Abbiamo conosciuto Stefano Floreanini nel 2018, allora era consigliere comunale a Tarvisio.
L’anno seguente Legambiente Alpi promosse, in concomitanza con lo Sciopero Generale sul Clima indetto dal movimento Fridays For Future, la manifestazione “Requiem per il Ghiacciaio”, destinata l’anno seguente a diventare “Carovana dei Ghiacciai”.
Ad essere coinvolti furono il Lys in Valle d’Aosta, il Monviso in Piemonte, lo Stelvio tra Alto Adige e Lombardia, il Brenta in Trentino, la Marmolada in Veneto ed il Montasio in Friuli Venezia Giulia, monumenti paesaggistici e naturali che rischiamo di perdere per sempre.
Ci ritrovammo così, venerdì 27 settembre 2019, con Stefano Floreanini e i suoi amici dell’associazione “L’età dell’Acquario”, che effettuarono delle riprese video, assieme ad una classe dell’Istituto Solari di Tolmezzo, accompagnata dai loro insegnanti, che effettuarono dei prelievi di campioni di ghiaccio. Due giorni dopo ritornammo al Rifugio Grego e sul Ghiacciaio per ascoltare le relazioni di Daniele Moro (responsabile servizio Neve e Valanghe della Regione) e di Giovanni Andrea Baldassi (autore, qualche anno fa, di una tesi di laurea proprio sul ghiacciaio del Montasio), che proiettarono dati statistici e immagini storiche.
Stefano Floreanini e i suoi amici hanno continuato a tenere sotto controllo il ghiacciaio e hanno partecipato a tutte le edizioni “Carovana dei Ghiacciai” dnella nostra regione. Ne è nato un bellissimo lavoro – L’Ultimo superstite – che è stato presentato quest’anno anche al Festival del Cinema di Montagna di Trento e arriva sugli schermi del Cinema David di Tolmezzo, venerdì 7 novembre.
Ai piedi della parete Nord della montagna prediletta da Julius Kugy, si trova il ghiacciaio situato alla quota più bassa dell’intero arco alpino. Rispetto ai suoi “fratelli” più grandi e famosi, quello del Montasio ha dimostrato finora, grazie alla sua disposizione e all’accumulo garantito dalle slavine nel periodo invernale, una maggior “resilienza” e uno stato di salute meno grave. Il nostro ghiacciaio per ora “resiste, resiste, resiste”, ma fino a quando? Salire al suo “capezzale”, in un ambiente naturale straordinario, ci ha resi ancor più consapevoli della necessità di rompere l’assedio a cui è sottoposto. Il ghiacciaio del Montasio ci chiede in sostanza di passare al contrattacco, di denunciare – come ha fatto Greta Thumberg – tutti i negazionisti e gli amici dei negazionisti del riscaldamento globale e di pretendere dalle istituzioni, oltre che praticare nei nostri comportamenti quotidiani, la rinuncia a tutte quelle politiche e scelte che non sono più sostenibili né giustificabili. Per chi qui vive e per chi ama la montagna, questo significa innanzitutto rispettarla e tenere ben lontano dalle sue vette tutto quello che di negativo produce la città: cementificazione, inquinamento, rumore, dispersione di rifiuti, transito di veicoli a motore.