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Osservazioni all’impianto idroelettrico sul Rio Barquet (Vito d’Asio)

Osservazioni centralina idroelettrica Rio BarquetIn data 18 novembre 2015, Legambiente FVG ha inviato alla Direzione regionale FVG ambiente ed energia le osservazioni allegate realtive all’ennesima centralina idroelettrica, in particolare quella relativa al Rio Barquet in comune di Vito d’Asio. 

ABSTRACT

<<OSSERVAZIONI alla richiesta di proroga dell’autorizzazione unica alla costruzione ed esercizio dell’impianto idroelettrico sul Rio Barquet nel comune di Vito d’Asio

Nella richiesta di proroga Renowa afferma che le condizioni ambientali di riferimento non sono cambiate. Da parte nostra si ha ragione di ritenere che non sia proprio così e per più di un motivo. Ragioni di cautela suggeriscono, a nostro modo di vedere, di esaminare l’opportunità di non rinnovare la concessione e sottoporre a riesame l’intero iter autorizzativo per sopraggiunte ragioni di coerenza amministrativa, di sicurezza oltre che penali.
I fatti dicono che lo scavo alla base di un pendio notoriamente soggetto a frane per far posto all’opera di presa della centralina del Barquet ha innescato agli inizi di settembre 2015 un movimento franoso con un fronte di ca 30 metri che ha coinvolto non solo la strada provinciale n. 22 che collega i paesi di Vito d’Asio e Anduins ma anche le sovrastanti strade comunali. Le autorità provinciali sono state costrette a chiudere la strada con gli inevitabili disagi che questo comporta e sono stati avviati i lavori di ripristino non ancora terminati i cui costi non è chiaro se sono stati addebitati alla ditta proprietaria dell’impianto in costruzione o sono stati fatti ricadere sulla collettività. Ma in tutta questa amara vicenda lascia però completamente sbalorditi l’analisi della documentazione geologica a corredo del progetto (relazione geologica del dott. Mario Fogato del giugno 2008) dove non si fa alcun accenno all’elevata franosità dell’area ma si parla genericamente di rocce alterate con pessime caratteristiche per le fondazioni. Una lacuna evidente che dà un’idea della superficialità con cui vengono trattati questi temi e dei danni potenziali (o reali come in questo caso) che questi interventi possono arrecare
L’edificazione e la messa a regime dell’opera è quindi un’infrastruttura a rischio, non più autorizzabile proprio per le ragioni che solo ora vengono timidamente esposte dalla stessa Renowa e che non sono state sufficientemente valutate negli studi geologici che hanno accompagnato a suo tempo l’iter autorizzativo, studi che non hanno letto e nel caso hanno fortemente minimizzato, le dinamiche geologiche in atto sui versanti coinvolti dalla realizzazione dell’impianto.
Dalla “Relazione per richiesta proroga VIA” (di seguito R_VIA) si evince che sono stati prodotti 2 studi geologici: il primo (di seguito R_G1) che accompagna il progetto e la documentazione necessaria per ottenere i decreti di autorizzazione e concessione; il secondo (R_G2) successivo all’evento di frana.>>

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