Pro Carnicum, 25.09.25

Esperti avvertono: un tunnel attraverso il Passo di Monte Croce Carnico metterebbe a rischio le risorse idriche, natura, ambiente e turismo.
Mauthen, 25 settembre 2025 – In data 21 settembre, 30 rappresentanti di organizzazioni ambientaliste della Carinzia, del Friuli e del Tirolo Orientale si sono riuniti nella sede del Club Alpino, sezione Oberes Gailtal/Lesachtal, nel Villaggio Alpinistico di Mauthen per un convegno sovraregionale. Anche due membri del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, Massimo Mentil (PD) e Giulia Massolino (Patto per l’Autonomia) hanno accettato l’invito del gruppo di lavoro transfrontaliero PRO CARNICUM. (PD) und Giulia
Esperti riconosciuti della regione carnica, il geologo Hans Peter Schönlaub e l’idrogeologo Maurizio Ponton, nonché Gerhard Unterweger, da decenni esperto di problematiche legate al traffico, hanno illustrato nei loro interventi i rischi e i pericoli di un eventuale tunnel attraverso il Passo di Monte Croce. L’ingegnere Robert Unglaub dell’Alleanza Convenzione delle Alpi/Carinzia ha delineato le disposizioni del Protocollo sui Trasporti contrarie alla costruzione del tunnel in discussione. Al centro dell’attenzione: il pericolo di nuovi assi di transito e la conservazione di spazi naturali.
L’incontro ha evidenziato quanto sia ampia e fondata l’opposizione al Plöckentunnel. I partecipanti intendono continuare a informare l’opinione pubblica, intensificare il dialogo con i decisori politici e attendere i risultati della commissione bilaterale di esperti.
Un tunnel minaccerebbe l’approvvigionamento idrico nella valle del Bût
Schönlaub, ex direttore dell’Istituto geologico federale e direttore del Centro di geoscienze dell’Accademia Austriaca delle Scienze, con i suoi studi decennali ha contribuito in modo determinante a far sì che le Alpi Carniche siano oggi considerate la regione geologicamente più studiata dell’Austria. Maurizio Ponton è un esperto di fama internazionale delle peculiarità geologiche del sistema carsico carnico, collabora da anni con il Servizio geologico della regione Friuli-Venezia Giulia. Ultimamente ha realizzato profili del terreno per la commissione bilaterale di esperti che sta valutando tre varianti per un collegamento stradale sicuro attraverso il Passo di Monte Croce Carnico.
I due scienziati hanno spiegato come nel corso dei millenni si sia creato nelle formazioni calcaree del Passo di Monte Croce Carnico un complesso reticolo di corsi d’acqua sotterranei. A sud del passo, l’acqua si fa strada per oltre dieci chilometri, dal Massiccio Coglians-Cjanevate, passando per il Passo di Monte Croce Carnico e senza interruzioni fino alla sorgente Fontanon sopra Timau. Questa sorgente carsica, la cui portata massima può superare i 5.000 litri al secondo, è nota fin dall’epoca romana. Ancora oggi garantisce gran parte dell’approvvigionamento di acqua potabile nella valle del Bût fino a Tolmezzo e alimenta le centrali idroelettriche della Secab, un modello di utilizzo locale e sostenibile delle risorse.
La costruzione di un tunnel sotto il Passo di Monte Croce Carnico potrebbe compromettere gravemente queste e altre sorgenti o addirittura prosciugarle, hanno avvertito Ponton e i rappresentanti del Comitato Alto But. Oltre alle numerose sorgenti superficiali, sarebbero interessate anche le falde acquifere dell’intera regione.
“La costruzione di un tunnel stradale ha un impatto significativo sulle acque sotterranee, le cui conseguenze sono difficili da valutare. Inoltre, la statica dei pendii ripidi sarebbe compromessa e si porrebbe la questione del deposito sicuro delle enormi quantità di materiale di scavo”, ha affermato Ponton. Sia Schönlaub che Ponton avvertono: “Gli effetti più gravi sui flussi d’acqua sotterranei e sulle sorgenti sarebbero causati da un tunnel di quota poiché passerebbe direttamente dentro l’acquifero carsico e a monte della sorgente Fontanone.”
Questo pericolo è inoltre in chiaro contrasto con la direttiva quadro dell’UE sulle acque, che vieta espressamente il deterioramento delle condizioni idriche esistenti.
Corridoio di transito anziché sviluppo regionale?
Il gruppo di lavoro PRO CARNICUM critica la decisione prematura a favore del tunnel di una parte politica italiana senza attendere uno studio approfondito di fattibilità. E si ritiene inverosimile l’affermazione dei sostenitori che il tunnel non sia destinato al traffico pesante, poiché in diverse dichiarazioni politiche è stato sottolineato il carattere strategico della strada, che dovrebbe collegare i porti dell’Adriatico con l’entroterra europeo. Considerata la forte pressione esercitata dalla Confindustria, il ministro dei Trasporti italiano Matteo Salvini sembra puntare più su un corridoio di transito da Trieste alla Germania che sul beneficio regionale alla popolazione nelle valli del Bût e del Gail. È ovvio che un corridoio di questo tipo provocherebbe un massiccio aumento del traffico pesante attraverso la Carnia, le valli del Gail e della Drava e oltre, fino a Lienz, Kitzbühel e Kufstein in Tirolo, con gravi conseguenze per l’ambiente, la qualità della vita e le infrastrutture regionali.
Per una strada a misura di persone
PRO CARNICUM chiede una strada per la mobilità delle persone, per i residenti su entrambi i lati del passo e per il turismo, non per il traffico merci internazionale. Se tecnicamente possibile, la priorità dovrebbe essere data al potenziamento della sicurezza della strada esistente. Sono già in corso ulteriori lavori per mettere in sicurezza la strada: da fine settembre alla fine del 2025, gli ultimi due sottopassi sul versante italiano saranno uniti in uno unico.
È anche possibile un tracciato alternativo, che però deve essere progettato in modo tale da non creare un corridoio di transito. Spetta agli esperti elaborare un tracciato stradale che causi il minor danno possibile all’ambiente.