Comunicato Stampa delle Associazioni in merito ai danneggiamenti ai Magredi

Gravi danni ai prati stabili della Zona di Protezione Speciale Magredi del Cellina Sono increduli i rappresentanti delle scriventi associazioni del Friuli Venezia Giulia dopo aver appurato, con un sopralluogo, quanto degli appassionati e naturalisti in visita alla zona avevano riferito di aver visto, ovvero i prati stabili della Zona di Protezione Speciale Magredi del Cellina, nell’area del Dandolo di Maniago, devastati dal passaggio di mezzi pesanti gommati e di cingolati di carri armati. Chilometri di nuove piste e segni del passaggio di mezzi militari pesanti. In alcuni punti il passaggio ripetuto ha scoticato il manto erboso compattando il terreno e trasformando in pantano fasce di prato stabile. Si sottolinea che trattasi di ZPS tutelata dalla Direttiva Uccelli, nonché Zona Speciale di Conservazione tutelata dalla Direttiva Habitat e i prati stabili sono anche tutelati dalla legge regionale 9/2015. Dette praterie danneggiate e che godono quindi della tutela di norme comunitarie, statali e regionali sono state da qualche anno ripristinate dalla Regione Friuli Venezia Giulia con fondi dell’Unione Europea nell’ambito di due progetti LIFE, impiegando complessivamente più di un milione di euro di fondi pubblici. La cosa è veramente grave di per sè, hanno commentato all’unisono, ma è oltremodo grave perchè questo sfregio di un Sito della Rete Natura 2000 su cui vigono per tutti precise Misure di conservazione è stato fatto in piena primavera quando ci sono le fioriture di specie botaniche rare come le orchidee selvatiche e vi è la piena attività riproduttiva di specie animali particolarmente protette. É notorio come diverse specie di uccelli, infatti, nidifichino proprio nei prati come, ad esempio, l’Occhione, specie simbolo dei Magredi, ma anche l’Allodola e lo Strillozzo. Anche se si tratta di esercitazioni militari, non è permesso agli stessi rappresentanti dello Stato di violare le norme dell’Unione Europea, recepite dallo Stato italiano. e quelle della nostra Regione che prevedono la conservazione di habitat e specie di fauna e flora in codeste aree naturali. Anche le attività militari devono rispettare alcune norme per evitare danni irreparabili e sono per l’appunto tenute a rispettare i disciplinari d’uso concordati tra Regione e Difesa sulle modalità di uso di tali aree. L’aver devastato per chilometri i prati stabili e gli habitat d’interesse comunitario in un’area così delicata costituisce un danno ambientale notevole e si ritiene idoneo ad integrare la fattispecie di reato di cui all’art. 733 bis c.p. (Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto).
Le associazioni ipotizzano anche un danno erariale, posto che il ripristino è costato più di un milione di euro di fondi pubblici.
Oltre ad auspicare delle approfondite indagini da parte delle Autorità preposte, auspichiamo un solerte e deciso intervento da parte delle istituzioni di questa Regione e soprattutto dei suoi rappresentanti ma anche dei Sindaci dei Comuni ove insistono i Magredi per:
1) chiedere alle autorità militari informazioni chiare e precise sui fatti;
2) ribadire l’obbligo per le Forze Armate anche NATO del rispetto della legge e del disciplinare d’uso;
3) provvedere all’immediato ristoro dei danni per un rapido ripristino del prato;
4) richiedere l’interdizione dell’area danneggiata alle attività militari.
Le associazioni non indugeranno nel segnalare questo grave fatto alle autorità pubbliche nonché evidentemente al Presidente della Regione e alla Commissione Europea.
Le associazioni
ASSOCIAZIONE NATURALISTICA CORDENONESE
LIPU F.V.G.
L.A.C. FVG
LEGAMBIENTE PORDENONE
L.A.V. FVG
ASSOCIAZIONE A.ST.O.R.E. FVG
GREF – Gruppo regionale di esplorazione floristica