuzza e un vantaggio a terzi -il Gestore della Centrale di Somplago- che non è più chiamato a rilasciare le acque dal bacino dell’Ambiesta. Stante la certezza della risorsa, il consorzio si dichiara disponibile a un maggior rilascio di acqua alla presa di Ospedaletto per garantire il deflusso ecologico che è oggetto di una sperimentazione in corso.
Cosa è successo nell’estate del 2022, una delle estati più siccitose di sempre?
Il Gestore della Centrale, durante i mesi estivi, ha rilasciato 37.500.000 mc di acqua. Di questi, circa 15.000.000, si sono infiltrati nel subalveo e al nodo di Andreuzza sono transitati 22 m³/s (su 25,5).
Per il Consorzio e per il Gestore del servizio idroelettrico le acque che si infiltrano nel subalveo rappresentano una perdita spreco.
Perché Legambiente ha espresso la sua contrarietà?
Il Presidente dell’Associazione nell’audizione in 4^ commissione del Consiglio Regionale tenutasi a Trieste il 19 dicembre ha così motivato le ragioni di contrarietà e avanzato, come è solita fare l’Associazione, alcune proposte:
Le motivazioni di contrarietà al progetto:
1) Il sistema esistente è abbastanza resiliente. L’acqua transitata al nodo di Andreuzza nell’estate con siccità estrema del 2022 è stata di oltre l’80% della massima prevista e solo alcuni canali secondari sono stati messi in asciutta.
2) L’acqua che durante i mesi estivi, rilasciata dall’Ambiesta, si infiltra nel subalveo è una risorsa e non uno spreco in quanto va a ricaricare le falde. A tale proposito deve essere considerata anche la presenza nelle vicinanze di Molin del Bosso dove ha sede l’impianto di captazione di acqua potabile più importante di tutto il Friuli.
Per Legambiente i risparmi possono essere realizzati e computati a valle delle derivazioni attuali riducendo gli sprechi e ottimizzando l’uso della risorsa. In che modo? Ecco le proposte:
– Rimodulare il sistema tariffario del Consorzio, in funzione del reale consumo dell’utenza.
– Quantificare la riduzione dello spreco a seguito degli interventi con fondi del PNRR volti al miglioramento della rete irrigua.
– Considerare gli effetti dei contributi diretti alle imprese agricole con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale per adeguamenti tecnologici del sistema di irrigazione.
– Considerare la propensione di un numero crescente di imprese agricole a tener in conto degli effetti della crisi climatica sostituendo le colture più idroesigenti.
– Predisporre progetti sperimentali volti verificare l’efficacia di ricarica delle falde quando c’è disponibilità d’acqua e riduzione della pressione sui corpi idrici superficiali, riciclando le acque reflue. Parliamo di progetti di ravvenamento delle falde con le acque consortili, durante i mesi invernali e di recupero dei reflui ben depurati, integrati da successivi trattamenti di affinamento da destinare al comparto agricolo. Un esempio di economia circolare applicato alle acque.
Su questi 2 ultimi progetti Legambiente è disponibile a collaborare, registrando con piacere una apertura anche da parte del Consorzio e del Gestore del servizio idrico integrato.