#FLASHMOB
#BASTAMORTINSTRADA
il flashmob e le nostre motivazioni
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TRIESTE DOMENICA 6 DICEMBRE2015, PIAZZA VERDI ORE 17
Una strage silenziosa avviene ogni anno sulle strade del Friuli Venezia Giulia: 100 morti e 4.384 feriti sono stati certificati nell’ultimo report ACI-ISTAT 2014.
Dal rapporto emerge che la nostra regione è al terzo posto in Italia tra quelle più mortali dietro solo a Valle d’Aosta e Molise e che c’è stato un aumento del 20,5% delle vittime della strada rispetto all’anno precedente. Fra chi viene coinvolto in un incidente chi è in bici rischia la vita il doppio di chi è in macchina e chi è a piedi addirittura il quadruplo.
Per questo domenica 6 dicembre si terrà il flash mob #bastamortinstrada, organizzato da FIAB, Legambiente e UISP, che chiederà di intervenire a tutela di pedoni e ciclisti. L’appuntamento è in piazza Verdi alle ore 17.00 e sono invitati tutti i cittadini che vogliono che le nostre città diventino più a misura di persona.
I promotori di #bastamortinstrada chiedono alla Giunta Serracchiani interventi a tutela degli utenti deboli. Nell’ultima finanziaria regionale sono sì previsti due milioni di euro per la sicurezza stradale ma non è stato ancora definito per quali ambiti di intervento verranno utilizzati. FIAB, Legambiente e UISP chiedono che queste risorse vengano usate in ambito urbano per realizzare zone 30, per rendere più sicuro il muoversi in bici e a piedi, per mettere in sicurezza i percorsi casa-scuola e per promuovere nei più giovani la mobilità attiva e l’autonomia.
Obiettivi questi sui quali la Presidente della Regione Serracchiani e i Consiglieri regionali Boem (PD), Lauri (SEL), Ukmar (PD), Paviotti (Cittadini) e Frattolin (M5S) si sono impegnati nel 2013 sottoscrivendo la Campagna Mobilità Nuova – www.mobilitanuovafvg.it/elenco
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Il motivo dell’azione di sensibilizzazione e di pressione sulle autorità è che – nonostante alcune valide iniziative prese dalla Regione in questi anni – si fa ancora troppo poco per fermare la continua strage di utenti della strada, soprattutto quelli “deboli”, cioè pedoni e ciclisti: dai dati pubblicati a novembre 2015 dall’Istat, nel 2015 nella nostra regione i morti in incidenti stradali sono stati 100 (+ 20,5 % rispetto all’anno precedente !). Non ricordo alcun commento di autorità, media o esperti su questo fatto molto grave: in tanti paesi e regioni italiane i morti in strada diminuiscono, qui stanno aumentando! E se andiamo a vedere i dati, risultano maggiormente penalizzati i pedoni e i ciclisti (in particolare tra loro i bambini e gli anziani), cioè le persone più deboli o più esposte ai pericoli del traffico.
Da molto tempo, insieme a Fiab e altre associazioni regionali, Legambiente sta chiedendo alla Regione e ai Comuni di attuare una politica di riduzione del rischio: occorre ridurre la velocità (strade urbane a 30 km/H, e solo quelle di attraversamento e scorrimento a 50 km/h), creare una rete di percorsi ciclabili e pedonali in ogni città e conurbazione, creare subito “zone 30” intorno alle scuole e a tutti i luoghi di attrazione, promuovere i pedibus (accompagnamento dei bambini a scuola e da scuola a piedi), creare le condizioni favorevoli a un maggiore uso della bici (velostazioni, depositi sorvegliati) e all’interscambio tra bici e trasporto pubblico, costruire Masterplan per la mobilità pedonale (come in Austria) e Biciplan (come in tante città italiane), e – in regione – fare una nuova legge regionale sulla mobilità ciclabile e inserire a pari merito tutta la mobilità dolce nella pianificazione urbanistica ordinaria e nella pianificazione dei trasporti e della mobilità.
Come possiamo chiedere ai concittadini di usare meno l’auto e i motorini e andare in bici (magari a pedalata assistita), se non si sentono sicuri? La riduzione delle emissioni di CO2 da traffico e trasporti (circa il 30% del totale) sarà possibile solo se ci saranno le condizioni di una mobilità pedonale e ciclabile sicura e protetta.
Per questo abbiamo chiesto alla Regione di finanziare – anche con questa ultima legge finanziaria regionale – nuovamente i percorsi casa-scuola (i cui fondi sono esauriti) e destinare i 2 milioni previsti per la sicurezza stradale soprattutto agli utenti deboli. Le rotatorie sono spesso utili a salvare vite (perchè riducono la velocità) ma costano molto: se i 2 milioni vanno solo lì, agli utenti deboli non andrà nulla.
Come abbiamo visto, la politica sta ancora effettuando interventi a livello sperimentale (e sono sicuramente importanti), ma serve un cambio di paradigma, la mobilità dolce non può essere l’eccezione, insieme al trasporto pubblico deve diventare la modalità di spostamento “normale”, come oggi lo è la mobilità automobilistica (che continua a dominare e a causare vittime).
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