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Legambiente FVG risponde all’articolo di Vladimiro Marella dal titolo “Legambiente Associazione di Bandiera”

Legambiente FVG risponde all’articolo di Vladimiro Marella dal titolo “Legambiente Associazione di Bandiera”

Sorprendenti e quanto meno inverosimili le ricostruzioni fatte ad arte da Vladimiro Marella e pubblicate sul quotidiano Il Piccolo con lo scopo di “smascherare” Legambiente e i suoi interessi economici nel mondo della sostenibilità.

Si è vero, insieme Kyoto Club, abbiamo fondato AzzeroCO2, con l’obiettivo di raccontare e dimostrare come le politiche e le modifiche che chiedevamo al Paese e alla politica fossero non solo richieste che portavano benefici al Paese e ai territori ma anche possibili ed economicamente sostenibili. Orgogliosi invece anche dei rapporti con Ambiente Italia, istituto di ricerca indipendente e autorevole e che nasce alla fine degli anni ’70 da La Nuova Ecologia e che oggi è punto di riferimento nazionale sulle tematiche della tutela delle risorse e della salute e della ricerca di modelli di sviluppo sostenibile.

Due iniziative importanti che si uniscono alle molte altre sostenute negli anni da Legambiente, convinta della necessità di voler e dover contribuire non solo dal punto di vista intellettuale al cambiamento del Paese ma anche concreto. A queste due, infatti, si uniscono iniziative come la nascita di Banca Etica (società costituita da Legambiente, Banca delle Maremma, CNA e Confartigianato) oppure FIRAB, la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (nata nel 2007 da AIAB, UILA, Legambiente e l’Associazione Biodinamica italiana), o Symbola, di cui Legambiente è uno dei Soci fondatori, o ancora Solaria, società costituita da Legambiente, Banca della Maremma, CNA e Confartigianato. Tutte iniziative pubbliche nate per contribuire al cambiamento del Paese e su cui non solo Legambiente non ha nulla da nascondere, visto che sono pubbliche anche sul sito della stessa Associazione.

Del tutto fuori luogo l’affermazione secondo cui Legambiente sarebbe il “braccio operativo” del PD addirittura “da attivarsi pro o contro qualsiasi iniziativa posta in campo da avversari politici”. Un’affermazione che farebbe sorridere chiunque conosca meglio l’Associazione, viste le numerose attività di dialogo, nel merito, con tutti i partiti italiani. E la dimostrazione è l’opinione contraria su tantissimi fronti. Tra le più importanti la posizione del PD all’epoca del referendum sulle trivelle nel 2016, ma anche le battaglie sulle rinnovabili che spesso il PD oggi ostacola a livello territoriale.

E no, non abbiamo nessun interesse economico nel far realizzare impianti eolici. Tema su cui ci si dovrebbero accusare di avere interessi su tutte le tecnologie rinnovabili, visto che le sostiamo tutte, per archiviare le fossili e per non far tornare il nucleare nel Paese, e su cui, dai nostri uffici nazionali, a quelli regionali ai nostri Circoli siamo costantemente impegnati nella valutazione dei progetti e si anche nel dialogo con le imprese che riteniamo fondamentale per correggere i progetti come abbiamo fatto decine di volte. E si collaboriamo con tantissime imprese, del mondo delle rinnovabili e non, orgogliosi di aver saputo negli anni contribuire in modo concreto e non ideologico alla realizzazione di tantissimi impianti che oggi consentono al Paese di avvicinarsi sempre di più agli obiettivi di decarbonizzazione. Attività che svolgiamo liberamente e in modo trasparente proprio perché Legambiente non ha nulla da nascondere. E a tal proposito i nostri bilanci sono pubblici.

Per concludere, ritorniamo sul perché la bandiera nera al comune di Trieste? Per l’assenza preliminare di alternative strategiche volte a valutare la migliore soluzione per promuovere la mobilità sostenibile nel contesto urbano e, rispetto all’unico progetto proposto, per i costi e i danni che potrebbe arrecare a un’area tutelata sul Carso. Il tutto senza aver consultato la popolazione e i portatori di interesse.

Stefano Ciafani, Presidente Nazionale
Sandro Cargnelutti, Presidente Legambiente FVG